pilone di Sant'Anna di Rialpo
Cuneo a km 0

Da Roccasparvera a Demonte: come ho superato la crisi sulla Via di Sant’Anna

La mia Via di Sant’Anna riprende alle 8.24 di lunedì 17 luglio 2023. Mi attende l’impegnativa tappa 2 da Roccasparvera a Demonte. Ne conosco le criticità e mi sento pronta ad affrontarle. Tuttavia qualcosa s’inceppa e mi trovo a marciare per un tempo maggiore di quello previsto inizialmente.

Ogni cammino, così come la vita stessa, ha il suo momento di crisi. Il mio arriva inaspettatamente nel corso della seconda tappa. Quest’esperienza m’insegna ad ascoltarmi con un’intensità a cui non sono abituata. E mi prepara a non ricascarci.

Sono grata al cammino per avermi messa alla prova nella sua fase iniziale. Ho così avuto il tempo per riorganizzarmi e per riordinare le mie priorità.

Ora ti spiego com’è andata esattamente.

pilone votivo a Roccasparvera
pilone votivo a Roccasparvera

▶️ Percorso 3D

Da Roccasparvera a Demonte, conchiglie e ciapiret

Percorro appena pochi metri che sono già ferma per sorprendermi di fronte a una scultura in alluminio lucido che rende omaggio a tutti noi pellegrini. L’opera Shell del belga Pascal Bernier s’ispira infatti alla conchiglia di San Giacomo.

Di fatto io sto camminando verso il santuario di Sant’Anna di Vinadio. Ma anche verso Santiago di Compostela che, a un certo punto disterà da me esattamente 1580 chilometri. Gran parte della tappa riunisce i due cammini in uno solo ma ci sono tratti in cui i due percorsi si dividono e mi ricordano dove sto andando io.

La conchiglia gialla su sfondo blu e il ciapiret, mucchietto di sassi simbolo del Cammino tradizionale di Sant’Anna, mi tengono compagnia e m’incoraggiano a proseguire un passo dopo l’altro.

Mi lascio alle spalle la chiesa di San Rocco e Sebastiano, decisamente spoglia all’interno, e procedo in leggera salita lungo uno dei nuovi sentieri tematici di Roccasparvera dedicati ai bambini.

Il Cammino della Vita, il Cammino nella Fede
Il Cammino della Vita, il Cammino nella Fede (Gaetano Usciatta)

Anche Gaiola omaggia i pellegrini

Curiosità botaniche, un’invitante StarsBOX e alcuni piloni votivi punteggiano il mio allegro incedere fino a Gaiola. A questo punto lascio procedere per un po’ San Giacomo per conto suo e, insieme a Sant’Anna, mi addentro nel centro del borgo.

Ci ricongiungiamo nella piazza in cui tradizionalmente i pellegrini diretti a Santiago di Compostela si fermavano per una sosta. Una scultura che ritrae una giovane donna moderna in abiti antichi rappresenta Il Cammino della Vita, il Cammino nella Fede, valori senza età e senza tempo. L’opera è dello scultore locale Gaetano Usciatta.

Mi lascio alle spalle il paese e, dopo aver raggiunto e oltrepassato la frazione Braida, mi trovo ai piedi della Torre del Douzo del XIV-XV secolo, antico presidio di avvistamento e controllo sulla valle Stura a cui si accedeva tramite il ponte sottostante.

Poco oltre faccio una breve deviazione dal tracciato per circumnavigare il campo da paintball di Valloriate, disciplina sportiva in cui si sparano pallini di colore biodegradabili con cui colpire gli avversari.

tra Roccasparvera e Demonte c'è la Panchina Gigante di Moiola
Panchina Gigante di Moiola

A metà strada tra Roccasparvera e Demonte: sosta a Moiola

Perlopiù all’ombra del bosco e facendo attenzione a eventuali mountain bike impegnate sul sentiero dei castelli, raggiungo quindi Moiola. Avendo già percorso otto chilometri mi trovo quasi a metà tappa. È il momento giusto per fare una pausa. Nello zaino ho una buona scorta di barrette proteiche ma, erroneamente, penso che me ne basti una sola per arrivare fino a Demonte.

