Il cielo azzurro sopra di me prepara le premesse per una splendida giornata. Mi attendono panorami spettacolari, devo solo decidere da che punto di vista osservarli. È il momento giusto per tornare in cima a una vetta a me tanto cara su cui non salgo da qualche anno. Sono pronta per salire nuovamente sulla Bisalta e suggellare la nostra amicizia.
Esistono, e ho già adocchiato, approcci diversi con cui avvicinarmi. Tuttavia scelgo quello classico già collaudato in due precedenti occasioni nel 2015. Raggiungo quindi la valle Pesio e, oltrepassata la frazione Pradeboni di Peveragno, in provincia di Cuneo, guido ancora per quattro chilometri lungo la stradina asfaltata che termina in località Meschie (1230 m).
Nel parcheggio gratuito ci sono già varie automobili. Con calma e assaporando ogni istante a contatto con la natura inizio quindi la mia camminata verso la Bisalta.
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▶️ Percorso 3D
La leggenda della Bisalta
La Bisalta è facilmente riconoscibile da lontano per la sua conformazione bifida. Veglia su Cuneo e sulla pianura tanto da essere a tutti gli effetti la montagna di casa di noi che abitiamo ai suoi piedi. Da qualsiasi punto io la riconosca mi emoziono nel ripensare ai momenti avventurosi che sa regalarmi ogni volta che vado a trovarla.
Secondo una leggenda il suo aspetto è dovuto a un intervento diabolico. Un abitante della valle di San Giacomo, ubriaco, stava percorrendo la strada verso la Madonna dei Boschi. La Bisalta, con la sua imponenza, copriva però completamente la luna oscurandogli la via. L’uomo, imprecando, disse che avrebbe dato l’anima al diavolo per veder sparire la montagna.
Improvvisamente apparve il diavolo che gli offrì un contratto cartaceo: avrebbe fatto scomparire la montagna entro la mattina seguente in cambio della sua anima, resa dopo tre anni.
Firmato il documento, legioni di diavoletti e diavolesse si misero al lavoro. Ma le dure rocce erano davvero resistenti. Poco dopo la mezzanotte avevano infatti scalfito solo parte della cima, dividendola in due. Il diavolo volle quindi accertarsi se, nel contratto, ci fosse una scappatoia con cui ingannare l’ubriaco. Aperta la carta si rese però conto di essere stato lui a essere giocato: il montanaro, non sapendo scrivere, aveva firmato con una croce.
La legione infernale sparì all’istante.
Il primo approccio visivo con la Bisalta
Dal parcheggio di località Meschie mi appresto a coprire i 1230 metri di dislivello necessari per arrivare in cima alla punta più alta, la Besimauda. Il toponimo Bisalta comunemente indica questa vetta ma viene spesso utilizzato per identificare tutto il gruppo montuoso in cui si trova che comprende anche, oltre alla montagna principale, il Bric Costa Rossa e i rilievi della cresta che collega le due cime.
Un lungo rettilineo, dapprima su asfalto e poi ininterrottamente su sterrato, sale parallelo al Rio Grosso oggi completamente asciutto, fino alla fontana ‘d Giraud.
Attraversato il ponte intercetto la scorciatoia sulla sinistra che, salendo ripida nel bosco, mi permette di tagliare un po’ la monotona pista forestale. Laddove la vegetazione si apre un po’ di più riesco ad avere il primo approccio visivo con la Bisalta. La strada da fare è ancora tanta e tutta in salita. Ma sapere che mi sta aspettando alimenta la mia voglia d’incontrarla da vicino.
L’osservatorio astronomico di sella Morteis
Esco dal bosco in corrispondenza di sella Morteis (1450 m) e già qui il panorama merita tutta la mia attenzione. Alcuni escursionisti stanno facendo una pausa in prossimità del bivio poco più avanti. Mi concedo una breve deviazione per raccogliere il primo geocache della giornata.
Punto quindi all’osservatorio astronomico, struttura realizzata nel 2011 per sfruttare lo scarso inquinamento luminoso della valle Pesio ma mai utilizzata perché ancora incompleta. Certo che vedere le stelle da qui dev’essere fantastico… Nel 2019 ci ha pensato Enjoy Bisalta con i telescopi messi a disposizione dall’associazione Astrofili Bisalta.
La scatoletta è presto tra le mie mani e poi nuovamente nel suo sicuro nascondiglio. Mi riempio quindi gli occhi con i primi scorci del Marguareis e della cima delle Saline di fronte a me. Circondata da un panorama già bellissimo riprendo la sterrata in salita verso il gias Morteis. Ignoro l’esile traccia che sarebbe una scorciatoia per raggiungere il colletto presso la cima Praviné.
Proseguendo sulla sterrata raggiungo la fontana ‘d Camilu con un piccolo altarino con la Madonna e una recente lapide in ricordo di Ninu Camillu. Poco più avanti un’altra targa rende eterna la memoria di Romano Stefano Giraudo nel suo preservare l’ambiente, la flora e la fauna della Bisalta.
Tra me e la Bisalta solo la costa della Mula
Uno slargo panoramico con tanto di panca è il punto in cui sbucherebbe la scorciatoia da sella Morteis. La sterrata prosegue per il gias Praviné Sottano ma una palina indicante il monte Besimauda mi spinge a salire lungo un ripido sentiero in parte scavato dalla pioggia.
Tagliando le pendici erbose della costa della Mula raggiungo quindi i verdi prati del gias Praviné Soprano (1812 m).
Oltrepassato il casottino in pietra, riprendo la salita sul crinale tra rododendri e massi fino ad arrivare alla base della lunga e impegnativa pietraia finale che aggira a sinistra la Besimauda. Chiudo i bastoncini telescopici e li fisso allo zaino.
Con lo sguardo dritto di fronte a me, guidata dai segnavia bianco-rossi, proseguo di masso in masso lungo una linea immaginaria. Di tanto in tanto mi aiuto con le mani per mantenere l’equilibrio. Incrocio escursionisti che scendono e scambio qualche parola, in un caso addirittura in inglese, con ognuno di loro.
In cima alla Bisalta!
L’impegnativa salita termina in cima alla Besimauda (2231 m) ovvero la Bisalta. Due uomini stanno pranzando presso la croce di vetta. Prendo le mandorle sgusciate dallo zaino e, tra un boccone e l’altro, spiego i posti che conosco che si vedono da quassù. Da Mondovì al mio Castellino Tanaro. Anche il Bric Mindino con la sua croce alta 25 metri è ben visibile all’orizzonte.
Il Bric Costa Rossa sembra vicino ma da qui per arrivarci ci vogliono due ore e mezza! Cento metri sotto di noi, invece, svetta la croce dell’anticima della Bisalta.
I due uomini iniziano la discesa per tornare alle Meschie. Resto sola in vetta. Contemplo l’infinito intorno a me grata per questa splendida giornata. Cerco il secondo geocache della giornata e, dopo averlo riposizionato accuratamente, resto in silenzio ancora qualche minuto.
Mi piega ma non mi spezza
Inizio lentamente a scendere. Non ho fretta, non è una gara. L’unico vincitore, in questo caso, è la montagna. Mi piega alle sue condizioni ma non mi spezza. Un buon allenamento fisico aiuta sicuramente ad affrontare la Bisalta senza patirne i postumi una volta a casa.
Da lontano sembra una cima facile ma non va sottovalutata. Mi volto spesso a guardarla e so che terrò sempre a mente la lezione di vita che mi ricorda ogni volta che salgo sulla sua cima.
Ripercorro a ritroso la stessa via fatta all’andata. L’unica variazione, per prolungare ancora un po’ il piacere dell’escursione nella natura, me la concedo alla sella Morteis proseguendo lungo la pista forestale che ora non è più così noiosa.
Arrivata al parcheggio sono l’ultima ad andarmene.
📝 Consigli avventurosi
Vista dalla pianura la Bisalta sembra meno impegnativa ma ti consiglio vivamente di non sottovalutarla. Il tratto finale metterà a dura prova le tue ginocchia sia in salita che in discesa.
L’escursione con partenza dalla località Meschie, tra andata e ritorno, ha uno sviluppo complessivo di 12,1 chilometri e un dislivello positivo di 1230 metri.
Alla scoperta di altre avventure #CuneoAkm0!