Grotta dei Partigiani
Cuneo a km 0

Fiori, nebbia e una grotta ben nascosta

Ci sono luoghi che scelgo appositamente per le mie rare gite domenicali. Un po’ perché meno famosi nonostante non siano distanti da altri letteralmente presi d’assalto dai camminatori. E un po’ perché celano tracce di storia che rispolvero sempre con curiosità. È il caso della Grotta dei Partigiani ad Artesina, in provincia di Cuneo. Non sono sicura di riuscire a trovarla. Le informazioni a mia disposizione sono piuttosto vaghe.

Preparato un sostanzioso pranzo al sacco da portare nello zaino mi addentro con l’automobile in valle Maudagna. Non sono la sola ad aver scelto questa zona del cuneese ma sono una delle poche a ignorare la deviazione per Prato Nevoso.

oggi raggiungerò la grotta dei Partigiani partendo da Artesina
oggi raggiungerò la grotta dei Partigiani partendo da Artesina

In salita sotto il sole

L’escursione parte nei pressi del condominio Betulle 3. Ci sono già alcune macchine parcheggiate di fronte all’edificio. La giornata è completamente serena e si prospetta una bella camminata nel verde a fotografare un po’ di fiori.

In appena dieci minuti raggiungo la Celletta della Turra (1503 m). La temperatura è gradevole e questo è un dettaglio fondamentale visto che tutta la camminata sarà sotto il sole.

Procedo speditamente in salita. Un po’ più avanti c’è una coppia ma ha un buon passo e, tenendo conto che puntualmente mi fermo per scattare fotografie, arriveremo alla Trucca della Tura in quest’ordine. Dopo un po’ si alza la nebbia ma, camminando su una sterrata, so dove sto andando e decido di raggiungere comunque la tappa programmata.

a destra Prato Nevoso, al centro Artesina.
a destra Prato Nevoso, al centro Artesina.

Nebbia sul sentiero per la Grotta dei Partigiani

Giungo al pianoro pascolivo della Trucca della Tura (1750 m) dopo cinquanta minuti dalla partenza da Artesina. Vista la situazione, prendo un panino dallo zaino e faccio quindi una seconda colazione. La nebbia si dissolve e faccio una deviazione al rifugio Mettolo Castellino per controllare le condizioni di un mio geocache. Lo raggiungo in pochi minuti.

La nebbia che sale e scende intorno a me rende tutto molto suggestivo. L’importante è incontrarla quando so esattamente dove mi trovo. Aspettando di capire le sue intenzioni, indosso il pile e aggiungo le mezze gambe mancanti ai pantaloni. Ho tutta la giornata per me e non ho fretta di rientrare a casa. La mia perseveranza viene premiata da una schiarita improvvisa. Risalendo alla Trucca della Tura noto che la coppia di escursionisti sta andando verso la Grotta dei Partigiani.

La prima parte del sentiero per raggiungerla non è ben segnalata. Dalla vasca in cemento dell’acqua guardo avanti e, sulla destra, scorgo la palina in mezzo al prato e la raggiungo.

sosta al rifugio Mettolo Castellino in attesa che la nebbia si dissolva per poter proseguire verso la grotta dei Partigiani
sosta al rifugio Mettolo Castellino in attesa che la nebbia si dissolva per poter proseguire verso la grotta dei Partigiani

Grotta dei Partigiani

Seguendo l’indicazione della freccia incontro un’altra palina e da qui avvisto quella successiva per proseguire. Tracce biancorosse a terra segnalano il resto del sentiero. Incrocio i due escursionisti di ritorno dalla grotta che mi confermano le difficoltà avute nel trovare la via. Senza traccia GPS non ci sarebbero mai riusciti. Cammino ancora qualche minuto e raggiungo finalmente la Grotta dei Partigiani. Si chiama così perché servì da riparo, durante i rastrellamenti nazisti del 1944, a una ventina di ragazzi poco più che diciottenni. 

Torno sui miei passi e raggiungo nuovamente la Trucca della Tura. La nebbia mi circonda nuovamente. Decido comunque di seguire la pista carrareccia a servizio degli impianti e provare a raggiungere la Cima Durand.

Grotta dei Partigiani
Grotta dei Partigiani

Dalla Grotta dei Partigiani alla cima Durand

Il sole, dietro la coltre nebbiosa, sta per fare la voce grossa e far capire chi è che comanda oggi. L’istinto mi suggerisce giusto nel provare ad andare su. L’importante è che io sappia sempre dove mi trovo per poter, eventualmente, rientrare in sicurezza. Una bella e, soprattutto, definitiva schiarita accoglie il mio arrivo sulla cima Durand (2092 m). Dalla Trucca della Tura ho camminato circa un’ora.

Ho tutto il tempo per mangiare il secondo panino della giornata e rilassarmi guardando i bei panorami che mi circondano.

Il cielo azzurro e il sole caldo m’invogliano a completare il percorso ad anello. Seguendo la linea dello skilift, scendo per un ripido pendio prativo che, in un quarto d’ora, mi porta alla Colla Bauzano (1949 m).

Sono in un crocevia da cui si possono raggiungere anche il Mondolé, la Colletta Seirasso, la Colla Rossa e Ponte Ciappa. Mi avvio con sicurezza lungo la carrareccia sterrata che, in un’ora di cammino, mi riporta al punto di partenza della mia escursione.

Colla Bauzano (1949 m)
Colla Bauzano (1949 m)

📝 Consigli avventurosi

Questa escursione è ideale per chi vuole camminare in montagna su un sentiero poco conosciuto.

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2 thoughts on “Fiori, nebbia e una grotta ben nascosta”

  1. Sei stata davvero molto brava a regolarti con la nebbia e le pause o deviazioni da fare. Io non ho affatto un buon rapporto con la nebbia e probabilmente sarei andata nel panico al posto tuo!

    1. Il segreto per affrontare la nebbia è proprio non andare in panico! In montagna il tempo varia repentinamente e, da un momento all’altro, puoi trovarti circondata dalla nebbia. Puoi proseguire solo se sai esattamente dove ti trovi. Nel dubbio ti fermi e aspetti che si dissolva. La montagna è così, devi ascoltare i messaggi che ti invia.

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