Il campanile di Curon, custode silenzioso di un paese sommerso
Trentino-Alto Adige

Oltre le mele c’è di più!

La Val Venosta è un luogo dove il vento porta con sé storie antiche e paesaggi che sembrano usciti da una fiaba. Cinque giorni bastano per scoprire i suoi tesori: il Lago di Resia con il campanile sommerso, la ciclabile Claudia Augusta, i borghi medievali e le montagne che incorniciano l’Alto Adige.

In questo articolo ti propongo un itinerario di 5 giorni in Val Venosta, con consigli pratici e spunti spirituali per vivere il viaggio con lentezza e meraviglia.

L’idea di una vacanza in Val Venosta fa capolino nell’estate del 2018. Ho appena iniziato a dedicarmi al geocaching e noto con piacere che, durante il viaggio, potrei fare un po’ di pratica nella ricerca delle scatolette nascoste dagli altri utenti. In particolare vorrei collezionarne al più presto venti per poter iniziare a posizionarne anch’io.

Parto in treno da Mondovì sabato 25 agosto alle 6.32. Circa dieci ore dopo mi trovo nella mia stanza presso il grazioso Hotel Maraias a Burgusio. Tutto sommato poco importa se al mio arrivo sta piovendo, preferisco senza dubbio tempo bello per i prossimi giorni.

Giorno 1 – Lago di Resia e Curon Venosta

  • Cosa vedere: il celebre campanile che emerge dalle acque, simbolo di un paese sommerso.
  • Esperienza: passeggiata lungo le rive, possibilità di kitesurf in estate o ciaspolate in inverno.
  • Consiglio pratico: il vento qui è costante e pungente, porta sempre con te una giacca antivento.

Per domenica 26 agosto ho in mente un giro ai laghi. Siccome nella notte sulle alture ha nevicato, fa freddo e devo rinunciare alla visita alla sorgente dell’Adige e ai bunker del vallo alpino. Da una parte questo significa rinunciare momentaneamente a una fondamentale pagina di storia. Tuttavia vuol dire aver più tempo da dedicare alla passeggiata attorno ai singoli laghi.

Hotel Maraias a Burgusio in Val Venosta
Hotel Maraias a Burgusio in Val Venosta (agosto 2018)

VenostaCard

In albergo mi hanno consegnato la VenostaCard, un lasciapassare per me indispensabile per spostarmi coi mezzi pubblici. A una prima occhiata sono molte le strutture convenzionate che la forniscono gratuitamente ai propri clienti. In altre parole è un incentivo a visitare questa valle ricca di storia e a lasciare a casa l’automobile per rilassarsi completamente. A conti fatti si risparmiano i 28 euro necessari per l’acquisto di una Mobilcard settimanale e si ha diritto a interessanti sconti nei musei. In particolare è tutto spiegato sulla brochure che ti consegnano in albergo. Se occasionalmente capita che la carta si smagnetizzi, alla reception ne consegnano subito una nuova.

Prima di partire mi sono premurata di scaricare e stampare gli orari degli autobus che possono servirmi per i miei spostamenti: 273 (Martina – Nauders – Resia – Curon – Malles) e 274 (citybus Sluderno – Glorenza – Malles – Burgusio). Arrivando a Burgusio ho subito adocchiato le relative fermate per sapere dove farmi trovare per sfruttare al massimo i mezzi di trasporto a mia disposizione.

Il campanile di Curon, custode silenzioso di un paese sommerso
Il campanile di Curon, custode silenzioso di un paese sommerso

Lago di Resia

Anticamente il lago di Resia era molto più piccolo ed era vicino al lago di Curon. I due bacini furono uniti dalla costruzione di una diga nel 1950 che portò all’allagamento del paese di Curon Venosta che, di conseguenza, venne ricostruito più a monte. Oggi dell’antico borgo resta solo il campanile trecentesco. Secondo la leggenda, durante le giornate più ventose, si odono ancora le campane suonare…

Il campanile che resiste alle acque è più di un monumento: è un simbolo di memoria e speranza. Guardarlo significa ricordare che ogni viaggio porta con sé storie di perdita e rinascita. È un luogo che invita al silenzio e alla contemplazione, perfetto per iniziare il cammino con uno sguardo interiore.

Il lago di Resia, con i suoi sei chilometri di lunghezza e un chilometro di larghezza nel punto di maggior distanza tra le sponde, è di sicuro il più grande bacino dell’Alto Adige. D’estate poi, grazie al forte vento, è possibile praticare il kitesurf.

