Il geocaching, sin dalle prime uscite, mi ha fatto scoprire punti panoramici bellissimi e itinerari divertenti su cui cimentarmi. Alcuni owner (i creatori di nuovi geocache) si avventurano nei luoghi a loro cari e li abbelliscono coi loro piccoli tesori. A richiesta talvolta forniscono una traccia GPS con cui orientarti. Oppure le cache sono disposte in sequenza numerica e il tracciato s’intuisce da sé. È così che ho affrontano per la prima volta il giro dei piloni in valle Vermenagna.
Studiato il percorso sulla carta e reperita in rete una traccia GPS di riferimento, affrontai quindi la mia nuova caccia al tesoro. Le scatolette da trovare erano ben sei e, per me che ero a inizio carriera, erano un buon campo di prova su cui farmi le ossa. In realtà la traccia a mia disposizione toccava solo quattro dei piloni che dovevo trovare. In seguito scoprii che i due restanti non erano molto lontani. L’escursione che vi racconto oggi include quindi la doverosa deviazione per raggiungere tutte e sei le tappe in un’unica uscita. Per completare l’anello, trattandosi di sentieri secondari, è fondamentale poter contare sulla traccia GPS.
In questo articolo
- ▶️ Percorso 3D
- Giro dei piloni: partenza da Roccavione
- Pilone d’Arnostia
- Pilone del Bric Berciassa
- Giro dei piloni: in discesa verso il pilone della Bercia
- Pilone della Battaglia
- Giro dei piloni: deviazione verso il colletto del Moro
- Giro dei piloni: ritorno e pilone bonus
- 📝 Consigli avventurosi
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▶️ Percorso 3D
Giro dei piloni: partenza da Roccavione
Il giro dei piloni si svolge in gran parte sulla dorsale spartiacque tra i comuni di Roccavione e Boves per poi sconfinare a Robilante, tutti in provincia di Cuneo. Per farla breve parti dalla valle Vermenagna per poi affacciarti timidamente sulla valle Colla.
Ovviamente puoi tentare un approccio in senso inverso che permette di scoprire altre peculiarità del territorio. Tuttavia il percorso che ho scelto coincide col sentiero archeo-naturalistico promosso dal comune di Roccavione. La camminata è quindi l’occasione per fare la conoscenza delle scoperte archeologiche effettuate sul Bec Berciassa tra il 2017 e il 2019.
Lasciata l’automobile in località Dormiosa a Roccavione raggiungo in pochi minuti Tetto Sales. Sulla parete di una vecchia casa ci sono due affreschi: la Madonna del Rosario tra i Santi Antonio e Giuseppe e, poco distante, San Grato.
Qui trovo anche il primo di una serie di pannelli informativi. In questo punto inizia ufficialmente il sentiero. Seguendo le indicazioni lungo il percorso e le tacche bianco/rosse su pietre e alberi avrò sempre un aiutino per trovarmi sulla giusta via.
La salita mi porta ad attraversare boschi di castagno, i caseggiati di Tetto Giaco Giuli e di Tetto Patacina. Infine giungo a un incrocio che, con una piccola deviazione, mi permette di raggiungere il primo dei sei piloni di oggi.
Pilone d’Arnostia
Sono in cammino da quaranta minuti quando mi trovo in prossimità del pilone d’Arnostia o Renostia. È collocato in uno strategico punto panoramico da cui ammirare Roccavione, Borgo San Dalmazzo, Cuneo, la Bisalta e il monte Matto. Durante le giornate più limpide puoi anche scorgere il Monviso e le Alpi valdostane.
La breve pausa è anche il momento giusto in cui cercare il primo geocache della giornata.
Qui vicino anticamente sorgeva il castello di Renostia, un possedimento angioino in cui venne in visita la regina Giovanna d’Angiò nel 1378.
Pilone del Bric Berciassa
Torno all’incrocio precedente e proseguo in salita. Mi trovo esattamente sullo spartiacque tra i comuni di Roccavione e Boves. Dei ripidi saliscendi mi portano a raggiungere il Bric Berciassa con l’omonimo pilone.
Qui la ricerca del geocache è più difficoltosa. Ricordo di aver dovuto tentare un paio di volte prima di trovare il contenitore. Ovviamente con un po’ di fortuna ci puoi riuscire in pochi minuti.
Ora posso finalmente apprezzare il panorama anche da qui. Con cautela procedo sulla dorsale e, poche centinaia di metri dopo, mi trovo nei pressi di uno stretto e profondo anfratto roccioso. È conosciuto come il Garb d’la reina Jana (buco della regina Giovanna). Il toponimo richiama alla figura di Giovanna d’Angiò, regina di Napoli che, secondo la leggenda, qui si ritirò nel 1378 per fare penitenza come ordinatole dall’abate di Pedona.
