Natalie, con la sua premura silenziosa, mi ha lasciato in frigo tutto l’occorrente per una colazione che sa di casa: yogurt, confetture di albicocche e fragole, succo d’arancia, una bottiglia d’acqua fresca, quattro fette di pane, due fettine di prosciutto e due di emmenthal. Mentre lo preparo, sento già l’adrenalina salire. Oggi è la trentatreesima tappa, da Montgiscard a Tolosa, una città che per noi pellegrini ha il sapore dell’arrivo, della svolta.
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▶️ Percorso 3D
Dopo aver divorato tutto, senza sapere se fosse davvero necessario, noto in bagno del detersivo per le stoviglie. Così, per scrupolo, lavo piatti e posate, li asciugo con cura e li rimetto al loro posto — oppure sul vassoio accanto al frigo — lasciando in camera solo quelli che c’erano già. Poi spoglio il letto: le lenzuola e la federa usate le piego e le appoggio sulla piccola panca ai suoi piedi. Ci aggiungo anche l’asciugamano e la tovaglia.
Senza far rumore, con le scarpe da trekking in mano, scendo le scale e mi avvio verso l’uscita. Gli altri ospiti della casa, nelle altre stanze, stanno ancora dormendo.

Da Montgiscard a Tolosa, piena di gratitudine
Alle 7.25 chiudo la porta alle mie spalle. Indosso le scarpe e, percorrendo un breve tratto sulla statale D813, m’immetto sulla pista ciclabile, finalmente al sicuro dal traffico.
L’aria è frizzante, il cielo ancora timido. Cammino lungo il Canal du Midi, un nastro d’acqua che sembra guidarmi con dolcezza. Mi accompagnano ciclisti, runner, e il fruscio delle foglie mosse dal vento. In alcuni tratti, abbandono l’asfalto per immergermi nel sentiero erboso: i miei passi affondano leggermente, e mi sento parte del paesaggio.
Ripenso con gratitudine agli indizi ricevuti nei giorni scorsi. A casa di Isabelle, tra una chiacchiera e l’altra, ho scoperto la storia affascinante del Canal du Midi, e ho collegato la ciclabile dei due mari al grande progetto fluviale che unisce Mediterraneo e Atlantico. Una scintilla si è accesa, e ho ridefinito il mio percorso con entusiasmo.

Da Montgiscard a Tolosa, quando il canale diventa bussola
Oggi il Garmin resta spento: voglio risparmiare batteria, ma soprattutto voglio fidarmi del mio istinto. So esattamente dove andare. Basta seguire il canale, lasciarmi condurre. E così, passo dopo passo, Tolosa si avvicina. La periferia mi accoglie con il suo fermento. Sento che sto entrando in qualcosa di grande.
Da un lato si allineano barche abitative, alcune ampie e accoglienti, altre più raccolte. I vasi di fiori sui ponti e i panni stesi al sole raccontano una quotidianità essenziale, vissuta con grazia nello spazio minimo. Dall’altro lato scorrono impianti sportivi e scuole, in un ambiente ordinato e gradevole, che accompagna il cammino con discrezione.
A un certo punto, il paesaggio cede il passo alla città vera e propria: rumori, traffico, persone che si muovono in ogni direzione. Continuo a seguire il Canal du Midi, lasciando che il suo corso mi guidi ancora un po’, ignorando le frecce del Cammino di Santiago che vorrebbero condurmi verso il centro.

Da Montgiscard a Tolosa, il gusto della libertà
Finalmente mi decido a lasciare la strada che sto seguendo: è ora di cercare un posto dove pranzare. Le toilette pubbliche, con il loro aspetto futuristico da piccole astronavi, riescono persino a distrarmi dal bisogno che mi tormenta da un po’. Poco dopo, incrocio due gendarmi che scortano un giovane in manette: una scena che mi ricorda quanto possa essere complesso sentirsi davvero al sicuro in una città così grande.
È mezzogiorno. Ho fame, ma anche voglia di celebrare questa tappa, conclusa in fretta e con soddisfazione. Tolosa mi si offre davanti, e ho tempo per gustarla, per respirarla, e persino per organizzarmi per andare a messa.
Scelgo un locale che serve street food, semplice e perfetto per me. Prendo un éclair al cioccolato, una Coca Cola e una cosa quadrata, scaldata al forno, che sembra pizza ma non lo è. Cammino solo pochi passi e trovo una panca all’ombra, in un parco animato da persone che si rilassano, chiacchierano, mangiano. Mi siedo all’estremità, appoggiando lo zaino accanto a me.
Mi guardo intorno. La frenesia cittadina sembra dissolversi in questo angolo verde. Una donna si accomoda all’altro capo della panca. Mangio lentamente, assaporando ogni boccone di questo cibo semplice ma gustoso, che sazia la mia fame e mi riconnette al presente. Ora sono pronta: mi aspetta la basilica di Saint-Sernin, di cui ti parlerò nel prossimo articolo.

Hai già visitato Tolosa?
📝 Consigli avventurosi
La tappa da Montgiscard a Tolosa ha uno sviluppo di 21,5 chilometri e un dislivello positivo di 870 metri.
Ho pernottato presso l’ostello Petite Auberge Saint Sernin.
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