Oggi ti porterò in un borgo situato esattamente all’imbocco della valle Varaita. Ci sono transitata varie volte durante le mie avventure ma non mi ero ancora addentrata nel cuore della sua storia. Finalmente quel giorno è arrivato e te lo racconto volentieri. Scoprirai cosa vedere a Costigliole Saluzzo, in provincia di Cuneo, e ti sorprenderai di quante bellezze storico-architettoniche e artistiche si trovino nel paese.
Ho potuto scoprire tutto questo grazie all’evento culturale Passeggiando tra Palazzi e Castelli organizzato dalla Delegazione FAI di Saluzzo in collaborazione con il Comune di Costigliole Saluzzo e l’associazione Attivamente.
Durante le visite guidate ho anche potuto apprezzare la mostra gratuita Selme – Si Espandono Le Mie Emozioni con le opere dell’artista contemporaneo Domenico Olivero. L’esposizione è in programma a Palazzo Sarriod de la Tour dal 1 al 10 aprile 2023.
Inoltre, all’interno del Salone d’Onore del Palazzo Giriodi di Monastero, ho vissuto un momento di rievocazione storica curato dall’Associazione 5 gennaio 1944 che rende memoria alle 27 persone che, in quella data, senza alcuna colpa, furono trucidate dai nazi fascisti.
Al termine delle visite guidate ho completato la mia esplorazione raggiungendo un paio di punti panoramici e, a mia insaputa, mi sono trovata nel mezzo della corsa ciclistica Gran Premio Esperia in Rosa organizzato dal Velo Club Esperia Piasco dedicato alle donne open e juniores.
In questo articolo
- Cosa vedere a Costigliole Saluzzo: Palazzo Sarriod de la Tour
- Cosa vedere a Costigliole Saluzzo: Palazzo Giriodi di Monastero
- Cosa vedere a Costigliole Saluzzo: la cripta Cristo di Pietà
- Cosa vedere a Costigliole Saluzzo: i castelli
- Cosa vedere a Costigliole Saluzzo: la Big Bench
- Santa Cristina e i resti delle fortificazioni
- 📝 Consigli avventurosi
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Cosa vedere a Costigliole Saluzzo: Palazzo Sarriod de la Tour
La mia giornata a Costigliole Saluzzo inizia alle 10 presso il Palazzo Sarriod de la Tour, una dimora storica settecentesca, oggi sede della biblioteca comunale, che ospita nelle sue sale mostre ed eventi culturali.
L’edificio attuale è il risultato di una lunga serie di interventi che hanno modificato significativamente quella che, in epoca tardo-medievale, doveva essere una semplice casa a torre. Nel sottotetto sono infatti presenti i muri perimetrali di un’antica torre con merlature ghibelline.
Il nucleo abitativo fu quindi inglobato in un successivo imponente ampliamento che diede origine al palazzo nobiliare del Conte Tommaso Alberto Saluzzo che nel 1734 acquistò la signoria sul paese. L’adeguamento dell’edificio richiedeva la creazione di uno scalone e di una galleria di levante. Quella di ponente fu probabilmente costruita per ultima per completare il palazzo. Estintasi la famiglia le proprietà passarono quindi all’unico erede, il Conte Sarriod de la Tour de Bard.
Il palazzo nasconde al suo interno alcuni trucchi per sembrare bello spendendo poco. Quel che conta è il risultato di sorprendere gli ospiti, no?
Gli interventi di restauro effettuati dal Comune di Costigliole Saluzzo ci permettono di apprezzare l’eleganza delle sale e dei soffitti decorati. La bella giornata ci consente inoltre di ammirare la collina con i tre castelli che dominano il borgo medievale da una prospettiva privilegiata. Affacciandoci verso l’esterno vediamo quindi il Parco degli Alteni con un paesaggio agrario storico in cui le viti crescono sugli alberi del frutteto e, tra un filare e l’altro, si coltivano i cereali.
Infine, ma non da meno, la presenza dell’artista Domenico Olivero ci offre l’opportunità di scambiare costruttive riflessioni sul Perché ci si alza la mattina? che hanno portato, nel corso di un anno intero, a imprimere su carta o su tela un semplice gesto che racchiude tutta l’energia del risveglio.
Cosa vedere a Costigliole Saluzzo: Palazzo Giriodi di Monastero
C’incamminiamo brevemente lungo via Vittorio Veneto, l’antica via Maestra di Costigliole Saluzzo. Dopo alcuni minuti raggiungiamo quindi Palazzo Giriodi di Monastero, oggi sede del Comune. L’edificio è in stile barocco e fu costruito intorno al 1740 su progetto di Bernardo Antonio Vittone.
Attraversato il portale d’ingresso, ci troviamo nel grande atrio con volta ripartita da fascioni. Saliamo lo scalone d’onore e raggiungiamo il primo piano. Qui contempliamo le sale di rappresentanza elegantemente affrescate nel 1804 dal torinese Luigi Vacca, scenografo e pittore alla corte del re Carlo Felice.
