L’escursione per raggiungere il rifugio Garelli a Chiusa di Pesio, in provincia di Cuneo, è molto varia e interessante. I paesaggi e i panorami che si alternano lungo il cammino sono notevoli. Cominciamo con le abetine a inizio percorso per passare agli arrotondati declivi pascolivi del Gias Soprano di Sestrera. Infine, proprio in cima alla salita, ecco le impressionanti pareti calcaree del massiccio del Marguareis.
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▶️ Percorso 3D
Nel mese di maggio, tradizionalmente, gli escursionisti che frequentano la Valle Pesio vanno ad ammirare lo spettacolo del Pis del Pesio e delle altre cascate che si trovano lungo un suggestivo percorso ad anello. Ne parlo in dettaglio nel post La danza dell’acqua.
Oggi è una giornata completamente sgombra da nubi, merita salire più su che posso per riempirmi gli occhi con un panorama spettacolare. L’unica incognita è se potrò effettuare l’anello completo oppure no. Ci sarà ancora neve?
Escursione al rifugio Garelli dal Pian delle Gorre
La classica escursione ad anello al rifugio Garelli dal Pian delle Gorre ha uno sviluppo di 12,7 chilometri e un dislivello positivo di 958 metri. Complessivamente è fattibile in circa quattro ore di cui due necessarie per raggiungere il rifugio Garelli. Vista la possibilità di trovare in primavera alcuni tratti ancora innevati, il periodo migliore per effettuare il trekking è da giugno a settembre.
Per rendere il tutto ancora più intrigante, anziché partire dal rifugio Pian delle Gorre, parcheggio alcuni chilometri più in basso, al Villaggio d’Ardua. Metto in conto cinque chilometri di camminata e un’oretta di tempo in più. La mia avventura in Alta Valle Pesio inizia da qui.
Riscopro con piacere il bosco e l’acqua che scorre poco distante. Un vortice di ricordi inizia a turbinare nella mia testa. Li lascio fluire liberamente e, passo dopo passo, raggiungo il tratto in comune con l’anello delle cascate. Incrocio, separatamente o a gruppetti, una ventina di persone. Sembra che oggi tutti vogliano andare al Pis del Pesio tranne me che ho scelto un giro di media difficoltà.
Escursione al rifugio Garelli: Gias Sestrera Sottano e Soprano
La deviazione a sinistra che sancisce la mia scelta definitiva per il trekking odierno mi porta ad abbandonare per alcune ore le tracce più frequentate. Ma non sono l’unica estimatrice dei percorsi in salita: nei tratti più umidi distinguo impronte recenti che vanno nella mia stessa direzione.
Mezz’ora dopo aver oltrepassato il rifugio Pian delle Gorre mi affaccio sulla radura in cui si trova il Gias Sestrera Sottano e ho il primo approccio visivo col massiccio del Marguareis. Non è un caso che io abbia una collezione di fotografie scattate da questo punto in ogni stagione. Ovviamente approfitto di una breve pausa per consolidare questa mia curiosa abitudine.
Continuo a salire e mi addentro in un boschetto di abeti. Più prendo quota e più i panorami in lontananza alle mie spalle iniziano ad ampliarsi. Nessuna nube all’orizzonte, la natura mi sta solo offrendo un antipasto di ciò che mi attende più su.
Una ripida svolta a destra mi fa pregustare la meta non ancora dietro l’angolo ma comunque sempre più vicina. Incontro anche alcuni brevi tratti nevosi ma li supero agevolmente. Improvvisamente vedo all’orizzonte dietro di me il massiccio del Monte Rosa e il Cervino. È davvero la giornata perfetta!
Salgo ancora e raggiungo l’ampio pianoro pascolivo in cui si trova il Gias Sestrera Soprano. Vicino a me una colorata distesa di crochi bianchi e lilla. Ma lo sguardo può già spaziare ben oltre il Vallone di Sestrera e ciò che vedo ripaga ampiamente la fatica fatta per salire fin quassù.
Dal 1943 al 1945 la baita fu sede del gruppo partigiano Banda degli studenti che operò durante la Resistenza all’occupazione nazifascista.
Rifugio Garelli
Il rifugio Garelli (1970 m) si trova sulle Alpi Liguri in località Pian del Lupo. È dedicato all’avvocato monregalese Piero Garelli, presidente del Club Alpino di Mondovì e membro del Comitato di Liberazione di Mondovì, morto nel campo di Concentramento di Mauthausen-Gusen.
Il rifugio apre ogni anno a metà maggio per il fine settimana. Da metà giugno a tutto settembre apre poi in maniera continuativa. È dotato di 90 posti letto (12 nel locale invernale). È comunque possibile prenotare per usufruire del rifugio estivo anche in altri periodi. Al momento la prenotazione è obbligatoria e può essere fatta contattando i seguenti numeri: 339 7709937 (Guido Colombo, gestore del rifugio) oppure 0171 738078 (durante il periodo di apertura).
Oggi ovviamente è chiuso ma va bene così. Ammiro estasiata il paesaggio tutt’intorno a me e mi dedico con voracità al pranzo al sacco panoramico. Non ho fretta, la giornata è bellissima e, dal punto di sosta che ho scelto, vedo lo spettacolo più bello del mondo senza interruzioni pubblicitarie.
Rifornisco la borraccia d’acqua e mi affaccio sul versante opposto per capire meglio la situazione nevosa. Forse mi sarà possibile scendere da qui. Lo saprò con certezza quando arriverò al laghetto del Marguareis. Nel caso in cui la neve m’impedisse di proseguire, mi basterà tornare indietro e fare a ritroso il percorso dell’andata.
La discesa nel Vallone del Marguareis
Al cospetto del massiccio del Marguareis che mi osserva un po’ burbero e un po’ sornione affronto il sentiero in discesa nell’omonimo vallone. È selvaggio ma dannatamente intrigante.
Dopo una ventina di minuti raggiungo il piccolo e pittoresco laghetto del Marguareis (1924 m). Attraverso il basso muretto in pietra e cemento e, dopo aver valutato che i tratti innevati non m’impediscono di proseguire, continuo il mio trekking scendendo sempre più giù.
Quando giungo in prossimità del Gias Soprano del Marguareis ho la certezza di aver definitivamente lasciato la neve alle mie spalle. Il tracciato è però movimentato da un labirinto di massi da attraversare per raggiungere finalmente il bosco che mi riporterà al Gias Sottano di Sestrera. Da qui al rifugio Pian delle Gorre (e poi al Villaggio d’Ardua) è letteralmente una passeggiata.
📝 Consigli avventurosi
Se ti piace camminare e ami i paesaggi montani, durante le giornate sgombre da nubi, troverai grande soddisfazione nel percorrere questo itinerario. Se c’è ancora troppa neve puoi anche decidere di tornare indietro dalla stessa via percorsa all’andata. In questo caso per raggiungere il rifugio Pian delle Gorre basterà un’ora e un quarto.
Nello zaino porta con te i ramponcini, pesano poco e potrebbero essere fondamentali per completare l’anello in presenza di alcuni tratti nevosi nella seconda parte del trekking.
Sul magazine delle Travel Blogger Italiane racconto altre curiosità sul Parco Naturale del Marguareis.
Alla scoperta di altre avventure #CuneoAkm0!