Aggiorno i miei followers sull’andamento della mia giornata e, rifornita la borraccia d’acqua fresca alla fontana, riprendo la mia salita su asfalto con la prospettiva di vedere anche una Big Bench.

Compio la seconda deviazione della giornata per vedere l’ennesima fontana. Riprendo quindi il cammino procedendo sull’antica via d’la Madona. Salendo nel bosco mi rendo purtroppo conto di aver gestito male la tappa.

Mi sento come se stessi scalando l’Everest. Perché mi sono messa in quest’avventura? Perché non sono rimasta a casa? Che cosa sto cercando? Forse una risposta, forse un senso, forse me stessa. Ma non lo trovo, non lo vedo, non lo sento. Sento solo il caldo che mi brucia la pelle, il sudore che mi cola sulla fronte, il respiro che mi manca nel petto. Manca ancora parecchio per raggiungere Demonte. Ci arriverò ben oltre l’ora di pranzo!

da Roccasparvera a Demonte apprezzo panorami spettacolari
panorama sulla valle Stura

Come ho superato la crisi da Roccasparvera a Demonte

Ho bisogno di una seconda sosta. La faccio presso la Panchina Gigante di Moiola, la numero 39 del circuito Big Bench Community Project. Osservo dall’alto ciò che mi lascio alle spalle fino a Roccasparvera e oltre. Più o meno altrettanto mi resta da percorrere. E gran parte sarà in discesa!

L’altura su cui è posizionata la Big Bench ospita le coloratissime installazioni realizzate dagli studenti della scuola secondaria di primo grado di Demonte.

Proseguendo brevemente sulla cresta arrivo quindi alla cappella della Madonna Incoronata o Assunta. Sono nel punto più alto della tappa odierna. E la mia destinazione è dietro a un bricco che in qualche modo dovrò superare. Inizio cautamente una lunga discesa tecnica che, all’improvviso, si apre sulla vallata. Da quassù è davvero affascinante!

Procedo a mezzacosta e mi trovo addosso alla parete rocciosa ma comunque protetta dalla vegetazione. Il contesto in cui mi muovo è completamente diverso dalla prima tappa. È montagna con tutte le sue insidie e, memore dei vecchi infortuni, procedo con cautela. Forse troppa ma preferisco evitare di farmi male al secondo giorno.

Scesa al livello della statale ho il primo approccio visivo con San Lorenzo di Demonte. M’illudo di essere quasi a destinazione ma, per il caldo sfiancante, faccio varie soste all’ombra.

Avvisto Demonte e, certa che sto per concludere la tappa, procedo entusiasta. Tuttavia la Via di Sant’Anna, per farmi evitare la strada statale, mi fa fare un labirintico giro alle spalle del paese, un po’ nel bosco e un po’ tra i prati vicini ai laghi di San Marco.

pilone di Sant'Anna di Rialpo
pilone di Sant’Anna di Rialpo

Uno spuntino sotto i portici di Demonte

Finalmente entro nell’abitato, passo accanto all’Albergo Moderno in cui trascorrerò la notte e raggiungo la chiesa parrocchiale di San Donato. Qui si conclude ufficialmente una tappa fisicamente impegnativa. La lezione appresa sarà fondamentale per gestirmi meglio nella tappa 3 da Demonte a Vinadio.

Alle 15.30 devo ancora pranzare. Sotto i portici di Demonte trovo un ottimo locale in cui saziarmi e rilassarmi al fresco, il Ristopub Orso Mine. Ho anche occasione di scambiare due parole sul Cammino di Sant’Anna e sulla profonda devozione che puntualmente porta tantissimi cuneesi a partire di notte per raggiungere il santuario di Sant’Anna di Vinadio al mattino.

Esploro quindi il parco Borelli, un bell’esempio di giardino ottocentesco in cui si svolgono vari eventi culturali. Le quattro terrazze accolgono molte varietà di alberi e siepi.

parco Borelli
parco Borelli

📝 Consigli avventurosi

La tappa 2 della Via di Sant’Anna va da Roccasparvera a Demonte, ha uno sviluppo di 18 chilometri e dislivello positivo di 630 metri.

Alla scoperta di altre avventure #CuneoAkm0!

🧭 Itinerario

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