Giro dei piloni: in discesa verso il pilone della Bercia
Proseguo in discesa, a tratti piuttosto ripida, e giungo al colle della Bercia. L’omonimo pilone è in pessimo stato di conservazione.
A memoria cerco di rintracciare la cache ma sembra sparita. A differenza degli altri piloni è passato più tempo dall’ultimo ritrovamento.
Ignoro il sentiero in discesa sulla sinistra che conduce a Boves e anche quello a destra. Procedo dritto e in salita lungo la dorsale. Giunta in cima il sentiero si allarga e inizia a scendere nel bosco di castagni.
A un tratto, sulla sinistra, appare un prisma di pietra alto circa 70 centimetri. Si tratta del Cippo dei tre Confini. Sulle tre facciate sono infatti incise le iniziali dei tre comuni confinanti: Boves, Robilante e Roccavione.
Pilone della Battaglia
Proseguo la camminata e, all’improvviso, il bosco finisce. Davanti a me si presenta un ripido pendio erboso che salgo con scioltezza. Proprio in cima c’è una casetta di legno, anticamente punto di arrivo di uno skilift artigianale.
Raggiungo quindi il punto più alto dell’escursione, il pilone dell Battaglia. Sorge sul luogo in cui, secondo la tradizione, le truppe angioine furono sconfitte da quelle dei marchesi di Saluzzo e Busca, perdendo così il controllo su Boves, nel 1275.
Il geocache collocato in questa zona mi stupisce per la sua originalità. La prima volta impiegai parecchi minuti per trovarlo ma, una volta capito dove cercare, diventa facilissimo.
Giro dei piloni: deviazione verso il colletto del Moro
Cammino speditamente verso il colletto del Moro. Inizio a sentire un certo languorino e, per la pausa pranzo, desidero fermarmi nel punto più lontano del tracciato. Dopo appena un quarto d’ora avvisto il recente pilone di San Grato.
Il geocache si trova qualche metro di distanza. Tuttavia oggi non riesco a raggiungerlo per via dell’erba alta.
Proseguo per un ulteriore quarto d’ora e, infine, giungo in prossimità del pilone del Moro. Si trova al crocevia di due strade asfaltate, una proveniente da Boves e l’altra da Robilante.
Secondo la tradizione il pilone fu eretto in seguito alla cacciata dei Saraceni nell’undicesimo secolo. È per questo motivo che vi è raffigurato un angelo moro vestito di bianco.
Anche in questo caso per il geocache devo guardarmi intorno. È il sesto e ultimo della giornata. Complessivamente ho accumulato esperienze diverse sui nascondigli. Mi torneranno utili nelle future ricerche e, soprattutto, per immaginare dove collocare le mie scatolette.
Giro dei piloni: ritorno e pilone bonus
Dopo la pausa pranzo è il momento di tornare sui miei passi per una parte del percorso. Essendo munita di traccia GPS con cui orientarmi, intercetto il sentiero che m’interessa subito prima del pilone della Battaglia. Tuttavia, se vuoi ricalcare esattamente il sentiero archeo-naturalistico, devi spingerti fino al pilone della Bercia e quindi scendere a sinistra.
Per vedere le costruzioni ancora abbastanza solide di Tetto Bercia e le strutture in pietra di Tetto Cerato occorre effettuare una deviazione. Ma con la mia traccia io ci sto passando direttamente. Me ne accorgo quando m’imbatto in pannelli informativi in mezzo al bosco che m’illustrano le peculiarità del territorio e l’importanza dei castagni in passato.
Lungo il sentiero di colle Bercia trovo le solite tacche bianco/rosse su pietre o alberi. Scendo ad ampi tornanti nel vallone e arrivo a Tetto Cin Bianco finemente ristrutturato.
Proseguo in discesa e supero, in sequenza, Tetto Noisa Soprano, Tetto Giulia e Tetto Filatural. Mi trovo davanti al pilone di San Giovanni da cui parte il relativo vallone. Qui non ci sono tesori da cercare ma ormai l’escursione è quasi finita. Il premio è tornare all’ammiraglia felice per aver trascorso un’emozionante giornata nei boschi.
📝 Consigli avventurosi
Il trekking così come l’ho interpretato io ha uno sviluppo di 12,3 chilometri e un dislivello positivo di 688 metri. L’ho percorso in quattro ore e mezza. È un giro che permette di scoprire bei punti panoramici oltre a un po’ di storia e cultura locale.
Alla scoperta di altre avventure #CuneoAkm0!