Durante la mia permanenza in val Venosta mi sono fatta l’idea che il nome sia in realtà l’anagramma di Ventosa. Avrei tutto il tempo per fare il giro completo a piedi intorno al lago di Resia ma, vista l’aria fredda che continua a soffiare, preferisco in questo caso particolare limitarmi a farne solo una parte fino a raggiungere la zona di lancio e atterraggio.

kitesurf sul lago di Resia in Val Venosta
kitesurf sul lago di Resia in Val Venosta

Lago di San Valentino alla Muta

Dopo la pausa pranzo in pizzeria, prendo al volo l’autobus e scendo pochi chilometri dopo. Il lago di San Valentino alla Muta, con la sua circonferenza di appena cinque chilometri, è ideale per una rilassante passeggiata. Il percorso è costellato di panchine e tavoli da pic-nic. Inoltre si costeggiano canneti e s’incontrano le anatre. Poi c’è una lunga e suggestiva passerella in legno e si arriva sul lato boscoso del lago. Insomma il contatto con la natura è continuo e appagante.

Questo primo giorno è un’immersione nelle radici della valle: natura, storia e spiritualità si intrecciano, creando un inizio di viaggio che resta nel cuore.

lago di San Valentino alla Muta in Val Venosta
lago di San Valentino alla Muta in Val Venosta

Giorno 2 – Pedalando sulla ciclabile Claudia Augusta

La Val Venosta si scopre anche al ritmo lento delle ruote. La ciclabile Claudia Augusta, che segue l’antica via romana congiungendo Venezia al Danubio, è un percorso che unisce storia e natura, attraversando meleti, castelli e borghi pittoreschi. È considerata una delle ciclabili più belle d’Europa e regala emozioni a ogni curva.

Lunedì 27 agosto ne percorro il tratto di 61 chilometri quasi completamente in discesa da Malles Venosta a Merano. Di questa divertente esperienza parlo approfonditamente nel post Bici, vento e mele.

Pedalare lungo la Claudia Augusta è un esercizio di lentezza e contemplazione. Ogni chilometro diventa un invito a respirare, osservare e lasciarsi sorprendere. È un cammino che ricorda i pellegrinaggi antichi: la strada come maestra, il paesaggio come compagno di viaggio.

Questo secondo giorno è dedicato al movimento e alla scoperta: la ciclabile Claudia Augusta ti porta dentro l’anima della Val Venosta, tra storia e natura, con la leggerezza di un viaggio su due ruote.

pista ciclabile della Val Venosta
pista ciclabile della Val Venosta

Giorno 3 – Mustair, Glorenza e l’abbazia di Marienberg

Martedì 28 agosto mi dedico a una rilassante giornata culturale. Prendo il postale per Mustair e, quindi, sconfino in Svizzera! E la particolarità che m’incuriosisce più che mai è leggere lo stesso pannello informativo in quattro lingue diverse: tedesco, italiano, inglese e romancio.

Monastero di San Giovanni Battista

Mi fermo proprio davanti al famoso monastero di San Giovanni Battista, riconosciuto nel 1983 Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Oggi è un convento abitato da suore benedettine.

Il biglietto d’ingresso costa 12 CHF ma si può pagare anche in euro.

Il museo del monastero è situato nella Torre Planta. Contiene i locali rappresentativi delle badesse, gli spazi abitativi, i dormitori, le sale di preghiera e un piccolo salotto. Mi sconcerta notare quanto sia piccolo il letto… all’epoca erano quindi piuttosto basse?

Il negozio del convento, la cosiddetta Butia, propone articoli di artigianato, devozionali e piccoli oggetti ornamentali realizzati dalle suore. Ci sono anche materiali informativi sulla Val Monastero e la Val Venosta.

Mentre aspetto l’autobus noto un cartello facente parte di un percorso escursionistico. Capisco subito che fa parte di uno dei tanti cammini dedicati a San Giacomo.

chiesa del monastero benedettino di San Giovanni a Mustair
chiesa del monastero benedettino di San Giovanni a Mustair

Glorenza, la città più piccola dell’Alto Adige

Risalgo sul postale e torno in Italia. Faccio tappa a Glorenza, la città più piccola dell’Alto Adige. Ci ero già passata ieri in bici rimandando a oggi la visita vera e propria. È uno dei borghi più belli d’Italia ed è caratterizzata dalle mura medievali perfettamente conservate che creano un’atmosfera fiabesca.

Passeggiare tra le sue vie è come aprire un libro di storia, dove ogni pietra racconta secoli di vita. In Val Venosta è l’unico centro abitato dotato di portici. Gli edifici del Cinquecento e la piazza del Mercato con la fontana sono davvero affascinanti. Noto molte biciclette parcheggiate qui e decido di pranzare. Con perfetto tempismo trovo un tavolo libero.

