È da alcuni anni che, puntualmente, penso che mi piacerebbe raggiungere il santuario più alto d’Europa. Ma devo farlo come si deve: in bicicletta o a piedi. Oggi il meteo prevede nubi sparse. È la giornata giusta. Le mie gambe sono davvero pronte per affrontare uno dei trekking più emozionanti di sempre. Devo solo decidere se cimentarmi con un percorso classico o con un anello che ho adocchiato negli ultimi giorni. È così che inizia il mio primissimo pellegrinaggio verso il santuario di Sant’Anna di Vinadio, in provincia di Cuneo.
A mano a mano che, in auto, mi addentro nella valle Stura medito intensamente. Dalla scelta che farò dipenderà l’andamento di tutta la giornata e, soprattutto, i ricordi che porterò per sempre con me. Il fatto che sia indecisa è segno che ho due alternative tra cui scegliere. Su carta le conosco entrambe, ci ho ragionato in tempi diversi. In realtà sul percorso classico da quest’anno è cambiato qualcosa e c’è pure un nuovissimo ponte tibetano da provare.
Le nubi che si spostano velocemente sopra di me mi suggeriscono la presenza di vento in alto. Così, giusto appena prima di parcheggiare, decido che i panorami per oggi non hanno la priorità. Il mio cammino verso il santuario di Sant’Anna di Vinadio si svolgerà partendo dalla frazione Pratolungo di Vinadio.
In questo articolo
- ▶️ Percorso 3D
- Al santuario più alto d’Europa partendo da Pratolungo
- L’antico sentiero per il Santuario di Sant’Anna di Vinadio
- Il Cammino per il santuario di Sant’Anna di Vinadio
- È il momento di salutare il santuario più alto d’Europa
- Quarta tappa: da Vinadio al santuario di Sant’Anna
- Una giornata al santuario più alto d’Europa
- Salire di notte al santuario di Sant’Anna di Vinadio
- La Casa del Randiere al santuario di Sant’Anna di Vinadio
- 📝 Consigli avventurosi
- 🧭 Itinerario
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▶️ Percorso 3D
Al santuario più alto d’Europa partendo da Pratolungo
Ho immaginato tante volte questo momento che ora diventa realtà. Sono le 8.10 e io sono una pellegrina in viaggio per andare a trovare la Nonnina Celeste. A mano a mano che procedo a piedi sull’asfalto ripenso a una delle più belle tappe del Giro d’Italia di sempre. Incollata davanti alla televisione vidi l’impresa di Vincenzo Nibali che, inaspettatamente, vinse il Giro del 2016 alla penultima tappa.
Nominalmente questa salita è di circa 15 chilometri ma, grazie alle scorciatoie nei tornanti, riesco ad accorciarla un po’. Noto con piacere la presenza di alcune fontane. Vengo sorpassata da un ciclista che mi saluta. Ne seguiranno altri.
Sul lato opposto del torrente noto la presenza di un sentiero. Più avanti scoprirò con piacere che si tratta di una parte dell’antico tracciato ripristinato. Grazie a questa novità, da quest’anno, il pellegrinaggio a piedi verso il santuario più alto d’Europa può essere svolto quasi tutto su sentiero. Io oggi proverò questo nuovo percorso solo in discesa.
L’antico sentiero per il Santuario di Sant’Anna di Vinadio
Il mio cammino prende una piega diversa proprio nel momento in cui, attraversato il ponte, identifico quella che sarà la mia strada di ritorno. Felice per questa scoperta percorro ancora alcuni metri su asfalto e, con immenso piacere, identifico la cartellonistica che mi guiderà da qui al santuario di Sant’Anna di Vinadio.
Finalmente imbocco un vero sentiero e, quando mi trovo alla fatidica biforcazione che mi chiede se voglio attraversare o meno il nuovissimo ponte tibetano, non ho dubbi. Lungo il tracciato, solitari qua e là, spiccano coloratissimi gigli di San Giovanni. Sbuco ai Baracconi e mi fermo per una pausa. È presente una fresca fontana ricavata dal tronco di un albero. Mi trovo a metà percorso: mi restano ancora 7,5 chilometri da percorrere. Tra due ore sarò al santuario più alto d’Europa.
Percorro un pezzo su asfalto, taglio i tornanti grazie alle apposite scorciatoie segnalate e, a un tratto, mi trovo di fronte a un immenso vallone da attraversare. Lassù, al centro, appoggiati su una balconata naturale, distinguo degli edifici. È là che devo andare. Questo primo approccio visivo col santuario di Sant’Anna di Vinadio è semplicemente meraviglioso.
