La notte scivola tra musica disco e pellegrini assonnati. Lisa si ritira nel suo bozzolo di quiete, mentre il bar dietro il Gîte suona fino all’1.30. Lo scopriamo grazie al canadese, che annota l’ora esatta in cui il silenzio ci avvolge. Io, pur avendo bevuto molta acqua, mi alzo solo una volta. Pregusto già la trentacinquesima tappa, da L’Isle Jourdain a Gimont.
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▶️ Percorso 3D
Alle 4.30 Stephan è già in cammino. La coppia canadese lo segue mezz’ora dopo, chiudendo con premura la porta della nostra stanza. Anche se la tappa è breve, decido di partire presto. C’è qualcosa che mi chiama.
In cucina, una barretta proteica agli Oreo mi accompagna verso il giorno. I canadesi, con il loro piccolo angolo di provviste, mi offrono il caffè che manca nella dispensa. Ne bevo due tazzine, grata. Lisa si alza, noi ci laviamo i denti in cucina. Appendo i panni umidi allo zaino, perdo una spilla da balia ma ne ho altre. Il Cammino insegna anche questo: adattarsi, sorridere, proseguire.

Da L’Isle Jourdain a Gimont, immersa nella natura
Saluto Lisa con un “Auf Wiedersehen” affacciandomi alla cucina. Mi abbraccia con slancio, gli occhi brillano. Agli incoraggiamenti per il mio cammino rispondo con un commosso “Danke schön”. E parto, già vestita per il cammino, con il gilet antivento addosso.
Il piede sinistro duole sotto la pianta, ma le vesciche ai talloni stanno guarendo. Passo accanto alle tende dei pescatori, provo a registrare un buon video d’inizio tappa e perdo il punto di attraversamento. Poco male: mi ritrovo subito immersa nella natura.
A Monferran-Savès entro nel piccolo Proxi. Gli scaffali sono vuoti, ma trovo il necessario: tè alla pesca e sei wafer rotondi. Alla boulangerie prendo un’oreillette e colleziono un timbro sulla credenziale. Entro in chiesa e… eccoli: il Curato d’Ars, Sant’Anna, Santa Germana di Pibrac, il Sacro Cuore di Gesù, Santa Maria Maddalena. A ciascuno affido una preghiera, un’intenzione, un frammento di cuore.

Da L’Isle Jourdain a Gimont tra sorprese e panorami
Faccio colazione dietro la statua dell’Ave Maria, su una panchina che abbraccia i Pirenei. Sembrano vicini. Rifletto sul bivio: Col du Somport o Saint-Jean-Pied-de-Port? Poco dopo trovo le toilettes pubbliche. Il paesaggio cambia spesso. Salgo e scendo colline, l’autostrada mi sfiora. Un camperista mi saluta con il clacson.
A Giscaro, accanto alla chiesa chiusa di Saint-Pierre, trovo una panca da picnic sotto una tettoia. C’è anche un frigo. Lo apro con speranza e ci trovo… libri. Freschezza culturale lungo il Cammino. Un dono.
A Gimont c’è afa. Attraverso la città, vedo la coppia canadese sotto la tettoia del mercato. È ora di pranzo. Non mi vedono, proseguo. L’alloggio è pronto, il phon mi invita a lavarmi i capelli. Registro la tappa sulle app, esco per la spesa. Passo all’ufficio postale per il timbro, poi al Carrefour. Scelgo con cura: éclair al cioccolato, Vache à boire alla vaniglia del Madagascar, Génoises alle pere, tè alla pesca, cordonbleu e purè, barrette proteiche, banane.
Domani il pellegrinaggio da Sant’Anna di Vinadio a Santiago continua. Ma oggi, tra respiri profondi e desideri freschi, sento che qualcosa è cambiato. Il corpo si adatta, il cuore si apre, la Fede si fa gesto. E forse, è proprio questo il miracolo più grande.

📝 Consigli avventurosi
La tappa da L’Isle Jourdain a Gimont ha uno sviluppo di 22,8 chilometri e un dislivello positivo di 660 metri.
Ho pernottato in un alloggio presso l’Étape Gimontoise 32.
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