Il rifugio Balma si trova sulle Alpi Liguri a 1883 m di altitudine, in provincia di Cuneo, nella frazione Prato Nevoso di Frabosa Sottana. Durante la stagione estiva è punto di partenza ideale per escursioni di varia lunghezza e difficoltà. Tuttavia mi piace anche considerarlo punto d’arrivo d’itinerari meno impegnativi ma non per questo meno emozionanti.
La storia del rifugio Balma inizia nei primi anni del XX secolo con Kin Allegro, bisnonno degli attuali gestori. Dapprima tendone per il ristoro degli alpini che ogni anno si alternano nei campi estivi, si amplia con la cucina e alcune stanze diventando quindi un vero e proprio rifugio.
Oggi, neve permettendo, apre continuativamente dai primi di maggio a fine ottobre.
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Come raggiungere il rifugio Balma
Uno dei modi più classici per salire al rifugio è farlo in auto seguendo la strada sterrata di cinque chilometri che inizia presso il parcheggio alla fine di Prato Nevoso. Nulla vieta d’incamminarti da qui a piedi, io stessa l’ho fatto tante volte ma, soprattutto nei giorni in cui il rifugio è più frequentato, rischi di mangiare tanta polvere.
Per evitare o quasi il rischio d’incontrare veicoli è meglio partire a piedi da un parcheggio a quota più bassa, quello delle piste del rosso. Qui, grazie a una novità di recente costruzione, puoi altresì salire in quota velocemente e lasciare quindi il sentiero alla gioia dei camminatori e degli appassionati di mountain bike.
Dal 2020 è infatti operativa la nuovissima telecabina firmata Porsche che, in appena quattro minuti, permette di raggiungere lo Chalet il Rosso a quasi 2000 metri di altitudine. Da qui ad arrivare a piedi alla Balma è questione di una manciata di minuti.
Dalla Baita del Verde al rifugio Balma
I primi passi del trekking mi portano a sfiorare la Baita del Verde, tipica costruzione in legno in perfetto stile valligiano. Posizionata strategicamente in un bel punto panoramico a 1660 metri di altitudine, è punto di riferimento anche per gli sciatori che d’inverno animano le piste del comprensorio Mondolé-Ski.
La salita procede regolare. Osservo con curiosità, alla mia destra, la silenziosa cabinovia che traghetta intere famiglie su in cima. Alcuni non hanno idea di cosa ci sia all’arrivo, s’informeranno presso il ristorante. Io, invece, sto già progettando la prossima uscita in zona alla scoperta di sentieri su cui non ho ancora camminato.
La bella giornata di sole mi accompagna su per la salita. Alcune vacche mi guardano sornione. Sono solo le prime, a due passi dalla Balma sta pascolando una mandria piuttosto numerosa. Due cani da pastore abbaiano rabbiosamente ma sono legati nei pressi della casa.
Il lago delle Scalette
Oltrepasso il rifugio Merlo. Davanti ai miei occhi si presenta uno spettacolo piuttosto buffo. Da un lato della carrozzabile pascolano allegramente le mucche e, su quello opposto, i numerosi visitatori che alla Balma cercano un po’ di fresco.
M’incammino brevemente nella direzione opposta. Giusto per assaporare ancora per qualche minuto la purezza della montagna prima di pranzo. La deliziosa cornice del lago delle Scalette, a 1860 metri di altitudine, in questo aiuta molto. Anche qui un cane da pastore fa la guardia.
Torno indietro e, finalmente, raggiungo il rifugio Balma. Adocchio una pietra adatta e mi ci siedo per dedicarmi alla pausa pranzo. Purtroppo le nubi offuscano le montagne di fronte e devo rimandare a un altro momento l’incontro visivo col mio amato monte Mongioie.
Il bosco del Lupo
La discesa avviene per la stessa via dell’andata ma, presso la stalla più a valle, esploro un sentiero diverso. Lo faccio con la benedizione dell’app Locus Map. Tuttavia prima di prendere una decisione definitiva cerco di orientarmi con più chiarezza. Gli ultimi dubbi si dissolvono nel momento in cui identifico la pista per le mountain bike in cui, ovviamente, si rammenta di prestare attenzione alla presenza di pedoni lungo il tracciato.
Mi addentro quindi nella selva oscura di abeti bianchi che caratterizzano il bosco del Lupo. Ampi tornanti mi portano a perdere quota brevemente. Sporadici segni di vernice sugli alberi mi confermano che mi sto muovendo nella direzione giusta. Tuttavia l’impressione è quella di un sentiero lasciato un po’ a sé stesso.
Infine sbuco sul fatidico incrocio che mi conduce agevolmente proprio dietro la stazione di partenza della cabinovia, a 1553 metri di altitudine. Complessivamente l’ultima parte dell’itinerario mi ha un po’ delusa. Oltre a una manutenzione più accurata del sentiero mi sarei aspettata anche qualche pannello esplicativo in più sulle particolarità dell’area.
Ovviamente il trekking alla Balma può tranquillamente concludersi ritornando esattamente sui tuoi passi. I paesaggi circostanti sono assolutamente appaganti e regalano emozioni che solo la montagna sa dare.
📝 Consigli avventurosi
Raggiungere il rifugio Balma a piedi richiede un’oretta o poco più di camminata sotto il sole. Considerato questo è meglio affrontarla al mattino con una buona scorta idrica e adeguata protezione solare. La tratta ha uno sviluppo di circa sei chilometri e un dislivello positivo di 223 metri.
Da qui puoi partire per altri emozionanti trekking alla scoperta del monte Mondolè, del monte Fantino, dei laghi della Brignola e del lago Raschera.
Presso il rifugio puoi noleggiare e-bike con cui raggiungere i laghi della Brignola e Artesina sfruttando le strade sterrate presenti.
Alla scoperta di altre avventure #CuneoAkm0!