monte Dubasso (1545 m)
Piemonte

Fischia il vento

La carta topografica è stesa sul tavolo. Il punto di partenza dell’escursione si trova presso il santuario di Madonna del Lago ad Alto, in provincia di Cuneo. Seleziono l’area nell’app di geocaching e appare una serie di tesori da cercare. È un po’ come nel gioco dei puntini da unire per formare un disegno. In questo caso il risultato è l’escursione ad anello al monte Dubasso.

▶️ Percorso 3D

Ho tutte le informazioni che mi servono per affrontare un’avventurosa giornata in val Pennavaire. L’unico dubbio potrebbe essere se affrontare il tracciato in senso orario o antiorario. La numerazione delle cache e la possibilità di ammirare dei gradevoli panorami mattutini mi fa optare per quello orario. Partiamo?

Monte Dubasso: tracce di storia

Imbocco il sentiero dietro il santuario e inizio a salire lentamente. Il vento inizia a fischiare intensamente intorno a me. Mi accompagnerà per gran parte dell’escursione. La sua presenza anticipa una pagina storica che, di lì a poco, avrò modo di approfondire.

Presso Case Fontane, infatti, m’imbatto in una lapide che commemora le eroiche gesta del dottor Felice Cascione (U Megu), partigiano che curò generosamente gli abitanti di queste vallate e che morì per la libertà proprio su queste alture. Era un buon poeta e sue sono le parole della canzone Fischia il vento. A ogni raffica, oggi, inevitabilmente un pensiero va a lui.

Proseguo sulla sterrata per alcuni minuti. A un tratto un cartello m’invita a una breve e doverosa deviazione. Il cippo alla memoria di Felice Cascione è accarezzato dal vento che ora soffia più mite. Con lo sguardo posso abbracciare l’infinito intorno a me. Un nastro tricolore, una piastrella realizzata dai bambini della scuola elementare, la gratitudine del popolo rendono viva la memoria di ciò che fu.

cippo alla memoria di Felice Cascione
cippo alla memoria di Felice Cascione

Monte Dubasso: e i geocache?

Torno sui miei passi e riprendo l’escursione verso il monte Dubasso. La segnaletica verticale si limita all’essenziale negli incroci ma è molto presente quella orizzontale. In questa parte dell’itinerario seguo brillanti quadrati rossi piuttosto recenti.

Abbandono la strada sterrata per un sentiero che sale nel bosco. Il GPS suona per segnalarmi che sono nei pressi del primo geocache della giornata. Lo trovo velocemente e riprendo la salita. Dopo mezz’ora sbuco sulla sterrata che avevo abbandonato. Verificato sul GPS il percorso migliore da seguire in questa parte, procedo ancora in salita. Taglio vasti pendii pascolivi ben esposti al sole.

Dopo una ventina di minuti giungo quindi al colle San Bartolomeo d’Ormea (1446 m) da cui si diramano tre piste sterrate. Un pannello informativo con la carta topografica della zona mi fornisce una chiara panoramica del punto esatto in cui mi trovo e dell’itinerario che devo ancora percorrere.

Mi trovo quindi a percorrere un brevissimo tratto dell’Alta Via dei Monti Liguri. Nel farlo raggiungo il secondo geocache della giornata. È completamente in vista. Dopo aver firmato il logbook ripristino il nascondiglio per proteggere il contenitore da sguardi indiscreti. La foschia in lontananza mi preclude la vista del mare ma il panorama è comunque bellissimo. Distinguo nitidamente la piana di Albenga.

escursione sul monte Dubasso: tratto sull’Alta Via dei Monti Liguri
sull’Alta Via dei Monti Liguri

In cima al monte Dubasso

Al bivio successivo abbandono l’Alta Via dei Monti Liguri per procedere verso la cima del monte Dubasso (1545 m). In epoca napoleonica pare che i corpi delle vittime degli scontri armati avvenuti in zona siano stati sepolti sotto alcuni massi. Per questo motivo il luogo è noto anche come Cimitero napoleonico.

Fischia il vento. Le raffiche si susseguono quasi senza sosta. Vago tra i massi e i rododendri alla ricerca di un punto preciso ma non tanto facile da individuare con esattezza. Nemmeno la foto spoiler riesce a darmi indicazioni più precise su dove guardare. Dopo un ultimo sguardo al paesaggio lunare che mi circonda decido quindi di proseguire l’escursione tralasciando il geocache.

Il facile e ampio crinale si trasforma in una lunga e ripida discesa tecnica subito dopo aver aggirato un’anticima del monte Dubasso. Da una parte c’è il bosco e dall’altra pendii strapiombanti ma l’esile traccia non è mai esposta. Il terreno completamente asciutto dopo mesi di siccità agevola solo in parte la mia lenta progressione. I ben evidenti triangoli rossi lungo il percorso mi accompagnano tra i detriti.

Superata la parte più impegnativa mi fermo al riparo di un’imponente roccia per pranzare.

monte Dubasso (1545 m)
monte Dubasso (1545 m)

Tra boschi e punti panoramici

Protetta dai faggi scendo agevolmente una lunga serie di tornanti. All’improvviso una decisa svolta mi porta ad attraversare un breve mezzacosta interamente ricoperto di foglie. Lo affronto con cautela. È l’ultima insidia della giornata.

Tra le caratteristiche rocce che contraddistinguono questa parte dell’escursione spuntano anche dei punti panoramici. Procedo speditamente in discesa e, finalmente, esco dal bosco. Sono sulla strada sterrata che, attraversando un bosco di conifere, aggira le pendici della Rocca Asperiosa.

Appena raggiungo l’asfalto mi rendo conto di trovarmi presso un geocache che, alcuni anni fa, non ero riuscita a trovare. L’esperienza accumulata e un attento sguardo a ciò che ho davanti mi permettono di conquistare anche questo tesoro.

A questo punto potrei proseguire su asfalto e, in pochi minuti, raggiungere il parcheggio. Ma ho ancora una cache da trovare. Decido quindi di dirigermi verso Case Fontane. In basso vedo già il lago e il santuario. L’asfalto ha lasciato il posto allo sterrato e decido, dopo aver trovato l’ultimo tesoro della giornata, di concludere l’itinerario ad anello con il sentiero da cui sono partita.

santuario di Madonna del Lago ad Alto
santuario di Madonna del Lago ad Alto

📝 Consigli avventurosi

L’escursione ad anello al monte Dubasso, compresa la deviazione al cippo in memoria di Felice Cascione, ha uno sviluppo di 10,2 chilometri e un dislivello positivo di 750 metri. Consiglio di effettuarla in senso antiorario per affrontare in salita la parte più impegnativa del tracciato. In caso di pioggia l’esile traccia piuttosto ripida e malagevole di questo tratto può infatti risultare scivolosa.

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