La visita al castello della Manta è terminata. È quindi giunto il momento di spostarmi dalla valle Varaita alla vicina valle Po per raggiungere l’Abbazia di Staffarda. I chilometri da percorrere in auto non sono molti e nemmeno mi accorgo di cambiare aria.
La strada statale 589 scorre praticamente lineare e, a un tratto, scorgo sulla sinistra un campanile gotico che sovrasta un gruppo di case. L’Abbazia di Santa Maria di Staffarda, nonostante le numerose distruzioni che l’hanno coinvolta, conserva ancora oggi le sue caratteristiche originali. È dunque il posto giusto per scoprire com’era il mondo monastico e contadino del medioevo piemontese.
In questo articolo
Abbazia di Staffarda: la storia
L’Abbazia di Staffarda si trova nel comune di Revello, in provincia di Cuneo, ed è un imponente complesso abbaziale fondato dai monaci benedettini cistercensi nel XII secolo. I territori che ricevettero in dono erano acquitrinosi ma, grazie all’intenso lavoro di bonifica a cui li sottoposero, diventarono il fulcro della vita religiosa del Marchesato di Saluzzo e un fiorente centro agricolo.
Nel 1690 l’Abbazia fu coinvolta nella terribile battaglia di Staffarda in cui le truppe francesi del generale Catinat si scontrarono con gli eserciti austro-piemontesi comandati da Vittorio Amedeo II. I danni furono ingenti e vennero in parte ripristinati dal 1715 al 1734. I lavori di restauro però alterarono in parte le originali forme gotiche.
Nel 1750, con bolla pontificia, l’Abbazia entrò a far parte del patrimonio storico-culturale dell’Ordine Mauriziano di Torino che lo gestisce attualmente.
Abbazia di Staffarda: la visita
Il biglietto intero costa euro 6,50. Col solo supporto di un esaustivo pieghevole e delle tavole esplicative posizionate all’interno della struttura mi addentro alla scoperta di uno dei monasteri medievali più importanti e affascinanti del Piemonte.
Il chiostro
Oltrepassata la biglietteria mi trovo nel chiostro, il cuore del monastero attorno a cui si svolgeva tutta la vita comunitaria dell’abbazia. Adesso c’è poca gente in visita e posso contemplarne la tranquillità. Il silenzio attorno a me evoca parzialmente l’atmosfera medievale in cui lavoro e preghiera erano le regole da seguire meticolosamente.
È a pianta quadrata e su due lati scorrono ampi portici cadenzati da eleganti arcate divise da doppie colonnine. Essendo stato gravemente danneggiato durante la battaglia di Staffarda del 1690 è solo in parte originale mentre la restante è stata in seguito restaurata.
Il chiostro è il punto di accesso alle stanze e agli ambienti che vi si affacciano.
Il refettorio
La sala del refettorio è in puro stile gotico ed è caratterizzata da enormi volte a vela. Spiccano quattro enormi colonne in laterizio sormontate da capitelli istoriati con motivi simili ma differenti tra loro. Questa caratteristica si rifà al principio che solo Dio è perfezione.
Pipistrelli all’Abbazia di Staffarda
Accanto al refettorio si trova un piccolo locale che i monaci adibivano a calefactorium. Di fatto era l’unico luogo riscaldato dell’Abbazia. Curiosamente, da aprile a ottobre, non è possibile visitare questo ambiente poiché è stato scelto come nursery da una colonia di pipistrelli!
Più precisamente si radunano qui circa 1200 femmine gravide della specie Vespertillo maggiore e Vespertillo di Blyth che, intorno a metà giugno, partoriscono il proprio piccolo. È comunque possibile guardare attraverso un televisore situato nel refettorio cosa succede dall’altra parte. Ovviamente in bianco e nero perché il locale è buio.
La sala capitolare
La sala capitolare è caratterizzata da grandi aperture a trifora necessarie per permettere ai conversi di seguire il sermone dell’abate. Attualmente è in fase di restauro.