Il Cammino per il santuario di Sant’Anna di Vinadio
Il tracciato, per alcune centinaia di metri, è addirittura contornato da pietre disposte ordinatamente in fila. Al di là della carreggiata si trovano poi delle graziose margherite giganti create con pietre dipinte in bianco e giallo. Si tratta di una delle iniziative organizzate dall’associazione Il Cammino di Sant’Anna per promuovere il senso del pellegrinaggio come metafora della vita stessa.
A un tratto è però l’acqua a prendere il sopravvento ma, camminando con cautela, riesco a non bagnarmi i piedi.
Più avanti una palina mi orienta verso la strada provinciale ma un’ultima provvidenziale accorciatoia mi permette di superare il dislivello mancante e di avvicinarmi sempre di più. È presente anche un tratto piuttosto esposto che supero con cautela. Giungo infine sul sagrato del santuario di Sant’Anna di Vinadio, il più alto d’Europa.
Oltre a me ci sono poche altre persone tra cui alcuni ciclisti. Riesco quindi ad apprezzare la pace e la serenità che questo posto riesce a trasmettere. Mi affaccio timidamente all’interno dell’edificio e noto con stupore che il pavimento è in salita. Ciò è dovuto al fatto che è stato costruito su una roccia. Le pareti sono piene di ex-voto di epoche diverse.
È il momento di salutare il santuario più alto d’Europa
Al sole ma al riparo dal vento, mi concedo un meritato pranzo panoramico poco distante dal santuario più alto d’Europa. È giunto il momento di tornare a Pratolungo. Mi attendono undici chilometri in discesa.
Prestando attenzione ai tratti più tecnici che ho già affrontato in salita mi lascio alle spalle la fatica delle quattro ore precedenti. Il sole mi accompagna ancora per un bel po’ ma, a un tratto, si nasconde dietro a cupe nubi. Guardo in direzione del santuario e mi rendo conto che la scelta dell’ultimo minuto sull’itinerario da percorrere è stata la migliore che potessi fare per oggi.
Ai Baracconi faccio una breve sosta per riempire entrambe le borracce con la fresca acqua della fontana. Poi riprendo speditamente l’antico sentiero e attraverso nuovamente con piacere il ponte tibetano.
Infine scopro l’ultima parte del sentiero ripristinato. Scorre parallelo alla strada provinciale ma dall’altro lato del torrente. Frecce e tacche gialle dipinte mi trasmettono la sicurezza di sapere dove sto andando. A un tratto lo sterrato lascia il posto a una strada di collegamento. Consulto il Garmin e la mappa mi conferma che sto andando nella direzione giusta.
Distinguo da lontano la palina che m’indirizza verso l’ultimo tratto di sentiero. Sbuco a poche centinaia di metri dal parcheggio. Mentre raggiungo la macchina iniziano a scendere le prime gocce di pioggia. È stata una gran bella camminata e una delle più emozionanti escursioni della mia vita.
Quarta tappa: da Vinadio al santuario di Sant’Anna
Ammiro molto i pellegrini che partono la sera da Cuneo e, dopo aver camminato tutta la notte, raggiungono il santuario di Sant’Anna al mattino. Tuttavia preferisco un approccio più lento che mi dia anche il tempo di apprezzare le bellezze storiche e naturali della valle Stura.
Nel 2023 eccomi quindi a piedi sul mio primo Cammino. La quarta tappa tutto sommato la conosco già. Stavolta parto da Vinadio alle 7.18 e scendo verso il lago del Forte, attraverso il fiume Stura e arrivo a Pratolungo.
Mi avvio quindi su per il tracciato storico. Il fresco del mattino e l’ombra del bosco rendono la salita piacevole. Fiori e farfalle mi distraggono brevemente. Sono felice e tutto questo colore mi rallegra ancora di più.
Ai Baracconi faccio una sosta per mangiare qualcosa e rifornirmi d’acqua. Verifico sul GPS il tracciato storico da qui al vallone glaciale. Avendo delle perplessità decido di affrontare questo tratto su asfalto. Ovviamente butto un occhio dall’altra parte del torrente e mi convinco di aver fatto la scelta giusta. Passerò di là sulla via del ritorno e, per completezza, ti confermo che questa parte di sentiero storico presenta tratti esposti e umidi.
