Ci sono giorni che iniziano con un abbraccio e finiscono con una conchiglia. Il 29 maggio 2025, festa dell’Ascensione in Francia, cammino per oltre 40 chilometri da Tolosa a L’Isle Jourdain. Ma più che una tappa è l’ennesima trasformazione. Tra sentieri, incontri, canti e silenzi, sono sempre più consapevole che non sono io a disegnare il Cammino. È lui che sta disegnando me.
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▶️ Percorso 3D
La giornata inizia con gesti semplici e silenziosi. Mentre Sophie è sotto la doccia, io preparo il mio zaino, getto lenzuola e federa nell’apposito cesto in corridoio. Indosso il mio gilet antivento. Faccio colazione con biscotti ripieni alla ciliegia e thè verde freddo alla menta.
Un ultimo sguardo alla stanza, un ultimo codice digitato per aprire il cancello. Alle 6.30 ci abbracciamo e prendiamo percorsi differenti. Non so se ci rivedremo lungo il Cammino, ma forse ci ritroveremo nel cammino della vita. Magari proprio a Sant’Anna di Vinadio.

Da Tolosa a L’Isle Jourdain: un incontro con Maria Maddalena
La città si dissolve lentamente, lasciando spazio a sentieri, parchi fluviali e paesaggi agricoli. Passo sopra e sotto l’autostrada, incontro ciclisti e corridori.
A Pibrac, una chiesa mi chiama da lontano. Trovo acqua, toilettes e il punto di accoglienza del santuario di Santa Germana ad aspettarmi. Riesco a timbrare le credenziali prima che la messa inizi. Racconto alle donne presenti della mia tappa e della messa vespertina a cui ho partecipato ieri a Tolosa. Oggi in Francia si festeggia l’Ascensione, una festa molto importante per noi cristiani, e ogni passo sembra più sacro.
Dopo una breve pausa al bar del paese, sotto lo sguardo di un cane assonnato, scopro che la chiesa che desideravo visitare è dedicata a Santa Maria Maddalena. Mi emoziono. Entro, prego, ascolto i canti. Osservo da lontano il reliquiario di Santa Germana.
Riparto con il cuore più leggero.

Da Tolosa a L’Isle Jourdain: ombre amiche e sentieri protettivi
Un ciclista mi augura buon cammino e mi ricorda che mancano 1.200 chilometri per raggiungere Santiago. Ma io, in queste due settimane, arriverò “solo” fino a Lourdes. A Léguevin mi concedo una pausa dolce: pain aux racines, éclair al cioccolato e Coca Cola.
La presenza della stazione ferroviaria mi porta a riflettere se prendere il treno come fanno alcuni pellegrini. Ma no: io voglio farlo tutto a piedi. Il Cammino mi chiama, e io rispondo.
Cammino lungo la statale, ma oggi è festa e il traffico è lieve. Trovo una deviazione più sicura, e con gioia rientro nel tracciato che avevo preparato. Il piede destro fa male, ma i sandali mi aiutano a sopportare il fastidio. Vedo la città avvicinarsi. È un conforto visivo e spirituale.

Da Tolosa a L’Isle Jourdain: al Gîte in buona compagnia
Al Gîte comunale di L’Isle Jourdain mi accoglie Lisa, pellegrina tedesca. Mi mostra tutto con gentilezza. Condividiamo la stanza, mentre tre ragazze occuperanno l’altra. Conosco anche una coppia canadese, che occupa la terza stanza, che ascolta la mia storia con curiosità.
Dopo la doccia, visito la collegiata di Saint-Martin. E lì, una sorpresa: una zona dedicata ai pellegrini con conchiglie di capasanta su cui scrivere con un pennarello nero. Ne prendo una e lascio il mio segno:
29-5-2025
Nadia from Sant’Anna di Vinadio (Italy)
to Santiago
Accendo due ceri, uno per Saint Martin e uno per Nostra Signora di Lourdes. Penso a Sant’Anna di Vinadio, dove Don Erik ha acceso la prima candela per tutti noi pellegrini che saliremo al santuario durante la stagione estiva.

Il Cammino che disegna me
Aiuto un pellegrino smarrito, Stephen, e lo accompagno al Gîte. Condividerà la stanza da quattro con me e Lisa.
Lisa, notando l’attenzione con cui scrivo sul mio diario le emozioni della giornata, è molto incuriosita dal mio pellegrinaggio. Ed è entusiasta del mio blog. Mi chiama La bloggerine e mi sento parte viva di questo Cammino. Le mostro i video della tappa odierna e dei paesaggi che abbiamo attraversato per arrivare sino a qui. Condividiamo sogni e tappe, anche se in giorni diversi.
Passeggiamo sul lungolago del Grand Lac. Il ristorante è pieno, ma troviamo posto al bar dietro il Gîte. Il Croque Monsieur è molto più di un toast: è un tramezzino grigliato con insalata e pomodorini. Concludo con una gauffre alla Nutella e panna montata. Lisa prende burrata, insalata e sangria. Dividiamo il conto e torniamo in casa prima che le zanzare ci divorino.
Pensavo di aver disegnato il Cammino. Ma è il Cammino che sta disegnando me. Ogni incontro, ogni passo, ogni conchiglia trovata lungo la strada è un frammento di chi sto diventando. Ho lasciato il mio nome su una conchiglia, ma è il Cammino che ha inciso il suo segno nel mio cuore. In questa trentaquattresima tappa, lunga e luminosa, ho incontrato volti, silenzi, canti e strade che mi hanno parlato.
E ora, mentre chiudo gli occhi nella quiete del Gîte, so che domani non sarò la stessa pellegrina di oggi.

