ploggers al Lagaccio
Liguria

Come il plogging mi ha cambiato la vita

Il lungo weekend dal 29 settembre al 1 ottobre 2023 si è appena concluso. Ho trascorso questi tre giorni a Genova per partecipare al World Plogging Championship ovvero il Campionato Mondiale di Plogging.

Se ti stai chiedendo di cosa si tratta te lo spiego subito. Il termine plogging deriva dall’unione della parola svedese plocka up (raccogliere) con quella inglese jogging (corsa a passo lento). A inventarla è stato lo svedese Erik Ahlström che ho avuto l’onore e il piacere di conoscere durante l’evento.

▶️ Percorso 3D

Genova, Capitale Europea dello Sport 2024, ha quindi ospitato la terza edizione del Campionato Mondiale di Plogging accogliendo 84 atleti e atlete proveniente da 16 nazioni diverse. Oltre all’Italia erano infatti rappresentate anche Algeria, Argentina, Francia, Ghana, Giappone, Grecia, Messico, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Senegal, Serbia, Spagna, Svezia e Uruguay.

Per partecipare ho dovuto qualificarmi attraverso una challenge in cui venivano misurati sia il parametro atletico dato dalla distanza e dal dislivello percorsi sia il parametro ambientale dato dall’anidride carbonica risparmiata in base alla tipologia e qualità di rifiuti raccolti.

In questo articolo ti racconterò la mia esperienza, le emozioni, le difficoltà e le soddisfazioni di essere una plogger in gara.

World Plogging Championship 2023
World Plogging Championship 2023

World Plogging Championship: accoglienza e amicizia

Raggiungo Genova in treno. Dalla stazione di Piazza Principe percorro appena un centinaio di metri per raggiungere l’Ostello Bello, la sistemazione scelta dall’organizzazione per il nostro soggiorno. Mi trovo a condividere la stanza con altre sei persone. Ma sono la prima a essere arrivata e ho il privilegio di poter scegliere il letto che preferisco.

Da buona montanara mi arrampico sul letto sopra e lo preparo per la notte. Finita questa operazione sistemo le mie cose nel cassetto sottostante. Sono pronta per uscire quando sento delle voci fuori dalla porta. Quando questa si apre conosco Vania. Nei suoi occhi brilla la meravigliosa Sardegna, la regione da cui arriva.

È così che inizia un’amicizia che mi porterà a conoscere anche altre splendide persone provenienti soprattutto da Asti ma anche dalla Sardegna e dalla Lombardia. Ognuno di noi ha una storia da raccontare e si distingue per la sua unicità. Per quanto mi riguarda io sono la plogger pellegrina.

i paesaggi del plogging
i paesaggi del plogging

World Plogging Championship: checkpoint e strategie

La consegna dei generosi pacchi gara e la cerimonia d’inaugurazione avvengono presso la splendida cornice di Palazzo Ducale, lo stesso luogo in cui nel 2017 si riunirono i grandi della Terra.

Per essere grandi bisogna fare delle cose importanti e pulire sentieri e strade dai rifiuti lo è sicuramente. Quindi, oggi, i grandi della Terra siamo noi ploggers provenienti da tutto il mondo.

La spiegazione del regolamento è chiara. Abbiamo sei ore di tempo per muoverci liberamente all’interno di un campo di gara piuttosto complesso alle spalle di Genova. Abbiamo un checkpoint obbligatorio al cancello dell’Avvocato. E un secondo obbligatorio a scelta tra il campo sportivo Torbella e il campo sportivo San Bernardino. E poi, facoltativo ma davvero invitante coi 3500 punti che accredita automaticamente, c’è il Forte Diamante, il punto più alto del percorso.

È complicato stabilire un itinerario preciso quando ti trovi in un contesto pieno di sentieri che s’intersecano tra loro. Ma ci sono i locals, sempre pronti a suggerirti i percorsi migliori e più panoramici per farti amare la loro terra.

È la prima volta che partecipo al Campionato del Mondo di Plogging e la mia strategia è di transitare al cancello dell’Avvocato per dirigermi subito al Forte Diamante. Sono infatti fresca di energie e leggera di rifiuti. Nella seconda parte di gara riempirò i sacchi e, nel finale, raccatterò anche una manciata di cose ingombranti vicine all’arrivo.

Forte Diamante, il punto più alto del World Plogging Championship 2023
Forte Diamante, il punto più alto del World Plogging Championship 2023

Salite e discese alle spalle di Genova

Partiamo alle 9.30 in punto con una leggera corsa e tantissimo entusiasmo. Al primo bivio ci dividiamo in due serpentoni. Io seguo la scia in salita e inizio a raccattare qualche rifiuto. La strada sale ripida con qualche tornante. Raggiungiamo un bivio e, seguendo una manciata di altri ploggers, scelgo l’approccio più breve ma verticale per proseguire.