Ho ancora un po’ di tempo prima del prossimo autobus e colgo l’occasione per visitare un’istruttiva mostra dedicata al disegnatore e caricaturista Paul Flora. L’ingresso al museo costa cinque euro e trasporta in una dimensione fantastica popolata dai corvi tanto amati da questo artista. L’amore della città nei suoi confronti è immenso. Del tutto casualmente, poco dopo, mi capita di passare davanti alla sua ultima dimora.

Glorenza è un luogo che invita al raccoglimento. Le sue mura chiuse proteggono un silenzio che diventa quasi meditazione. È un borgo che ricorda la bellezza delle cose piccole e custodite, un invito a riscoprire la forza della semplicità.

Fuori dalle mura m’imbatto in una targa che ben conosco ma che non mi aspetto di trovare qui. M’interessano molto i cammini dedicati a San Giacomo e sono sicura che la Jakobsweg su cui mi sono informata tempo fa passi altrove. Tuttavia è risaputo che i pellegrini, da sempre, partono a piedi da tutta l’Europa per raggiungere Santiago di Compostela.

panorama sulla Val Venosta
in lontananza Malles Venosta e l’imponente abbazia di Marienberg

Abbazia di Marienberg

Rientrata a Burgusio ho ancora voglia di camminare. Per completare la giornata culturale decido di salire fino all’Abbazia di Marienberg che vedo ogni giorno da lontano.

La raggiungo percorrendo un tratto del Sentiero del Sole che è anche un pezzo di Jakobsweg, uno dei tanti cammini dedicati a San Giacomo.

L’Abbazia benedettina di Marienberg coi suoi 1340 m di altitudine è la più alta d’Europa. Qui lavoro e preghiera si fondono insieme. C’è sempre molto da fare per accudire le vigne, gli alberi da frutta e l’orto. Eppure è tutto perfettamente in ordine.

L’ingresso al museo costa euro 5,50 ma con la Venosta Card ho uno sconto del 20%. All’interno è presente una sala in cui viene proiettato continuamente, alternando italiano e tedesco, un esaustivo filmato sulla parte più bella di tutta l’Abbazia: la coloratissima cripta interamente ricoperta di affreschi romanici. Tuttavia, per vederli dal vero, visto che sono capitata in un momento in cui non sono previste visite guidate, dovrei aspettare le 17.30 ed entrare insieme ai monaci per recitare i vespri in tedesco. Mi accontento del filmato per questioni di orario visto che devo tassativamente rientrare in albergo per l’ora di cena.

L’Abbazia di Marienberg è stata per tanti secoli un importante riferimento per religione, cultura ed economia dell’intera valle. Oggi è un luogo che invita alla contemplazione. Il silenzio delle sue mura diventa un tempo di ascolto interiore, un momento prezioso per chi cerca pace e profondità nel cammino.

l'Abbazia di Marienberg in Val Venosta
l’Abbazia di Marienberg in Val Venosta

Giorno 4 – Sorgente dell’Adige e Plamort

Mercoledì 29 è una bella giornata e la reputo ideale per recuperare le attività che non ho fatto il primo giorno. Quindi raggiungo il lago di Resia in autobus e, dopo essermi rifornita di bretzel e altro per il pranzo al sacco, m’inoltro spedita su per il sentiero numero 2.

Il viaggio continua verso luoghi che raccontano la forza della natura e la memoria della storia: la sorgente del fiume Adige e l’altopiano del Plamort, sopra il Lago di Resia.

lago di Resia in Val Venosta visto dal sentiero numero 2
lago di Resia in Val Venosta visto dal sentiero numero 2

Sorgente dell’Adige

Dopo una ventina di minuti noto un particolare che è solo un assaggio di ciò che vedrò durante la giornata. Si tratta del bunker numero 20, manufatto in ottimo stato di conservazione che, durante la Seconda Guerra Mondiale, ebbe importanza strategica. L’interno è accessibile solo tramite visita guidata da concordare con l’ufficio turistico di Resia. Oggi posso vedere solo l’esterno. Tuttavia, esaminando l’estensione della collina e l’ingresso dalla parte opposta, mi rendo conto che si tratta di una struttura spaziosa.

L’Adige sorge a 1550 m sulle Alpi Retiche. Con i suoi 415 chilometri di lunghezza è il secondo fiume italiano. Nel momento in cui raggiungo la sorgente sono sola ma, nel giro di una decina di minuti, il posto diventa affollato e decido di proseguire la camminata.