📝 Consigli avventurosi
La tappa da Tolosa a L’Isle Jourdain ha uno sviluppo di 40,5 chilometri e un dislivello positivo di 1790 metri.
Ho pernottato presso il Gîte comunale di L’Isle Jourdain.
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Molte persone come te intraprendono il Cammino di Santiago, o parte del cammino per trascorrere momenti di solitudine , riflessione e preghiera e ne escono rafforzati da incontri solo apparentemente casuali. E’ vero che il cammino ti modella ma alla base c’è la volontà di intraprenderlo e io ti ammiro per la costanza e il sacrificio e per saper trovare grandi significati nelle piccole cose
Era da otto anni che il Cammino di Santiago mi corteggiava ma, prima di partire, dovevo capire, tra le varie opzioni, quale fosse quella più adatta a me.
E così, due anni fa, mi sono ritrovata a partire dal santuario di Sant’Anna di Vinadio, in Italia, per raggiungere Santiago pienamente consapevole che, per finirlo tutto, mi sarebbero servite molte settimane di ferie (purtroppo non consecutive). Ma mi sto divertendo tantissimo: paesaggi, incontri ed emozioni mi accompagnano a ogni tappa.
Non sono credente, ma sono molto affascinata dai cammini spirituali. Forse un giorno mi spingerò a provarne uno. Nel frattempo ti seguo!
Non è necessario essere credente per partire per un cammino spirituale. Nel mio caso è però fondamentale per mantenere alta la motivazione per proseguire tra una fase e l’altra aspettando le nuove settimane di ferie.
Io non sono credente, ma ti dico la verità, affronterei comunque un cammino, Magari proprio questo di Santiago, per ritrovare me stessa. Da un paio d’anni ho abbracciato uno stile di vita che segue i cicli della natura e una dieta ayurvedica, e credo che un cammino possa solo sublimare questo mio percorso, Mi rivedo infatti nella tua splendida frase: pensavo di aver disegnato il cammino. Ma è il cammino che sta disegnando me. E’ esattamente quello che vorrei.
Non è fondamentale essere credente per partire per Santiago. Anzi, come dici tu stessa potrebbe completare lo stile di vita che hai abbracciato negli ultimi anni.
Ho camminato con te, tra le conchiglie incontrate e le persone abbracciate. Ho gustato le tue colazioni, sentito la fatica, il dolore e lo stupore. Ho sentito la meraviglia di quanto un cammino possa cambiarci e farci esplorare le parti più profonde di noi. Grazie!
Sembra solo di camminare ma via via che ti addentri nell’esplorazione ti accorgi di conoscere meglio anche te stessa. Soprattutto te stessa.
Ciao Nadia e complimenti per il cammino. Ho guardato con attenzione anche il video e mi ha colpito moltissimo la tua tenacia. Sono stata a Lourdes anni fa, ma non ho ancora vissuto l’esperienza del cammino che, da un lato, mi inscuriosisce molto.
Grazie Libera, il cammino è un’esperienza che mi ha sempre incuriosita e, quando la inizi, non smetti più!
Questo cammino così lungo, svolgendosi in periodi diversi sfruttando le ferie a mia disposizione, mi consente di elaborare ancora di più le emozioni delle singole fasi.
Sono sempre molto affascinata da storie di pellegrini che intraprendono cammini spirituali, forse perché sono in una fase poco “religiosa” nel senso classico del termine da qualche anno a questa parte. So che, come hai scritto anche in altri commenti, non è necessario essere strettamente credenti per intraprendere un Cammino come questo, e dalle parole del tuo articolo ne sono ancora più convinta: la tenacia del proseguire a dispetto di dolori e stanchezza, il piacere di trovare gioia nelle piccole cose, un significato dietro un incontro o una casualità… ti dico solo che qualche anno fa ho scelto di lasciare un lavoro che non mi stava più dando serenità e una delle frasi che mi sono detta è stata “E poi se resto qui non potrei mai prendermi abbastanza giorni per dedicarmi a un’esperienza tipo il Cammino di Santiago”. Non so perché proprio quello, ma forse in un certo senso il Cammino stava “chiamando” anche me… chissà che fra qualche anno non venga a chiederti qualche consiglio in più su come muovermi 🙂
Ciao Alessandra, il Cammino di Santiago mi ha corteggiata per ben otto anni prima che mi decidessi a partire. Qualunque Cammino tu scelga di percorrere, lasciati travolgere dalle emozioni e dalle esperienze e, soprattutto, percorrilo tutto anche se questo vorrà dire spezzarlo in più fasi. Vivilo lentamente.