Nell’ultimo tratto di salita supero una coppia. Più avanti incrocio un pellegrino che scende. Mi racconta che per quarant’anni ha fatto il pellegrinaggio al santuario di Sant’Anna di Vinadio da Mondovì. Ora ci arriva da più vicino. Vedo nei suoi occhi serenità e gioia per esser salito lassù anche quest’anno.
Raggiungo il santuario lateralmente. Sul sagrato ci sono poche persone ma altre ne arriveranno nelle prossime ore. Vengo travolta da una serenità contagiosa. Entro nel bar per prendere un panino speck e brie e, con stupore, vedo appesa una maglia rosa firmata da Vincenzo Nibali.
Una giornata al santuario più alto d’Europa
Il santuario di Sant’Anna di Vinadio, con i suoi 2020 metri di altitudine è il più alto d’Europa. La sua storia inizia intorno all’anno 1000 con una prima cappella Santa Maria di Brasca dedicata alla Vergine Maria fino al 1450 circa quando venne intitolata a Sant’Anna, sua madre. Secondo la tradizione popolare Sant’Anna era apparsa su una roccia poco più su alla pastorella Anna Bagnis.
La Roccia dell’Apparizione dista appena poche centinaia di metri dal santuario. Su di essa è posta la statua di Sant’Anna con Maria bambina. Ai piedi del masso c’è invece la pastorella inginocchiata in preghiera rivolta verso di loro.
Dal santuario di Sant’Anna di Vinadio partono sentieri escursionistici che consentono di effettuare itinerari ad anello e traversate spettacolari. Un motivo in più per fermarsi a dormire qui!
Mi sistemo nella stanza prenotata nel rifugio Excelsior, la struttura più antica collegata al porticato del santuario. Libera del peso dello zaino, che pesa pur sempre undici chili, mi lascio letteralmente travolgere dalla spiritualità del luogo.
Prendo parte a tutte le celebrazioni: Santo Rosario, Santa Messa, Liturgia dei Vespri, Adorazione Eucaristica del mercoledì sera. Tra l’una e l’altra scrivo sul taccuino le emozioni della giornata. Al mattino esco presto per respirare quest’aria pulita ed energizzante. Inaspettatamente, ma con grande piacere, mi trovo a recitare il Santo Rosario camminando sul sagrato insieme ad altre due persone.
Subito dopo entriamo nel santuario per la Liturgia delle Lodi e la Santa Messa. Quassù è tutto amplificato e ogni mio sorriso e buona intenzione arriva direttamente a Sant’Anna. Giunge quindi il momento di tornare a valle e riprendere la mia quotidianità caotica.
Tuttavia, grazie al canale Youtube del santuario di Sant’Anna di Vinadio, posso partecipare virtualmente alle celebrazioni e rivedere le belle persone che ho incontrato lassù.
Salire di notte al santuario di Sant’Anna di Vinadio
La lunga e incredibile estate del 2023 scorre lentamente e sempre più calda. Mi rendo conto di aver bisogno di andare ancora una volta al santuario più alto d’Europa. Libera da ogni preoccupazione decido quindi di cimentarmi nella mia prima salita notturna.
Parto alle 2 da Vinadio. Superati un breve tratto di strada statale e poi la frazione Pratolungo la notte mi circonda protettiva. I rumori del bosco e del torrente scandiscono i miei passi che, regolari, solcano la strada provinciale.
Ai Baracconi mi fermo per la seconda colazione della giornata. Spengo per una manciata di minuti la torcia per ammirare lo splendido cielo notturno punteggiato da tantissime stelle sopra di me. Non ne avevo mai viste così tante!
In lontananza, in alto nel vallone, vedo delle luci. È il primo approccio visivo col santuario. A differenza delle salite diurne mi sembra però più vicino. Di fatto mi restano ancora due ore di cammino e mi rendo conto di essere in anticipo di mezz’ora sulla tabella di marcia. Questo mi fa molto piacere, posso prendermela con calma.
Raccolgo un sasso in mezzo alla strada perché non crei pericoli e lo metto in tasca per lasciarlo poi sul cumulo dei ciapiret.
A un tratto sento distintamente l’abbaio di un cane da pastore che fa la guardia alle sue pecore. Giunta presso il recinto mi trovo davanti a tantissimi puntini luminosi, i loro occhi, che mi fissano con curiosità. È un momento incredibile, magico e intenso.
Nel tratto finale il cielo inizia schiarirsi e posso spegnere la frontale. La tengo comunque in testa nel caso in cui dovessero avvicinarsi eventuali veicoli. Perfino la cintura di Orione mi sembra diversa dal solito. Dopo quasi quattro ore e mezza raggiungo quindi il santuario ancora chiuso.
