Le rovine sovrastano il centro abitato di Chiusa Pesio, in provincia di Cuneo. Da lassù il panorama dev’essere spettacolare. Un geocache asseconda la mia curiosità e mi offre la scusa per una breve passeggiata nel bosco. È così che, un pomeriggio infrasettimanale qualunque, percorro la strada che conduce al castello Mirabello. O, meglio, a ciò che ne resta.
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▶️ Percorso 3D
Castello Mirabello: la passeggiata
Lasciata la macchina presso l’ombreggiata area verde, m’incammino verso l’inizio della stradina che porta al castello. Pannelli informativi posizionati lungo il percorso m’introducono a un vero e proprio itinerario storico-artistico in valle Pesio. Passo quindi vicino alla fontana Barale e alla cappella di Sant’Endimione purtroppo chiusa.
La strada sterrata passa accanto ad alcune case ristrutturate. Altre, invece, sono completamente abbandonate al loro destino. L’ultimo edificio della borgata è l’antico forno comunitario. Da qui si diramano due mulattiere. Seguo quella verso il castello Mirabello.
Un sentierino taglia gli ultimi pendii prima di giungere a destinazione. Effettuo una breve deviazione per osservare il panorama da un punto ancora più alto. E mi guardo bene intorno per rintracciare il geocache che rende onore a questo luogo. Infine torno presso i ruderi e, con molta fatica, cerco d’immaginarne i tempi gloriosi.
Castello Mirabello: fasti e declino
Un primo luogo fortificato sul monte Cavanero venne realizzato in epoca romana. Purtroppo di quei tempi restano solo urne cinerarie, monete e una lapide in marmo raffigurante Diana, la Dea della Caccia. Gli elementi costruttivi furono infatti riutilizzati per l’edificazione di case e del secondo castello.
Il castello Mirabello fu quindi fatto realizzare da Agamennone III, feudatario di Chiusa dal 1569 al 1583 e ultimo dei Marchesi di Ceva. Dopo alcuni anni l’edificio fu però abbandonato e iniziò il suo lento declino. Il terremoto del 1887 e la bufera del 1888 peggiorarono ulteriormente la situazione.
I pochi ruderi rimasti furono in gran parte abbattuti a cannonate il 16 settembre 1943 da una colonna tedesca delle SS.
Dal castello Mirabello al monte Cavanero
Il panorama spettacolare e il silenzio di questo pomeriggio solitario sono semplicemente perfetti. Ma desidero proseguire e scoprire cosa c’è oltre la collina. Lo stretto sentiero aggira il ripido costone su cui si ergeva l’antica struttura difensiva. Di fatto mi ritrovo esattamente alle spalle dell’ultima borgata attraversata.
Alcuni cartelli artigianali destinati ai mountain bikers mi guidano dapprima verso il Pilone del Castello e poi su una vecchia mulattiera. La vetta del monte Cavanero, a 854 metri, è evidenziata da una di queste lastre metalliche. La vegetazione, anche se ancora priva delle foglie, preclude quasi completamente la visuale. Lo scorcio panoramico migliore è a circa un quarto d’ora dalla vetta. Da lì abbraccio virtualmente Mondolè, cima Durand e monte Pigna.
L’altura su cui sto camminando è famosa per il ritrovamento del cosiddetto Ripostiglio del monte Cavanero: un’eccezionale raccolta di oltre trecento manufatti in bronzo deposta agli inizi dell’VIII secolo a.C. da un artigiano esperto nella lavorazione del metallo. La collezione è esposta presso il Complesso Museale e Centro Studi Cavalier Giuseppe Avena a Chiusa Pesio.
Discesa via Perona
Gli ampi tornanti mi riportano velocemente al Pilone del Castello. Scendo ancora e ritorno sul sentiero che stavo seguendo prima della deviazione al monte Cavanero. Da qui in avanti, oltre ai cartelli per i mountain bikers, ce ne sono anche di specifici per gli escursionisti.
A un bivio, l’ennesima lastra metallica propone le direzioni per San Giuan e Peruna. Tuttavia, essendomi stato consigliato di andare in direzione delle case della Perona, svolto con sicurezza a destra.
Il bosco accompagna fedelmente il mio incedere. Nel momento in cui aggiro la collina inizia anche la discesa. Ormai all’ombra del tardo pomeriggio passo quindi accanto alla fontana della Salute e alla cappella di San Giovanni Battista. Pur essendo chiusa riesco comunque a osservarne l’interno da fuori.
L’ultimo tratto, su asfalto, mi riporta infine al parcheggio presso l’area verde di Chiusa Pesio.
📝 Consigli avventurosi
Il giro ad anello del castello Mirabello comprensivo dell’andata e ritorno al monte Cavanero ha uno sviluppo di 7,54 chilometri e un dislivello positivo di 520 metri. Senza fretta si completa in un paio d’ore.
Il parcheggio più comodo per lasciare l’automobile è quello presso l’area verde di Chiusa Pesio.
Nelle giornate più limpide il panorama presso i ruderi spazia su Chiusa Pesio, la pianura e l’arco alpino.
Alla scoperta di altre avventure #CuneoAkm0!
Sono una appassionata di castelli, e questo mi attira moltissimo, anche perchè non è molto lontano da dove abito. Mi piacerebbe vederlo, ma non so se riesco a compiere il tragitto per arrivarci!
Se non vuoi fare tutto l’anello che ho presentato nel post puoi anche limitarti ai ruderi del castello e tornare indietro. Era stato presentato un progetto per la loro valorizzazione ma il cantiere, anche se avviato, in realtà non è mai partito.
Adoro visitare i castelli e se i territori che li ospitano sono di straordinaria bellezza meglio ancora. Credo che farebbe piacere anche a mia figlia, una gran pigrona, intraprendere questo percorso.
Era stato presentato un progetto per la valorizzazione dei ruderi del castello ma il cantiere, anche se avviato, purtroppo non è mai partito. Durante le giornate sgombre da nubi il panorama è davvero spettacolare.
Adoro gli antichi castelli ma questo proprio non lo conoscevo e mi sembra più che suggestivo. Ho segnato tutte le coordinate. Grazie, Nadia.
Alcuni anni fa è stato approvato un progetto per la sua valorizzazione ma il cantiere, anche se avviato, non è mai partito.
Bello questo percorso tra le colline. Gli antichi castelli sono affascinanti anche se rimangono solo i loro ruderi.
Sono pur sempre tracce del nostro passato. Punti strategici scelti appositamente per proteggere il territorio dalle invasioni esterne.
Ma sai che ho abitato una vita in “Via Mirabello” ed ora mi viene il dubbio che il nome venga proprio da questo castello? Non lo conoscevo affatto ma mi sembra un’ottima meta per una bella escursione, perfetta per le mie corde!
Ma dai, che curiosa combinazione!