La sorgente è un’immagine potente: un piccolo rivolo che diventa fiume. È un invito a riflettere su come anche i gesti più piccoli possano generare grandi cammini.

la sorgente dell'Adige è un monumento naturale
la sorgente dell’Adige è un monumento naturale

Plamort

La piacevole salita sempre ben segnalata mi porta fino ai 2093 m di Plamort. Da qui ho una panoramica visuale su tutta la valle. Ciò che contraddistingue il sito è la presenza del Vallo Alpino, opere di sbarramento costruite a partire dal 1938 a difesa del confine italo-austriaco. Qui non ci fu mai battaglia ma è istruttivo capire come l’Italia intendeva difendersi da eventuali invasori tedeschi.

Proseguo la passeggiata e raggiungo i cosiddetti Denti di Drago, ostacolo realizzato per fermare i carri armati. In altre parole si tratta di alberi di larice piantati nel terreno e ricoperti all’estremità di cemento e ferro.

L’app di Geocaching mi propone la ricerca di un paio di scatolette da queste parti. Specificatamente scopro i due bunker più interessanti dell’intero sbarramento. Il numero 6 è dotato di tre postazioni per mitragliatrice in posizione dominante rispetto alla valle e di un ricovero per la truppa. Gli spazi comunicano tra loro attraverso un lungo e buio corridoio percorribile anche senza torcia. L’opera, pur strutturalmente completa, non fu mai dotata di armamenti. Il numero 12, invece, ha solo una postazione per mitragliatrice e un ricovero per truppa collegati da un lungo corridoio.

Il Plamort è un luogo di contrasti: bellezza naturale e memoria di conflitti. Camminare qui diventa un esercizio di riconciliazione, un invito a trasformare le ferite della storia in paesaggi di pace.

Questo giorno è un cammino alle origini e tra memorie: la sorgente dell’Adige insegna la forza dei piccoli inizi, mentre il Plamort ricorda che la natura sa trasformare anche i luoghi segnati dalla guerra in spazi di bellezza e contemplazione.

Denti di Drago
Denti di Drago

Giorno 5 – I borghi della Val Venosta

Giovedì 30 agosto è il mio ultimo giorno di vacanza in Val Venosta. In particolare sfrutto il trenino locale per spostarmi da un paese all’altro e mi fermo dove scorgo qualcosa che attiri la mia attenzione.

Lasa in Val Venosta

Lasa è famosa per il suo bianco marmo elegante e resistente. È possibile effettuare visite guidate per scoprirne la lavorazione.

I blocchi di marmo scendono a valle per mezzo di una teleferica e di due tratti di ferrovia a scartamento ridotto.

Passeggiando per la città è possibile trovare numerose piccole sculture. In particolare c’è un posto che ne è ricchissimo ma, se ti senti di entrarci, devi farlo con profondo rispetto.

La vicina chiesa parrocchiale di San Giovanni risale al XII secolo.

La vista di una Backerei mi offre lo spunto per acquistare l’occorrente per un pranzo al sacco all’aria aperta. E vai di bretzel!

piazzale dell'industria del marmo
piazzale dell’industria del marmo

Sluderno in Val Venosta

Nel primo pomeriggio mi trovo a Sluderno. Il paese è accogliente e grazioso.

Con sicurezza m’inerpico su per il breve sentiero. A terra scorgo, inaspettate, le susine della Val Venosta.

Castel Coira in Val Venosta

Ben prima dell’orario di apertura mi trovo all’ingresso di Castel Coira, complesso del 1259 edificato da Heinrich von Montfort di Coira e gestito da diverse generazioni dai conti Trapp. La sua particolarità è quella di ospitare l’armeria privata più grande d’Europa. Ma di questo e delle altre meraviglie che si nascondono all’interno di queste mura parlo in dettaglio nel post Alla corte dei conti Trapp.

Questo giorno è un viaggio nell’anima della valle: i borghi raccontano la storia e la vita quotidiana, offrendo un’esperienza autentica che completa l’itinerario tra natura e spiritualità.

Castel Coira in Val Venosta
Castel Coira in Val Venosta

Ti piacerebbe pedalare lungo la Claudia Augusta o scoprire i segreti del Lago di Resia?

📝 Consigli avventurosi

Grazie alla VenostaCard messa a disposizione dall’albergo da marzo a novembre è possibile utilizzare gratuitamente il treno della Val Venosta e tutti gli altri mezzi pubblici dell’Alto Adige. Sono altresì compresi sconti e vantaggi esclusivi.

La fitta rete di sentieri offre soluzioni per tutti: dalla famiglia all’escursionista più esigente.

Gli appassionati di mountain bike hanno a disposizione percorsi delle più diverse difficoltà. Oltre, ovviamente, alla famosa pista ciclabile dell’Adige.

La lunga tradizione storico-culturale dell’area è tuttora testimoniata da chiese, musei e conventi da scoprire a passo lento e silenzioso. Altresì la storia moderna affiora prepotentemente attraverso le fortificazioni del confine di Passo Resia.

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