Le prime tiepide giornale primaverili m’i invogliano a uscire per sgranchirmi un po’. Di questi tempi le attività consentite non sono molte ma quella motoria lo è. È il momento di scendere in garage per dare un’occhiata alla mia compagna di pedalate. Quest’anno il mio desiderio di andare in bicicletta è altissimo ma riparto da zero. Tuttavia sono determinata a fare qualche giretto come ai vecchi tempi che non sono poi tanto lontani. Vediamo insieme cosa portare in mountain bike per trascorrere una giornata senza pensieri.
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Cosa portare in mountain bike: manutenzione
Appartengo a quell’insolita categoria di ciclisti che si dilettano in mountain bike perlopiù su asfalto. In realtà ho vissuto anche un periodo in cui mi sono cimentata con la bicicletta da strada. L’apice di quell’esperienza fu l’emozionante salita del Ghisallo.
Di quel periodo conservo i preziosi insegnamenti riguardanti l’equipaggiamento da portare con me durante le uscite, soprattutto per quelle più lunghe. Sarebbe infatti spiacevole trovarmi a piedi lontano da casa.
Gli attrezzi indispensabili che potrebbero tornare utili sono:
- multi-tool per far fronte a tutte le perdite di regolazioni che possono presentarsi
- smagliacatena per riparare la catena danneggiata
- due levagomme per smontare i copertoni
- rotolino di nastro isolante e per riparare le forature o altri guasti
- batuffolo di ovatta da posizionare sul foro prima di chiuderlo col nastro isolante
- minipompa a mano per rigonfiare le gomme
- camera d’aria di ricambio per essere sicura di tornare a casa
Il tutto può essere messo nel sottosella oppure, se la bicicletta è dotata di due portaborracce, uno può essere utilizzato per riporre un portaoggetti contenente l’attrezzatura. A dirla tutta la camera d’aria per la mountain bike è l’elemento più ingombrante e, insieme a tutto il resto, non ci sta. Solitamente la tengo nello zaino durante le uscite più lunghe.
Cosa portare in mountain bike: equipaggiamento
Dell’esperienza con la bici da strada mi restano, oltre a piacevoli ricordi, anche tutto l’abbigliamento tecnico di cui mi ero via via dotata per essere più comoda. In tal senso ammetto di essere piuttosto esigente ma, si sa, gli atleti ci tengono a essere anche belli da vedere.
Ci sono dettagli che fanno la differenza tra divertirsi per tutta la pedalata e non vedere l’ora di scendere dalla sella. In tal senso preferisco investire qualche euro in più per un pantaloncino da ciclismo munito di un fondello di alta qualità. Quell’imbottitura è fondamentale per evitare la frizione con la sella che provoca poi sfregamenti e dolori.
I guanti, invece, permettono di assorbire meglio gli urti e le vibrazioni. Inoltre consentono una migliore presa sulle impugnature quando le mani sudano.
Il casco, sempre ben regolato sulla testa, è l’alleato più importante contro gli impatti. Tra i miei ricordi c’è anche una caduta in cui questo accessorio svolse egregiamente la sua funzione.
Gli occhiali, oltre a proteggere dal sole, sono utili per ripararsi dagli schizzi di fango o dalle nuvole di insetti che sovente capita di attraversare durante la pedalata.
Anche la mantellina antipioggia può sempre servire. Sia per i repentini cambiamenti meteo che per affrontare lunghe discese. La tengo sempre nelle tasche per averla a portata di mano.
A seconda della stagione e del tipo di uscita che intendo fare utilizzo una borraccia più o meno grande. Lungo il percorso individuo poi le possibili fonti idriche su cui contare. Per quanto riguarda l’alimentazione solitamente porto con me delle barrette ai cereali.
Lo zaino da ciclismo
Quando intendo trascorrere parecchie ore in bicicletta porto con me anche lo zaino. Il primo che ho avuto appositamente disegnato per il ciclismo era economico ma anche molto funzionale. Purtroppo la qualità non era eccezionale e, in pochi anni, si deteriorò rendendo inutilizzabili le tasche laterali. Continuai comunque a portarlo con me sia in bici che a piedi durante le camminate pomeridiane.
Avevo bene in mente cosa cercare ma il nuovo zaino sembrava introvabile. Poi un giorno, casualmente, lo vidi appeso in un negozio di abbigliamento sportivo. Lo esaminai attentamente, aprii tutte le tasche e immaginai di prepararlo per l’uscita successiva. Oltre ad essere un modello disegnato per le donne ha tutta una serie di dettagli che lo rendono perfetto sia per le uscite in bici che per le camminate in cui non devo portare troppe cose con me.
Quindi, da un po’ di mesi, sono felice di utilizzare il piccolo ma funzionale Osprey Sylva 12. Durante le uscite in mountain bike metto al suo interno le luci anteriori e posteriori, la catena antifurto, la camera d’aria di ricambio, le batterie di scorta del GPS Garmin e la macchina fotografica. I bei paesaggi sono sempre dietro l’angolo, meglio farsi trovare preparati.
Il mio compagno e mio fratello sono appassionati di bici da strada e quando fanno giri più lunghi infilano tutte queste cose che hai elencato – camera d’aria, attrezzi, antivento, cibo… – nelle tasche della maglia o nella “finta borraccia”. Solo una volta sono riuscita a convincerli a partire con uno zainetto ma al ritorno si sono lamentati del fatto che “ballava sulla schiena”. In effetti si trattava di un modello supereconomico pensato per le passeggiate, per cui dovrei provare a consigliargli quello che hai tu.
Con la bici da strada le camere d’aria sono meno ingombranti rispetto alla mountain bike e si riesce a farle stare nelle tasche o nel portaoggetti. Lo zainetto che ho adesso è davvero fantastico, ci ho messo un po’ a trovarlo ma ne è valsa la pena!