La riserva naturale delle grotte di Aisone, in provincia di Cuneo, è stata istituita nel 2019 ed è gestita dalle Aree Protette delle Alpi Marittime. Quest’area della media valle Stura di Demonte è caratterizzata dalla presenza di alcune cavità naturali ben esposte al sole ai piedi di alte pareti rocciose. Approfonditi studi archeologici rivelano che la zona era abitata stagionalmente già nel Neolitico, indicativamente tra il 4800 e il 3500 a.C.
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Di fatto si tratta dell’insediamento umano più antico delle Alpi Occidentali meridionali. I reperti rinvenuti consistono in strumenti in selce e quarzo, ceramica, lame di asce in pietra verde levigata, resti archeobotanici e faunistici.
All’interno della Taverna delle Grotte di Aisone sono esposte riproduzioni di alcuni reperti archeologici provenienti dal riparo sottoroccia 10. La collezione è in mostra presso il Museo Civico di Cuneo.
Grotte di Aisone: un sentiero istruttivo e panoramico
Salgo una scalinata e raggiungo il parco giochi antistante la Taverna delle Grotte. Oggi il locale è chiuso ma l’esaustivo pannello informativo munito di QR code per visitare il sito ufficiale della riserva naturale mi offre tutte le informazioni necessarie.
Salgo in via Occhie per alcune decine di metri. Una scaletta a sinistra opportunamente segnalata da un cartello mi porta a una mulattiera inerbita. Questa parte di sentiero è un tratto del Cammino di Sant’Anna di Vinadio che, a sua volta, è un tratto del Cammino verso Santiago di Compostela.
Attraversato un rio risalgo il verde pendio. Raggiungo quindi un punto panoramico presidiato da un curioso cervo in fusione di alluminio. È uno dei sette sparsi lungo la strada e sopra l’abitato realizzati nel 2012 da Paolo Garassino col nome di Incursione nell’ambito del progetto Viapac, ovvero la Via per l’arte contemporanea che collega Caraglio in Italia a Dignes-les-Bains in Francia.
Proseguendo a mezzacosta attraverso il bosco misto e raggiungo la strada asfaltata per le Case Pirone. La percorro in salita per un tratto. A questo punto ho due alternative: scendere subito verso le grotte oppure proseguire la salita e visitarle al ritorno.
Grotte di Aisone: seimila anni di storia
La curiosità ovviamente mi spinge a tuffarmi subito nell’avventura archeologica. Mi addentro nel fitto bosco. Le alte pareti calcaree alla mia destra presto mi offriranno uno scenario di rara bellezza: grotte naturali in cui, seimila anni fa, si riparavano i primi abitanti della valle Stura.
Raggiungo quindi il famoso riparo sottoroccia 10 dove, grazie a un esaustivo pannello informativo, provo a immaginare l’aspetto dell’insediamento stagionale del Neolitico.
Attraverso poi un suggestivo arco di pietra nato dall’incontro tra due rocce. Brevi discese e altrettante risalite mi permettono di raggiungere altre grotte. Attraverso il bosco e raggiungo una pergola che testimonia l’antica coltura locale delle viti. Tra il XVIII e il XIX secolo il clima di Aisone era abbastanza mite da permettere la diffusione di vigneti sul territorio per la produzione di vino per il fabbisogno famigliare.
Raggiunta la strada sterrata che sale da Gravers, la seguo in salita fino alla borgata La Comba alle cui spalle si ergono dei curiosi pinnacoli di roccia. Una delle case conserva tuttora un tetto di paglia di segale, tecnica costruttiva tipica di molte zone delle Alpi Marittime e Liguri.
Al di sopra delle grotte di Aisone: Case Pirone
Proseguo il mio giro ad anello dirigendomi verso Case Pirone. Un ripido sentierino che aggira i bastioni rocciosi de La Comba mi fa guadagnare quota velocemente. La borgata è graziosa, diverse baite sono ben ristrutturate e c’è pure una fontana. È il posto perfetto in cui fermarmi per una pausa panoramica.
Oltrepassata la chiesetta ottocentesca mi ricongiungo con piacere al Cammino di Sant’Anna di Vinadio percorrendolo però in direzione Roma anziché Santiago di Compostela.
La strada asfaltata, in discesa, mi porta giù fino al bivio incontrato all’andata e, da qui, al punto di partenza in cui concludo l’istruttiva camminata.
📝 Consigli avventurosi
Lungo il percorso è presente la processionaria del pino. Pertanto ti consiglio di evitare questo itinerario nei mesi di marzo e aprile in cui le larve abbandonano i nidi. Sono urticanti sia per noi che per i cani.
Il sentiero delle grotte di Aisone ha uno sviluppo di 5,57 chilometri e un dislivello positivo di 540 metri. È percorribile in un paio d’ore. Ti consiglio di avventurarti su questo itinerario in primavera e autunno.
I reperti archeologici risalenti al Neolitico rinvenuti nell’area sono esposti nel Museo Civico di Cuneo.
Puoi parcheggiare la tua auto nel piazzale al centro di Aisone oppure accanto alla Taverna delle grotte di Aisone in cui è presente il punto informativo.
Alla scoperta di altre avventure #CuneoAkm0!
Non conosco proprio questi territori ne avevo mai sentito parlare di queste bellissime grotte. Il posto ideale in cui passare una giornata assieme ai bambini!
È un posto davvero istruttivo e stimola sicuramente la naturale curiosità dei bambini.