La prima fase del mio pellegrinaggio verso Santiago di Compostela è agli sgoccioli. Desidero che anche questa giornata sia speciale. M’incammino quindi con gioia lungo l’itinerario della sedicesima tappa che mi condurrà da Saint-Remy-de-Provence ad Arles.
In questo articolo
- ▶️ Percorso 3D
- Da Saint-Remy-de-Provence ad Arles: verso Saint Gabriel
- Da Saint-Remy-de-Provence ad Arles: un gelato a Fontvieille
- Una pellegrina all’abbazia di Montmajour
- Da Saint-Remy-de-Provence ad Arles: dalla campagna alla città
- 📝 Consigli avventurosi
- 🧭 Itinerario
- 📽️ Vlog
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▶️ Percorso 3D
Ho dormito in una stanza in campagna appena fuori dalla città. Divoro lentamente il cibo acquistato ieri sera al supermercato. Sono infinitamente grata per il bollitore del thè che mi consente di bere qualcosa di caldo prima di partire.
Mi avvio quindi nel cuore di Saint-Remy-de-Provence cogliendo ogni dettaglio di questa città. Dietro la chiesa sconsacrata di Saint-Charles, oggi utilizzata come galleria d’arte, trovo un parco con un paio di ulivi, qualche panchina e un busto in memoria di Charles Gounod. La sua Ave Maria è la colonna sonora perfetta per scandire questa giornata.
Una leggera pioggerellina mi accompagna lungo la strada.
Da Saint-Remy-de-Provence ad Arles: verso Saint Gabriel
Mi lascio la città alle spalle addentrandomi, ancora su asfalto, tra le campagne. Arriva finalmente la parte sentieristica e l’affronto con piacere. Incrocio altri escursionisti, ben equipaggiati, che marciano nella direzione opposta.
Supero un gruppo che procede più lentamente di me. Oltre agli zaini portano sulle spalle anche bimbi alle prese con le loro prime gite nella natura. Cammino veloce, allungo il distacco, mi ritaglio il mio spazio per gustare ogni passo di questa giornata.
Anche oggi attraverso paesaggi meravigliosi e vedo luoghi unici come la cappella romanica di Saint-Gabriel a Tarascon del XII secolo. Il villaggio che la circondava, oggi estinto, era al crocevia di tre importanti strade romane: la Via Domitia che sto percorrendo io verso la Spagna e che proviene dalle Alpi; la Via Aurelia che invece arriva dall’Italia attraverso la costa; la Via di Agrippa che, da Lione, si spinge a sud verso Arles e Marsiglia.
Ovviamente la cappella è chiusa ma riesco a sbirciare all’interno dal retro. Dalla fessura esce profumo di candela anche se non ce ne sono di accese. È un luogo intriso di storia, chissà quanti viandanti sono passati di qua.
Da Saint-Remy-de-Provence ad Arles: un gelato a Fontvieille
Un brevissimo tratto di asfalto mi riporta tra le campagne della Provenza. La sterrata mi accompagna per un po’. Sbuco quindi sulla D33 e raggiungo il borgo di Fontvieille.
A questo punto mi restano da percorrere una decina di chilometri e ho tutto il tempo per concedermi una pausa. Approfitto della presenza dell’ufficio turistico per timbrare la credenziale. Mi gusto quindi un buon gelato, una coppa Arlesienne alla frutta, insieme a un succo di mela.
E poi mi avvio su asfalto verso Arles. Ai lati della strada ci sono le corsie per i ciclisti quindi ho spazio a sufficienza per camminare. Comunque, qui c’è meno traffico rispetto ad altre strade in cui ho marciato in queste due settimane.
Una pellegrina all’abbazia di Montmajour
Arrivata all’imponente abbazia di Montmajour mi concedo il tempo per visitarla con calma. Ormai Arles è vicina e, dopo due settimane, ho imparato che essere in cammino vuol dire anche fermarmi per guardarmi intorno. Proprio come faccio ogni volta che salgo su a Sant’Anna di Vinadio. Cambia il contesto ma l’effetto wow è simile.
Mescolandomi agli altri visitatori e munita di una guida in italiano mi addentro tra gli ambienti oggi disabitati cercando d’immaginarli ai tempi del loro massimo splendore. Ogni angolo si presta a essere fotografato per diventare memoria di un luogo senza tempo.
Durante tutto il Medioevo ogni 3 maggio affluivano all’abbazia migliaia di pellegrini per ottenere il Perdono di Montamajour, una speciale indulgenza concessa nel giorno della festa dell’invenzione della Santa Croce. Sorrido pensando a quanta strada ho fatto per arrivare sin qui.
Parlerò ancora di questa meraviglia storica in un apposito post di approfondimento.
Da Saint-Remy-de-Provence ad Arles: dalla campagna alla città
Individuo l’indicazione per il sentiero tra la vegetazione. È parallelo alla strada e lo seguo visto che qui non c’è la corsia in più a proteggermi dalle automobili. All’ingresso di Arles, superata la rotonda, devo camminare ancora parecchio per raggiungere l’albergo.
Ignoro i supermercati e procedo dritto. Il centro sembra non arrivare ma quando ci metto piede è bellissimo. Mi piace questa città vivace. I locali si affacciano sulla via e ci sono tante persone sedute ai tavoli.
Ho scelto strategicamente un albergo situato in una via laterale vicino all’anfiteatro per poter gustarmi la città. Cammino ancora un po’ ma senza il peso dello zaino sulle spalle. E, soprattutto, nella direzione opposta a quella in cui pensavo di star andando.
Mi trovo quindi nell’elegante Place de la République con l’obelisco, il municipio, la cattedrale di Saint-Trophime e, sorpresa per me inaspettata, la chiesa di Saint-Anne, oggi sconsacrata ma che fu la prima chiesa cattolica di Arles. Conteneva anche reliquie di Sant’Anna. Oggi ospita mostre temporanee ma sono comunque emozionata al pensiero di aver camminato da Sant’Anna di Vinadio a Sant’Anna di Arles.
Ora è davvero il momento di festeggiare!
📝 Consigli avventurosi
La tappa da Saint-Remy-de-Provence ad Arles ha uno sviluppo di 37,4 chilometri e un dislivello positivo di 1390 metri.
Ho pernottato presso l’Hôtel de l’Amphithéâtre concludendo qui la prima fase del mio pellegrinaggio da Sant’Anna di Vinadio a Santiago.
Per la ripartenza ho invece scelto l’Auberge de Jeunesse HI Arles.