La chiesa
Entrando nella chiesa vengo sorpresa dalla semplicità e austerità che l’ambiente mi trasmette. La struttura con volte a vela e pilastri a pianta cruciforme è favolosa da vedere.
La chiesa è in stile romanico lombardo ed è suddivisa in tre navate terminanti con absidi semicircolari.
Su un lato spicca un gruppo ligneo raffigurante la Crocifissione con ai lati la Madonna e San Giovanni. Risale al XVI secolo ed è opera di uno scultore tedesco.
Il borgo abbaziale
Accanto al complesso abbaziale si trovano le abitazioni dei contadini che supportavano i monaci nella coltivazione delle terre bonificate. Al centro del villaggio si fa notare per le sue forme gotiche il mercato coperto del XIII secolo. Tuttavia le tracce di guano presenti per terra e sui tavoli in legno indicano che anche i volatili apprezzano questo luogo.
📝 Consigli avventurosi
L’Abbazia di Staffarda è aperta dal martedì alla domenica al mattino dalle 9.00 alle 12.30 e il pomeriggio dalle 13.30 alle 17.00.
Il biglietto intero costa euro 6,50.
L’ingresso è gratuito per i possessori dell’Abbonamento Musei Piemonte.
Alla scoperta di altre avventure #CuneoAkm0!
Le abazie cistercensi sono sempre valevoli di una gita ma questa cosa della Bat tv mi ha incuriosito tantissimo! Sono sicura che mio figlio ne sarebbe entusiasta
Allora da aprile in avanti avete un motivo in più per organizzare la gita!
I cistercensi hanno lasciato tracce simili in tutta Europa. Anche l’abbazia di Fossanova ha gli stessi tratti stilistici e architettonici, ed è incantevole. I borghi poi sono assolutamente deliziosi, e sembrano essere fermi nel tempo.
Allora sarà interessante visitarla se capiterò da quelle parti…
Questo articolo arriva al momento giusto perché è proprio una delle mete che vorrei approfittare di visitare con l’Abbonamento Musei del Piemonte che ho quasi in scadenza. Dopo la lettura mi sono ulteriormente convinta e spero proprio di riuscire ad organizzare una delle prossime domeniche.
Ottima idea!
Non avevo mai sentito parlare di questa abbazia, ma sembra davvero molto affascinante. Mi piacerebbe molto visitarla, adoro questo tipo di edificio; quindi mi segno tutti i consigli che hai dato nell’articolo!
Bene! Mi fa piacere che questa meta sia apprezzata.
Anche se è stata danneggiata e rimaneggiata l’impronta cistercense rimane molto evidente. E’ incredibile come tutte le abbazie di questo ordine abbiano le stesse caratteristiche. Anche il fatto che ci sia un borgo si ritrova, i benedettini erano bravissimi nel bonificare le zone paludose. Apprezzo molto lo stile semplice della chiesa e il chiostro invita alla meditazione
Sì, ho visto foto di altre abbazie cistercensi e hanno tutte delle caratteristiche in comune. La semplicità e il lavoro di bonifica sono delle costanti che si ritrovano nei vari posti in cui si sono insediati.
le costruzioni dell’architettura cistercense sono libere dagli ornamenti il loro stile mi piace per la sua sobrietà.Non ho mai avuto il piacere di vederne una da vicino ma le ho studiate al liceo 😉
Adoro questo articolo! Le Abbazie hanno su di me un fascino unico, ogni volta è come attraversare un’altra epoca. Sarà il rispettoso silenzio, ma l’atmosfera all’interno delle Abbazie è speciale. Che bello il chiostro che hai fotografato!
Il silenzio è rispettoso e magico allo stesso tempo. Immaginare la vita di solo lavoro e preghiera di un’altra epoca sembra irreale eppure era la realtà.