Flamulasca
Cuneo a km 0

Viaggio nel tempo a Flamulasca e dintorni

In Valle Pesio esiste un luogo magico in cui scoprire la vita quotidiana e il mistico mondo dei Celto-liguri che abitavano questa terra nell’Età del Bronzo e del Ferro (1000 a.C. – I° secolo a.C.). Ma la passeggiata di oggi riserva altre tappe che meritano di essere approfondite.

La camminata di oggi, grazie a una manciata di geocache che ho posizionato (più un paio aggiunte in seguito da un collega geocacher), è anche l’occasione per dedicarti a un’appassionante caccia al tesoro. Che ne dici di scoprire alcuni luoghi particolari situati tutt’intorno a Flamulasca?

▶️ Percorso 3D

Verso Flamulasca: la chiesa campestre di Sant’Anna

Un po’ fuori dal paese, accanto al torrente Pesio, si trova un piccolo santuario risalente alla seconda metà del XVII secolo: la chiesa campestre di Sant’Anna. Parcheggio nella piazzetta antistante e, prima di tutto, verifico le condizioni del geocache posizionato in questa zona. Essendo tutto in ottime condizioni, posso finalmente iniziare la piacevole passeggiata in direzione di Flamulasca.

M’incammino quindi lungo la strada provinciale. Dopo appena alcune centinaia di metri, imbocco la strada sterrata sulla sinistra che, fondamentalmente, è il punto di partenza effettivo per raggiungere le altre tappe della mia caccia al tesoro. Malgrado non sia riuscita a includere tutti i punti d’interesse, ho comunque creato le premesse per una facile camminata in mezzo alla natura.

chiesa campestre di Sant'Anna, da qui si parte per Flamulasca
chiesa campestre di Sant’Anna

Flamulasca

Una breve salita mi conduce quindi a Flamulasca. Per farla breve si tratta di un parco archeodidattico nato con lo scopo di farci conoscere la vita preistorica. Nello specifico mi trovo davanti alla ricostruzione di parte di un villaggio dell’Età del Bronzo finale (XII-VIII secolo a.C.).

In questo caso l’attenzione è incentrata sulle attività manifatturiere. Ecco quindi la tettoia per la metallurgia e una grossa capanna per la lavorazione dei metalli, ossa e corna. E poi una capanna più piccola per la lavorazione della terracotta, una vasca per l’argilla e, infine, la fornace per la terracotta.

Flamulasca
Flamulasca

La Panchina Gigante

Proseguo lungo il sentiero e, a un tratto, il bosco lascia spazio a una radura da cui puoi iniziare ad ammirare la Bisalta in tutta la sua imponenza. Cammino sotto il sole e, poco dopo, raggiungo il punto panoramico in cui è posizionata la Panchina Gigante bianca e rossa.

È stata realizzata dall’associazione Gira & Tuira che si propone di promuovere e far conoscere i tesori nascosti della natura delle Valli del Cuneese. Ovviamente fa parte del circuito Big Bench Community Project e gli appassionati possono far timbrare il passaporto nei negozi convenzionati a Chiusa di Pesio.

Indubbiamente un posto del genere è anche lo scenario ideale in cui giocare al geocaching. Purtroppo quando ho creato il mio giro non sono riuscita a trovare una soluzione adatta. Devi sapere che, per le mie cache, sono piuttosto esigente: devono essere al sicuro e, pur nella loro semplicità, far ragionare gli impavidi cercatori. Ci ha pensato qualcun altro che, creando un altro emozionante itinerario, è capitato sul mio percorso con ben due geocache. Uno si trova proprio qui ed è tra i più ingegnosi che ho collezionato finora.

Panchina Gigante bianca e rossa a due passi da Flamulasca
Panchina Gigante bianca e rossa

Castello di Momnbrisone

Dopo la pausa panoramica, seguo con sicurezza il sentiero per Montefallonio. M’inoltro quindi nel bosco e, mezz’ora dopo la partenza da Flamulasca, mi trovo nei pressi del piccolo laghetto Peschiere. Le coordinate m’indirizzano in un punto molto preciso, mi concentro sull’indizio a mia disposizione e firmo il logbook in ottimo stato di conservazione. Questa novità rende la passeggiata ancora più divertente. Ed è a sua volta un incentivo per andare a cercare le altre cache collegate.

Proseguo sulla strada sterrata fin quando un’indicazione sulla destra mi porta su un ripido sentiero che, in una manciata di tornanti, mi conduce a un’altra strada sterrata. Mezz’ora dopo aver lasciato il laghetto eccomi quindi in cima a una collina.

Qui si trova il castello di Mombrisone, un’originale palazzina di caccia in stile neoclassico fatta costruire nel 1840 da Giuseppe Avena. Purtroppo l’edificio è stato danneggiato dalle infiltrazioni e dalla mancanza di manutenzione. A causa di questo sono stati asportati la scala a chiocciola interna, gli infissi e numerosi marmi. Negli ultimi anni il Comune ha avviato un graduale progetto di recupero del castello di Mombrisone.

Prima di rilassarmi nel parco, verifico il geocache posizionato. Anche qui è tutto in ottime condizioni.

castello di Mombrisone
castello di Mombrisone

Flamulasca: anello sì o no?

Tecnicamente l’itinerario si presta ad essere effettuato ad anello. Nulla vieta però di ritornare sui tuoi passi. In entrambi i casi giungerai nei pressi della Panchina Gigante.

Da qui, invece, torno sui miei passi fino al pilone votivo. Qui proseguo dritto fino a raggiungere la terza e ultima tappa della caccia al tesoro che ho ideato.

Grangia del Castellar
Grangia del Castellar

Grangia del Castellar

La grangia del Castellar venne edificata nel 1228 dai Certosini della valle Pesio per far capo a un insediamento agricolo posto nelle vicinanze dell’abitato con lo sfruttamento dei castagneti che si estendevano verso Peveragno.

C’era una grande costruzione agricola ma adesso è ridotta a pochi ruderi. L’area fa comunque parte di un articolato progetto di recupero che prevede interventi di miglioramento paesaggistico e di uso didattico e turistico integrato. E il geocache? Anche in questo caso è in ottime condizioni.

📝 Consigli avventurosi

Il percorso ad anello ha uno sviluppo di 7,2 km e un dislivello positivo di 274 metri. Il tempo di percorrenza è di un paio d’ore a cui devi aggiungere quello necessario per trovare i cinque geocache posizionati lungo l’itinerario.

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