Ci soffermiamo a lungo nel Salone d’Onore in cui esaminiamo con curiosità i dettagli delle decorazioni: i busti monocromi delle divinità della mitologia greca, i vani a trompe-l’oeil, le figure allegoriche che simboleggiano il trionfo dell’agricoltura e dell’abbondanza. I dipinti dei due lunettoni rappresentano invece le età dell’uomo: l’infanzia del bambino che fa le bolle di sapone, la giovinezza della ragazza, la maturità del guerriero col leone e la saggezza della vecchiaia.
Ci accomodiamo quindi sui divani e sulle sedie che contornano la Sala delle eroine bibliche, anticamente adibita a sala da pranzo. Qui contempliamo le raffigurazioni di Bacco e degli amorini. E ripercorriamo gli episodi biblici proposti nei tre sovraporte. Ognuno ha per protagonista una donna: Miriam che attraversa il Mar Rosso, Giuditta che uccide Oloferne, Giaele che uccide Sisara.
Ceretto, 5 gennaio 1944
Transitiamo nuovamente nel Salone d’Onore sui cui tavoli è esposta la mostra temporanea Ceretto, 5 gennaio 1944. Una data tragica, una pagina di storia che nessuno avrebbe dovuto scrivere e che dobbiamo tenere bene a mente.
Quel giorno 27 persone senza alcuna colpa furono trucidate dai nazifascisti nella frazione Ceretto di Castigliole Saluzzo. I famigliari e gli amici delle vittime hanno costituito un’associazione con cui ricordarli per sempre e promuovere le idee di pace e giustizia.
Uno di loro ci spiega quindi i fatti. Scende nei dettagli. Per ogni foto esposta racconta la storia di qualcuno che non c’è più. E poi c’è chi quel giorno lì era da tutt’altra parte e, arrabbiato per aver perso tutti i suoi amici, è diventato partigiano e ha combattuto per la Libertà.
Quante volte ho ringraziato quei ragazzi che ci hanno lasciato in eredità questo bene inestimabile? Puntualmente ogni anno nel mese di aprile. E lo faccio anche in ogni occasione in cui mi capita di visitare un sacrario a loro dedicato. Ma non saranno mai troppe.
Cosa vedere a Costigliole Saluzzo: la cripta Cristo di Pietà
Il primo dei due tour guidati proposti dalla Delegazione FAI di Saluzzo è terminato. Ho prenotato il secondo per mezzogiorno e, visto che ci siamo attardati lungo il percorso, mi affretto a raggiungere la chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena.
Qui accedo a un locale sotterraneo che conserva un affresco d’inizio XVI secolo raffigurante il Cristo di Pietà attribuito al pittore fiammingo Hans Clemer conosciuto come Maestro d’Elva.
Questo artista dal nome tedesco era nato nelle Fiandre e aveva vissuto in Francia per poi lasciare i suoi capolavori nel Marchesato di Saluzzo, nel cuore del Piemonte. Era un artista viaggiatore e questa peculiarità gli consentì di realizzare opere in uno stile tutto suo in cui univa tratti fiamminghi e tedeschi con iconografie tipicamente provenzali e italiane.
Grazie a un filmato possiamo inoltre visionare parte di un suo ciclo di affreschi a grisailles risalente agli inizi del ‘500 ritrovato nel sottotetto e raffigurante la storia di Santa Maria Maddalena.
Cosa vedere a Costigliole Saluzzo: i castelli
Costigliole Saluzzo si può fregiare della presenza di ben tre castelli: il Castlòt (o Castellotto) e il castello Reynaudi, un tempo posti a difesa della zona, e il castello Rosso, cinquecentesco maniero oggi sede di un albergo esclusivo.
Il Castlòt è oggi un’abitazione privata ma, in occasione dell’evento odierno, apre le sue porte ai soli tesserati FAI. Mi accontento quindi di guardarlo da fuori ed è comunque molto suggestivo. Pensa che, negli anni pari, è l’ambientazione del Presepe Vivente che conta più di trecento partecipanti.
Anche il castello Reynaudi è chiuso al pubblico e, a dirla tutta, pare abbandonato a sé stesso.
Il castello Rosso si presenta in tutta la sua eleganza al culmine del borgo circondato da boschi e vigneti. Entriamo e saliamo al secondo piano. Qui troviamo l’affresco Madonna col Bambino attribuito ad Hans Clemer. Nell’opera compaiono anche Santa Maria Maddalena con una pisside contenente mirra e Santa Caterina d’Alessandria.
Grazie a una spiegazione davvero esaustiva apprezzo in particolare le capigliature femminili, così ricce e, soprattutto, di colore ramato. Un segno distintivo tipico del Maestro d’Elva.
Cosa vedere a Costigliole Saluzzo: la Big Bench
Conclusa la visita guidata, divorato il pranzo al sacco e assistito al passaggio delle cicliste partecipanti al Gran Premio Esperia in Rosa mi dedico quindi alla terza parte della mia giornata a Costigliole Saluzzo. Ovvero faccio un bell’anello panoramico a piedi.
Salgo in via Ceretto e, dopo circa cinquanta metri metri, imbocco via Castagnotta sulla destra. La strada è stretta e in salita. Guadagno quota rapidamente. Un invitante cancello aperto sulla sinistra m’invita a entrare. Costeggio un vigneto e, dopo tre curve, ecco sulla collina la Big Bench numero 20, di colore arancione, a guardia dei frutteti dell’agriturismo Castagnotta.
Il panorama spazia sulla pianura. Sullo sfondo, parzialmente nascoste dalle nubi, riconosco le mie montagne. Le saluto da lontano.
Riprendo la salita su sterrato e, dopo due tornanti, raggiungo l’agriturismo. Proseguo oltre.
Santa Cristina e i resti delle fortificazioni
La stretta strada asfaltata poco trafficata mi porta a un bivio che ben conosco. Ci sono stata varie volte. Svolto quindi con sicurezza in direzione della cappella di Santa Cristina. La raggiungo dopo alcuni minuti.
È una chiesa in stile barocco piemontese con facciata in mattoni a vista costruita su un precedente edificio di epoca romanica. Nel 1984/85 fu restaurata ad opera degli alpini e simpatizzanti del gruppo A.N.A. di Ceretto e di Costigliole Saluzzo.
Si trova nei pressi di uno strategico punto panoramico sulla valle Varaita. L’area antistante la chiesetta è attrezzata come area pic-nic che viene utilizzata volentieri dagli abitanti di Costigliole Saluzzo e dei paesi vicini.
Poco distanti, su una collinetta, ci sono i resti di antiche fortificazioni, ciò che rimane del primissimo castello di Costigliole Saluzzo.
Torno sui miei passi e concludo l’anello transitando accanto ai tre castelli e poi scendendo nuovamente nel borgo.
Quale delle attrazioni di Costigliole Saluzzo t’intriga di più?
📝 Consigli avventurosi
Segui la pagina Facebook della Delegazione FAI di Saluzzo per aggiornarti sugli eventi che organizzano nella zona.
Se c’è una mostra all’interno del Palazzo Sarriod de la Tour, cogli l’occasione per dare un’occhiata ai soffitti delle sale a ammirare il borgo da una posizione privilegiata.
Passeggia nel borgo e lasciati catturare dagli scorci più suggestivi.
Alla scoperta delle avventure #CuneoAkm0!
Non sono mai stata a Costigliole Saluzzo ma sapevo della presenza di una Big Bench quindi, anche solo per questo, è nella lista ovviamente dei luoghi da vedere! Spero di poter venire in queste zone presto e di poterle visitare, magari già a fine aprile!
Ciao Eliana, mi fa piacere che queste zone ti piacciano. Ti aspetto!
Non conosco la provincia di Cuneo e non credo di averla mai presa in considerazione. L’Italia nasconde così tante meraviglie che è sempre più difficile organizzarsi per vederle tutte. Il FAI è un grande punto di riferimento per organizzare weekend alla scoperta di questi borghi nascosti. Ci farò un giro!
Il FAI è veramente uno scrigno pieno di tesori da scoprire in tutta Italia. Ti aspetto nel cuneese!
Questa località offre davvero tanto da vedere e ti assicuro che Castigliole Saluzzo non lo conoscevo proprio. L’aggiunta della Big Bench strizza l’occhio ai nuovi trend e a coloro che cercano posticini altamente instagrammabili, interessante.
Ciao Libera,
le Big Bench attirano sicuramente molti appassionati. Anche i palazzi che ho visitato con la visita guidata organizzata dal FAI hanno angolini altamente instagrammabili.
Ammetto colpevolmente di non aver mai sentito parlare prima di Costigliole Saluzzo e mi sembra un posto perfetto per un fine settimana estivo!
Mi piace particolarmente l’idea di visitare Palazzo Giriodi ma in realtà quello che ha davvero attirato la mia attenzione è “Perché ci si alza la mattina?”.
E’ da una vita che io la mattina… vegeto. Sembro una piantina che fa la fotosintesi. Stessa mobilità. E la piantina almeno ha più vitalità e entusiasmo di me, giuro! Quindi dovrò passare e scoprire il segreto nascosto dietro questa domanda!
Se vuoi approfondire questo discorso ti consiglio di seguire i profili social di Domenico Olivero, l’artista che ha allestito la mostra temporanea. La breve chiacchierata con lui è stata sicuramente istruttiva. E adesso anch’io al mattino mi interrogo su come si evolverà la giornata in base all’energia che ho al risveglio.
E’ stata una scoperta il tuo articolo, non conosco la zona e devo dire che è davvero un posto dove fermarsi a dare una bella occhiata. Bello l’articolo.
Ciao Lara, mi fa piacere che il mio articolo ti abbia incuriosita. Chissà che la zona non diventi una delle tue prossime tappe…
Interessante questa escursione come tu sai sono spesso nel cuneese per cui potrei organizzarmi e visitare questo borgo delizioso, non sapevo poi che anche qui ci fossero le panchine giganti, un’escursione ancora più up to date 😍
Ciao Arianna, come sai punto molto a far conoscere il mio territorio quindi questo potrebbe essere uno spunto per una delle tue giornate nel cuneese. A presto!