Museo Civico di Cuneo: sezione etnografica
Cuneo a km 0

Tracce di storia cuneese

Le fredde giornate invernali, con le loro poche ore di luce, stimolano comunque la mia curiosità. Anzi, sono il momento ideale in cui addentrarmi in luoghi chiusi intrisi di storia. Le avventure della bella stagione mi hanno portata in più di un’occasione in aree archeologiche i cui reperti sono custoditi all’interno del Museo Civico di Cuneo.

Sono transitata varie volte in zona ma non avevo ancora trovato l’occasione giusta per entrare e vedere dal vero ciò che finora ho potuto solo immaginare. Per una serie di fortunate coincidenze quel giorno è dunque arrivato.

Seguimi nel chiostro, ti faccio strada.

fattoria gallica di Chassemy (Francia)
fattoria gallica di Chassemy (Francia)

Museo Civico di Cuneo: il complesso monumentale

Il Museo Civico di Cuneo si trova nel complesso monumentale di San Francesco comprendente l’ex convento e la quattrocentesca chiesa sconsacrata. La funzione religiosa degli edifici finì quando l’esercito di Napoleone cacciò i frati per farne una caserma.

L’utilizzo militare proseguì per molto tempo ovvero fino alla fine degli anni Settanta del XX secolo. Il comune di Cuneo lo adibì quindi ad attività culturali e didattiche scegliendolo infine come sede per il Museo Civico.

Il complesso monumentale di San Francesco è un monumento nazionale e rara testimonianza architettonica dell’epoca medievale a Cuneo. Il Museo Civico accoglie al suo interno tracce della storia economica, sociale e religiosa del territorio cuneese. La chiesa ospita invece esposizioni temporanee e spettacoli.

Dopo un rapido giro del chiostro entro quindi nel museo vero e proprio. Ricevo una copia omaggio della rivista Archeologia Viva contenente un dettagliato articolo circa il rinvenimento di una necropoli longobarda nella vicina Sant’Albano Stura.

Museo Civico di Cuneo: Ursus spelaeus
Ursus spelaeus

Museo Civico di Cuneo: viaggio nel tempo

La prima sala è dedicata alla preistoria e protostoria. I reperti esposti vanno dal Paleolitico all’Età del Ferro e provengono tutti dal cuneese. In particolare spicca la vetrina dei reperti del sito neolitico delle Grotte di Aisone che ho visitato a settembre. Ma, ancor di più, attira la mia attenzione quella con i resti paleolitici di Ursus spelaeus rivenuti nelle Grotte del Bandito di Roaschia.

La sezione dedicata alla Romanità si occupa del periodo in cui il territorio fu inglobato nella progressiva espansione di Roma. L’area tra Busca, Cuneo, Castelmagno e Caraglio era infatti un’importante zona di comunicazione verso la vicina Gallia. Reperti, epigrafi e un sotterraneo ambiente dedicato ai rituali funerari sono ciò che resta di quell’epoca.

Salgo le scale per raggiungere il primo piano con le sale dedicate all’Alto Medioevo.

L’allestimento dedicato agli scavi archeologici effettuati a Sant’Albano Stura tra il 2009 e il 2018 è il più recente e anche il più tecnologico. Attraverso un intuitivo touch screen posso quindi approfondire i dettagli di questo importante ritrovamento avvenuto durante la costruzione dell’autostrada Asti – Cuneo. Davanti ai miei occhi, pazientemente restaurati, ecco quindi i segni della presenza dei Longobardi.

Chi erano? Perché si trovavano nel cuneese?

l'importante ritrovamento a Sant'Albano Stura (CN) raccontato su Archeologia Viva
l’importante ritrovamento a Sant’Albano Stura (CN) raccontato su Archeologia Viva

L’autostrada dei Longobardi

La loro storia è piena di oscurità e incertezze ma oggi sappiamo qualcosa di più sul loro conto. Si trattava di gente di origine germanica che, dalla penisola dello Jutland e dalla Scandinavia meridionale, si spostò per alcuni decenni nell’attuale Ungheria.

Nel 568 scesero quindi in Italia conquistando i principali centri del settentrione per poi spingersi a sud. Di sicuro il Piemonte era una posizione chiave per la difesa dei confini dai Franchi.

La necropoli longobarda di Sant’Albano Stura fu utilizzata per poco più di cento anni. Gli scavi hanno portato alla luce 842 tombe. A causa del terreno fortemente acido gli scheletri non si sono conservati. Il corredo funebre ci permette però di scoprire dettagli sulla moda germanica del tempo e su come questa sia stata influenzata da quella tardoromana convertendosi di fatto alla moda mediterranea.

Per farla breve il corredo maschile è caratterizzato dalla cintura a cui venivano appese le armi (coltello, cesoie, il coltellaccio detto scramasax e l’ascia). Le donne invece utilizzavano due fibule per chiudere il mantello ma più avanti ne impiegarono solo una. Indossavano orecchini in oro o argento decorati con sferette saldate lungo il cerchio. Le collane erano fatte di elementi in pasta vitrea opacizzata dai colori vivaci.

Museo Civico di Cuneo: bambole Lenci
bambole Lenci

Museo Civico di Cuneo: la sezione etnografica

La collezione etnografica del Museo Civico di Cuneo spazia dagli abiti di inizio Novecento ad accessori della vita quotidiana del XVIII secolo. Io qui ci trascorrerei ore ed ore… il passo cadenzato del guardiano che ciclicamente effettua il giro delle sale scandisce il resto della visita.

Mi guardo intorno e ogni dettaglio cattura la mia attenzione. Le antiche insegne di locande e negozi in ferro battuto mi evocano un’epoca lontana. Anche gli oggetti e gli utensili delle case rustiche alpine sembrano venire da altri tempi così come gli attrezzi usati per l’agricoltura e l’allevamento.

Faccio quindi conoscenza con la lavorazione della seta e della canapa. E poi mi perdo tra i costumi tradizionali delle valli cuneesi e i numerosi ex-voto. M’incanto a osservare i dettagli della collezione di bambole Lenci vestite secondo le tradizioni valligiane.

Museo Civico di Cuneo: sezione etnografica
sezione etnografica

I colori della fede a Venezia

Concluso il giro del Museo Civico di Cuneo percorro appena pochi metri lungo il porticato del chiostro per vedere l’esposizione temporanea ospitata nella chiesa. Al momento ce n’è una davvero imperdibile. Ed è pure ad accesso gratuito!

I colori della fede a Venezia, dal 24 novembre 2022 al 5 marzo 2023, ha portato a Cuneo cinque capolavori. I tre grandi maestri del Rinascimento Tiziano, Tintoretto e Veronese si sono confrontati con i temi fondamentali dell’iconografia cristiana: l’Annunciazione e l’Incarnazione, il Battesimo di Cristo, l’Ultima Cena, la Crocifissione e la Resurrezione.

Le opere furono realizzate tra il 1560 e il 1565. La genialità degli artisti riuscì a connettere valori culturali e stilistici con ragioni e motivazioni spirituali. Incredibile!

Ultima cena di Jacomo Robusti detto il Tintoretto
Ultima cena di Jacomo Robusti detto il Tintoretto

Hai già avuto occasione di vedere dal vero le loro tele?

📝 Consigli avventurosi

Il Museo Civico di Cuneo si trova nel complesso monumentale di San Francesco in via Santa Maria 10.

È aperto dal martedì alla domenica con orario 15.30 – 18.30.

Il biglietto d’ingresso costa tre euro. È gratuito per i possessori dell’Abbonamento Musei Piemonte.

Alla scoperta di altre avventure #CuneoAkm0!

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