Esistono diversi modi per raggiungere fontana Cappa a Peveragno, in provincia di Cuneo. A piedi o in mountain bike. Con un anello più o meno ampio. I sentieri che si diramano nei boschi permettono di accorciare o allungare il percorso a tuo piacimento. Mi sono divertita a disegnare sulla carta topografica il tracciato ideale per rendere unica quest’esperienza in valle Colla.
Alcuni geocacher hanno nascosto qualche tesoro nella zona. Cercarli rende l’anello di fontana Cappa ancora più emozionante. A dirla tutta, in tempi diversi, ho scoperto alcuni dei posti che qui descrivo proprio grazie al geocaching.
Ti racconto con piacere la mia avventura. Partiamo?
In questo articolo
▶️ Percorso 3D
Fontana Cappa: come raggiungerla da Castellar di Boves
Raggiunta la frazione Castellar di Boves, in provincia di Cuneo, parcheggio gratuitamente nello spiazzo del vallone Sergent. Da qui inizia la mia salita all’ombra dei castagni. Questo tipo di bosco mi piace molto perché è curato e pulito dai proprietari che ne raccolgono i frutti.
Dopo appena un centinaio di metri svolto a sinistra e risalgo il vallonetto secondario di Cicurin. Raggiungo Tetto Battaglia e, proseguendo a zig-zag, sbuco nell’ampio spazio aperto circondato dalle case di Tetti Comba.
Una breve sosta è doverosa per ammirare la Bisalta da una parte e Rosbella dall’altra. Vedere da un’altra prospettiva alcuni dei punti in cui transito quando percorro i sentieri del Bisalta Trail accresce la mia consapevolezza sulle distanze e i dislivelli che mi trovo a percorrere.
Sulla Via Grima e poi al Rucàs
Abbandono la sterrata che prosegue verso Tetti Frangè e il vallone Gina. Ignoro le case dei soprastanti Tetti Griva sul confine tra Boves e Peveragno. Seguo invece, sulla destra, le tacche gialle della Via Grima, antica strada sulla quale sembra che, durante la campagna d’Italia, sia transitato Napoleone Bonaparte con le sue truppe dal colle di Tenda verso il Monregalese.
Seguendola nella sua interezza, e attraversando tratti piuttosto selvaggi tra la folta vegetazione, raggiungerei il colle Bercia, crocevia di vari sentieri.
Tuttavia preferisco imboccare una delle varianti che portano al Bric Croce, per la gente del posto Bric Croè o Rucàs. Nello specifico scelgo il sentiero che scorre parallelo ai tralicci dell’alta tensione. Raggiunto quindi un colletto indicante la mia tappa, seguo il sentiero che mi conduce a uno spettacolare balcone panoramico da cui posso abbracciare con lo sguardo la pianura cuneese.
La bifida Besimauda incombe alle mie spalle. Un geocache a pochi metri da me attende solo di essere scovato dal suo sicuro nascondiglio. I campanacci delle mucche mi avvisano che, nel tratto successivo, forse avrò degli incontri ravvicinati con loro.
La fresca acqua di fontana Cappa
Tornando sui miei passi fino al colletto di cui sopra, seguo una traccia che mi conduce a un bosco di conifere affacciato su verdi prati. Le mucche stanno pascolando allegramente. Per non disturbarle proseguo tra gli alberi su una pista per le mountain bike.
Sbuco su una pista forestale e, dopo una decina di minuti in discesa, sono finalmente al cospetto di fontana Cappa. A differenza della mia precedente escursione, in cui era asciutta, l’acqua ora sgorga fresca e vigorosa. Riempio entrambe le borracce.
Rintracciato il nascondiglio di un geocache, mi dirigo quindi sulla sterrata in salita. Mi fermo presso un edificio ben ristrutturato. Divoro con voracità il mio pranzo.
Da fontana Cappa al vallone di Peveragno
Tornata sui miei passi lungo la sterrata svolto decisamente a sinistra e inizio la discesa verso il vallone di Peveragno. Imbocco quindi una ripida scorciatoia a sinistra che mi conduce al Ponte delle bestie.
Da qui in avanti sono presenti vari incroci che mi permetterebbero di raggiungere Tetti Comba e Castellar ma la bella giornata m’invoglia a proseguire il mio articolato anello.
Raggiungo quindi Tetti Buonasera o casa Seri. Anche qui un geocache tiene viva la mia attenzione e, soprattutto, mi racconta la storia di una montagna un tempo abitata. Poi, come accadde in altri contesti simili, la prospettiva di una vita più comoda portò i suoi abitanti a valle.
Proseguo lungo la stradina dissestata e raggiungo Tetto Cava – Barano. Vado ancora oltre e, tra le case di Tetti Fenera, trovo una fontana. C’è anche un geocache molto ben nascosto. Ma lo trovo.
Discesa nella val Fredda
Alcuni tornanti mi portano nella val Fredda. L’ennesimo bivio è l’ultima occasione per risalire a Tetti Comba e da qui ridiscendere a Castellar. Ma ho ancora un paio di curiosità (e di geocache) da mostrarti.
L’ex cava di uranio fu operativa dal 1949 al 1962. A quei tempi i minatori non conoscevano i rischi che correvano a lavorare senza protezioni. Molti si ammalarono e morirono in pochi anni. Anche questa storia mi è stata tramandata per mezzo di un geocache.
Proseguendo la mia discesa raggiungo quindi il colletto che separa la frazione Rivoira di Boves da San Giovenale di Peveragno. Una strada sterrata che s’inoltra nel bosco mi porta a via Tetti Molettino che percorro per qualche centinaio di metri.
L’ultimo geocache della giornata si trova presso l’invaso artificiale di Rivoira. Costruito per favorire l’irrigazione dei terreni, col tempo è diventato meta per le passeggiate dei bovesani. Le panchine in legno decorate con animali e i tavoli da pic-nic invitano a una sosta.
Raggiungo quindi Castellar e il parcheggio.
Che ne dici? Questo anello di fontana Cappa è intrigante?
📝 Consigli avventurosi
L’anello di fontana Cappa da Castellar di Boves ha uno sviluppo di 15,4 chilometri e un dislivello positivo di 1240 metri.
Scegli una giornata priva di foschia per apprezzare il panorama.
Alla scoperta di altre avventure #CuneoAkm0!
È sempre un piacere leggere le tue avventure, le descrivi sempre in modo molto dettagliato e le foto sono sempre stupende. Mi fai sempre scoprire posti nuovi ❤️
Ciao Enrica,
ti ringrazio per la lettura e il commento. Mi fa piacere che la passione che metto nel blog sia apprezzata.