Il voto dei Vinadiesi
Il giorno successivo, 24 agosto, mi alzo presto per vedere le stelle. Con la torcia frontale in testa scendo una manciata di tornanti fino a raggiungere il Crocifisso. Resto lì per parecchio tempo e vedo pure quattro stelle cadenti. Dopo un paio d’ore torno al santuario per aspettare l’alba da lì.
È il giorno in cui si festeggia San Bartolomeo e, per i Vinadiesi, è una ricorrenza molto importante. La notte del 23 agosto 1664 un furioso incendio si sviluppò nella parte alta di Vinadio. Spirava un forte vento che minacciava di propagare le fiamme a tutto il paese.
Di fronte a questo rischio imminente il Sindaco e i consiglieri comunali fecero voto di un pellegrinaggio annuale al santuario di Sant’Anna se il vento si fosse trasformato in pioggia. La loro preghiera fu esaudita e, da quell’anno, i Vinadiesi ogni anno salgono a piedi al santuario per ringraziare Sant’Anna.
Distinguo nitidamente il suono dei bastoncini da trekking accompagnati da voci e dalle lucine delle torce frontali. Alle 5.40 quattro Vinadiesi, prima di recarsi al lavoro, hanno adempiuto all’antica promessa fatta dai loro antenati. Mi offro di scattare loro la foto ricordo.
È il momento più emozionante della giornata.
La Casa del Randiere al santuario di Sant’Anna di Vinadio
Fino al 2006 presso il santuario di Sant’Anna di Vinadio abitava stabilmente il randiere, una persona incaricata di assistere i viandanti e offrire loro riparo. Sia d’estate che d’inverno. Con la scomparsa di Lidio, l’ultimo randiere, si è chiusa una lunga storia di accoglienza e ospitalità.
Nel 2021 la Casa del Randiere si è trasformata in una sala polifunzionale adatta per ospitare, al piano superiore, concerti, proiezioni, catechesi, conferenze ed eventi. Il piano inferiore è invece uno spazio dedicato alla memoria con un allestimento permanente che spazia dalla storia del santuario ai cammini della fede alle bellezze naturalistiche e culturali della Valle Stura.
Dal 29 giugno al 24 luglio 2024 la sala superiore ospita la mostra fotografica La compagnia della cima.
📝 Consigli avventurosi
A Pratolungo, in prossimità del parcheggio, è chiaramente indicato quale direzione prendere per procedere sin da subito con l’antico sentiero o per cimentarti invece col percorso stradale.
Complessivamente, nella gita in giornata del 2021, ho camminato per 22 chilometri, impiegando 4 ore all’andata e 3 ore e 20 minuti al ritorno. Ovviamente puoi parcheggiare anche più avanti (ad esempio ai Baracconi) ed effettuare il tuo pellegrinaggio da lì. Se, invece, desideri raggiungere il santuario in auto, sono presenti parcheggi sul posto.
Nel 2023 sono invece partita da Vinadio. Ho camminato per 14 chilometri impiegando 5 ore. Ho pernottato presso il santuario più alto d’Europa per vivere pienamente la sua atmosfera accogliente e rigenerante. Eventualmente, se hai la possibilità di camminare due giorni in più, potresti rientrare a Vinadio con una spettacolare escursioni facendo tappa al rifugio Malinvern e passando presso i forti ottocenteschi.
Alla scoperta di altre avventure #CuneoAkm0!
Una acqua minerale viene da quelle zone, vero? Il posto sembra incantevole!
Esatto, l’acqua minerale Sant’Anna di Vinadio arriva proprio da quelle bellissime zone. Il posto è bellissimo, ci tornerò!
Anche io ho pensato tante volte di fare questo percorso a piedi, però purtroppo al momento mi sono limitata al giro ad anello dei laghi, partendo proprio dal santuario. Mio fratello invece ha fatto questa salita in bici – chissà che non sia uno di quelli che hai fotografato perché era il mese scorso ed era insieme a due amici!
Anche il giro che hai fatto tu è bello. L’ampio parcheggio nei pressi del santuario invoglia a considerarlo anche come punto di partenza anziché di arrivo. Io sono andata il 22 giugno, era un martedì!
Ciao Nadia, sono curiosa di sapere com’è l’altro sentiero, non quello per il ponte tibetano. Grazie.
Ciao Francesca, il percorso classico si svolge in gran parte sulla strada asfaltata. Sono presenti scorciatoie su sterrato che permettono di tagliare le curve.