Di tanto in tanto si aprono alcuni scorci panoramici in cui mi fermo a contemplare Genova dall’alto. Ma è quando la visuale si apre sul santuario della Madonna della Guardia che prende il sopravvento la mia caratteristica di plogger pellegrina. Qui non ci sono piloni votivi ma m’invento delle soste nei punti migliori per recitare un’Ave Maria. E raccogliere rifiuti anche di una certa importanza.

Al cancello dell’Avvocato, dopo aver collezionato il mio primo checkpoint ed essermi rifocillata con una barretta e un succo, mi faccio consigliare da un esperto local il percorso migliore per raggiungere il Forte del Diamante. E anche la parte sentieristica da affrontare una volta tornata lì.

È rassicurante vedere il Forte Diamante da lontano anche se più in alto. E anche la scenografica serpentina di curve del tratto finale. Il panorama da lassù è spettacolare anche se leggermente offuscato dalla foschia. Sai che nelle giornate più limpide puoi abbracciare un immenso panorama che va dalla Corsica al massiccio del Monte Rosa?

la mia rumenta
la mia rumenta

World Plogging Championship: io e la ruota

Mentre salgo al Forte Diamante incrocio Vania che scende. È inaspettato e bellissimo rivedersi in questo punto pur avendo impostato strategie di gara completamente diverse.

Una volta tornata giù, invece che rifare lo stesso sentiero fatto all’andata, m’inerpico nel bosco sulla collina. Accumulo dislivello e, soprattutto, apprezzo il Forte Diamante e il santuario della Madonna della Guardia da un punto di vista privilegiato.

Tornando verso il cancello dell’Avvocato trovo piccoli tesori di rifiuti che appesantiscono i miei sacchi. Mi sento in forma e il richiamo del bosco è irresistibile. Inizio la lunga discesa verso il campo sportivo Torbella. A un tratto vedo una ruota completa di cerchione. Sono consapevole che dovrò portarla con me per ben dodici chilometri. È la mia missione, devo farlo.

La tengo con una mano e un po’ mi ci affeziono.

Il campo sportivo sembra non arrivare mai ma sulla mappa risulta che mi ci sto avvicinando. Quando sbuco sull’asfalto scopro che posso raggiungerlo in due modi differenti. Scelgo il più breve. Anche il ghanese Issa lo sta cercando. Lo indirizzo nella giusta direzione.

Lungo la discesa incrocio alcuni ploggers che mi suggeriscono di lasciare i rifiuti sul percorso perché dovrò rifarlo per tornare indietro. Lascio i sacchi ma non la ruota. È la mia ruota. Incrocio anche Vania e anche stavolta ci facciamo forza a vicenda.

medaglia di finisher al World Plogging Championship
medaglia di finisher

La sfilata della rumenta

Al checkpoint mi rifocillo con ciò che è rimasto: un sacchettino di cioccolatini tartufati e una bevanda proteica al cioccolato. Mi attende una lunga salita e devo marciare con passo regolare per superarla e riuscire a rientrare al campo sportivo Felice Ceravolo, noto ai genovesi come Lagaccio, nel tempo massimo stabilito.

Conosco solo un modo per riportare il mio respiro al ritmo di conversazione: recitare le Ave Maria del rosario. Una decina la dedico a noi ploggers impegnati in questa giornata di sensibilizzazione.

La salita mi sembra più corta di quando l’avevo affrontata in discesa. Riprendo i rifiuti che avevo lasciato e, tornata sull’asfalto, mi conforta scoprire che il punto di arrivo è a mezz’ora di cammino e che mi avanza ancora del tempo.

In discesa corro leggermente. Trovo anche un copricerchio. Non è della mia ruota ma la completa degnamente. Il navigatore del cellulare mi suggerisce quando svoltare e ritrovo la discesa ripida che avevo fatto in salita all’andata. Un anziano seduto fuori, senza che io dica nulla, mi dice di svoltare a sinistra quando arrivo in fondo. Lo ringrazio e cammino felice.

A un quarto d’ora dall’arrivo metto la ruota in un sacco. Raccolgo tre pezzi di un mobile e li metto nel quarto sacco a mia disposizione. Distribuisco i pesi tra le due braccia e percorro il tratto finale. Tutta questa roba pesa ma, se riesco a portarla, devo farlo.

Al Lagaccio sfiliamo uno per uno sotto l’arco di arrivo. Riceviamo tutti la medaglia di finisher. È meraviglioso essere qui insieme a queste fantastiche persone.

ploggers e rumenta
ploggers al Lagaccio (foto di Stefano Jeantet)

E tu pratichi il plogging? Ti piacerebbe farlo?

📌 Salva questo articolo su Pinterest

Mi piace se mi condividi!

2 thoughts on “Come il plogging mi ha cambiato la vita”

    1. Ancora meglio sarebbe risolvere a monte il problema dei rifiuti per non trovarli affatto. Nel nostro piccolo proviamo a fare anche questo. Grazie per l’interesse e buon plogging!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *