Alcuni posti li scopro andando alla ricerca di tracce storiche. Altri, come avrai sicuramente capito se mi segui da un po’, percorrendo curiosi itinerari che contengono i ben noti geocache. Spesso capita che le due cose coincidano. È proprio così che mi sono trovata a raggiungere per la prima volta il Forte Neghino in valle Stura, in provincia di Cuneo. Oggi, complice la bella giornata sgombra da nubi, ci ritorno con piacere per mostrarlo anche a te.
Vinadio, in provincia di Cuneo, è un paese di 603 abitanti situato in valle Stura. Sono presenti ampi parcheggi pubblici in cui puoi lasciare l’automobile. Per comodità approfitto della prima piazza che trovo sulla sinistra. Alcune centinaia di metri più avanti, oltrepassate le fortificazioni, puoi contare su un grande piazzale sterrato e sull’area per picnic attrezzata con tavoli.
Iniziamo l’escursione?
In questo articolo
▶️ Percorso 3D
Forte Neghino: partenza da Vinadio
Attraverso la strada e imbocco via Neghino. Una palina segnavia e le prime tacche bianco-rosse mi guidano verso la destinazione. Raggiungo quindi la caratteristica cappella di San Defendente, situata in posizione panoramica al termine dell’omonimo villaggio residenziale. Qui è presente una fontana. Una lapide ricorda per sempre alcuni Partigiani caduti per la libertà.
Proseguo ancora per un tratto su asfalto. Una palina m’indirizza quindi sulla strada ex militare che conduce direttamente al Forte Neghino. Il percorso è lungo e leggermente in salita. Ignorando le scorciatoie presenti affronto i tornanti sorretti da robusti muri di pietra.
La salita termina alla borgata di Neghino. Qui trovo prati immensi e alcune baite finemente ristrutturate. Un tavolo da picnic in legno e una simpatica fontana poco distante m’invitano a concedermi una pausa ristoratrice. Sono d’accordo ma, prima, voglio dare un’occhiata in giro.
Il Forte Neghino protegge Vinadio
Il Forte Neghino è una delle opere di difesa militare costruite nel 1875 a protezione del sottostante forte Albertino e di Vinadio da eventuali invasioni.
È di forma ellittica ed è circondato da un ampio fossato. Purtroppo è privo del ponte levatoio e, quindi, non è visitabile. I frassini inoltre stanno lentamente invadendo la parte esterna limitando la visuale. La torre, a due piani, è dotata di dieci bocche d’artiglieria al livello superiore e di strette feritoie per la fucileria a quello inferiore.
Dalla balconata panoramica situata accanto al forte apprezzo dall’alto Vinadio e il Forte Albertino. Ma anche il vallone di Sant’Anna e quello di Neirassa. Tra le montagne spiccano la cima Corborant, il Becco Alto dell’Ischiator e il monte Nebiùs.
Dal Forte Neghino a Vinadio
Accanto al Forte Neghino parte una mulattiera segnalata dalla palina per Lentre. È la via che utilizzo per proseguire il mio percorso ad anello. All’ombra di betulle, frassini e pini m’incammino verso il valloncello che scende dalla Punta del Fò.
Un bivio segnalato da una palina ben protetta dalla roccia mi suggerisce un sentierino che scende diretto a Vinadio. Lo ignoro e proseguo per Lentre. Lungo la via mi fermo a controllare l’effettiva presenza di alcuni dei geocache che avevo trovato durante la mia prima escursione.
Una bella fioritura di ginestre colora la mia pacifica marcia. Raggiungo quindi ciò che resta dell’antica borgata Lentre. In realtà trovo ben più di un mucchio di pietre abbandonate. L’unico edificio ancora ben conservato mi offre un quadro dell’architettura montana del 1891, l’anno che è inciso sulla facciata. Protetto dalla collina retrostante presenta ancora tutti e quattro i livelli ovviamente svuotati di ogni arredo.
Vinadio e le sue fortificazioni
Raggiungo e oltrepasso il ponte di legno. Lo sterrato lascia presto il posto all’asfalto. La discesa prosegue veloce e mi trovo a transitare accanto al santuario della Madonna del Vallone. Sono proprio alle spalle di Vinadio e all’inizio del vallone di Neirassa.
Il santuario è di origini seicentesche e fu edificato proprio in questo luogo a protezione delle frequenti esondazioni. Lo spazio antistante la chiesa è adibito anche a sacrario per le vittime di guerra. Alcuni tavoli in cemento all’ombra invogliano a una breve sosta.
Proseguendo la discesa su asfalto arrivo direttamente a una porta del Forte Albertino che mi conduce nel centro di Vinadio. Lo esploro con curiosità. Entro nella chiesa parrocchiale di San Fiorenzo. Contemplo i grandiosi altari seicenteschi in legno scolpito, dipinto e dorato. E la grotta di Lourdes del 1960.
Esco e mi avvicino sempre di più alle fortificazioni. Mi ci addentro senza indugio.
Conoscevi già Vinadio e le sue fortificazioni?
📝 Consigli avventurosi
A Vinadio sono presenti ampi parcheggi pubblici in cui lasciare la tua automobile.
In questo itinerario è presente la processionaria del pino. Nei mesi di marzo e aprile le larve lasciano i nidi dando luogo alle tipiche processioni. Fai attenzione perché sono urticanti sia per te che per il tuo eventuale amico a quattro zampe.
Al termine della camminata avventurati nel Forte Albertino, uno degli esempi di architettura militare più significativi dell’intero arco alpino. Una parte è liberamente visitabile. Per quella fruibile solo con visite guidate consulta il calendario delle aperture sul sito ufficiale.
Alla scoperta di altre avventure #CuneoAkm0!
Bellissimo post, molto accurato! Mi fa davvero strano sapere che posti così belli non sono tanto lontani da casa mia e nonostante questo non sono ancora riuscita a visitarli?
Non è mai troppo tardi per visitarli 🙂
Vero ❤️