respirando la saggezza dei castagni secolari sul sentiero dei Sarvanot
Cuneo a km 0

Tra Sarvanot e Babaciu

Il Sarvanot è una creatura mitologica metà uomo e metà animale che abitava i boschi del paese nelle storie di un tempo. A Monterosso Grana, in provincia di Cuneo, comune di circa 500 abitanti situato in Valle Grana, dal 2015 è stato realizzato, attrezzato e segnalato il sentiero dei Sarvanot, percorso escursionistico dedicato espressamente a bambini e famiglie.

Ho già parlato di queste fantastiche creature nel post In compagnia dei Sarvanot ambientato a Rore, frazione di Sampeyre in Valle Varaita. Siamo sempre in provincia di Cuneo ma le due località, oltre a trovarsi in valli diverse, distano tra loro un’ora in auto.

affreschi di Pietro da Saluzzo nella cappella di San Sebastiano
affreschi di Pietro da Saluzzo nella cappella di San Sebastiano

Il sentiero dei Sarvanot

L’itinerario ha uno sviluppo ad anello di circa cinque chilometri e abbraccia il comune di Monterosso Grana passando tra boschi, prati e strade secondarie. La passeggiata completa dura un’ora e mezza ma puoi comunque rientrare in paese in diversi punti.

La partenza del percorso è presso il cimitero di Monterosso Grana. Qui c’è la piccola cappella di San Sebastiano. L’aspetto esterno anonimo e spoglio non deve chiaramente trarti in inganno. All’interno, visibile solo attraverso una vetrata che protegge l’arcata aperta, puoi vedere un ciclo di affreschi realizzato da Pietro da Saluzzo nel 1468 su commissione dei feudatari locali.

Alle 9.15, oltre alla mia auto, c’è solo quella di un ciclista in procinto di fare la sua bella pedalata su strada. Finalmente m’incammino serena per il sentiero ora pianeggiante e mi fermo a leggere il primo di una serie di 50 cartelli posizionati lungo il percorso.

Sto percorrendo il tratto a sud (à l’ubai) e, riassumendo, i cartelli posizionati raccontano le storie dei luoghi che sto attraversando e le origini degli alberi che si trovano nei boschi del paese.

lavoretti dei bambini nell'aula nel bosco lungo il sentiero dei Sarvanot
lavoretti dei bambini nell’aula nel bosco lungo il sentiero dei Sarvanot

L’aula nel bosco sul sentiero dei Sarvanot

Dopo pochi minuti mi trovo in uno spazio magico: l’aula nel bosco, un’area immersa nella saggezza dei castagni secolari in cui vengono specificatamente organizzate attività didattiche dedicate ai bambini. Alcuni loro lavori sono qui esposti per essere ammirati e apprezzati.

Guardo verso il cimitero e noto che, nel frattempo, sono arrivate altre automobili. Famiglie con bambini si stanno apprestando ad affrontare il sentiero dei Sarvanot. Proseguo il cammino nel bosco. Questa parte di percorso è davvero rilassante.

Intanto finisce lo sterrato e mi trovo sull’asfalto, sotto il sole e in salita. Bevo un sorso d’acqua dalla mia borraccia e riprendo la camminata. Dopo qualche minuto mi riaffaccio finalmente sul sentiero sterrato e sono curiosa di vedere una particolarità di cui ho avuto notizia solo ieri mentre preparavo il programma della gita.

respirando la saggezza dei castagni secolari sul sentiero dei Sarvanot
respirando la saggezza dei castagni secolari sul sentiero dei Sarvanot

Cammino nei cerchi lungo il sentiero dei Sarvanot

Cammino per alcuni minuti nel bosco fitto e raggiungo Sardoulin, una bella zona di sosta da cui posso vedere il borgo. E proprio qui inizia la Vio dei Mort che, oltre eventualmente ricondurre in paese, permette di ammirare la recente installazione temporanea land art Cammino nei cerchi realizzata dall’Associazione Anelli di Crescita.

Poi torno sul sentiero dei Sarvanot e, dopo alcuni minuti, il bosco lascia definitivamente spazio al prato. Raggiungo un’allettante biforcazione che mi fa incredibilmente riconsiderare la tabella di marcia per la giornata. Ora, per completezza, proseguo la descrizione del percorso ad anello. Nel prossimo paragrafo, invece, ti svelerò il mio repentino cambio di programma.

Dopo alcuni minuti il tratto sterrato si conclude e con esso la prima parte del sentiero dei Sarvanot. Proseguo sulla strada provinciale e raggiungo la chiesa di San Giovanni. Da qui comincia il tratto a nord (à la drech) che è accompagnato da Bestie e Bestiete in cui i bambini possono immedesimarsi.

Cammino nei cerchi lungo il sentiero dei Sarvanot
Cammino nei cerchi

Sentiero dei Sarvanot nel borgo

Questa parte di percorso è interamente su asfalto e si conclude davanti al castello dei conti di Monterosso risalente al XVII secolo.

Quindi attraverso il ponte sul Grana e mi lascio ripetutamente catturare dagli scorci delle abitazioni ristrutturate, dalle tinte pastello degli edifici in centro e da quell’aria occitana che si respira leggendo il nome di Mistral su una targa commemorativa.

A questo punto entro nella chiesa parrocchiale di San Giacomo Maggiore risalente al XIII secolo che custodisce un piccolo fonte battesimale in stile gotico.

M’incammino lungo la strada provinciale e, in pochi minuti, raggiungo la cappella di San Sebastiano. Con la macchina bastano pochi minuti per raggiungere la frazione San Pietro.

chiesa parrocchiale di San Giacomo Maggiore
chiesa parrocchiale di San Giacomo Maggiore

Il paese dei Babaciu

Se ben ricordi, a un certo punto della passeggiata sul sentiero dei Sarvanot, il programma della mia giornata subisce un’importante variazione. Siccome mi piace il terreno su cui sto camminando e la prospettiva di attraversare un altro bosco mi entusiasma, decido di allungare l’escursione di almeno un’ora e mezza (un’ora per andare e tornare dalla frazione San Pietro e mezz’ora per visitare la borgata).

Appena cinque minuti dopo questa svolta, mi trovo nel grazioso bosco Mangiapensieri, punto ideale per una sosta.

La passeggiata prosegue piacevolmente nel bosco e, a un tratto, raggiungo Santa Croce, punto panoramico da cui vedo la frazione di San Pietro ormai vicinissima.

Entrando nella borgata incontro subito i primi Babaciu, personaggi ad altezza naturale costruiti precisamente con paglia e materiali di recupero, abbigliati come nel tardo Ottocento.

La borgata, oltre a ospitare questi abitanti speciali che l’hanno sostanzialmente ripopolata, presenta abitazioni finemente ristrutturate, segno di giovani famiglie che hanno scelto senza dubbio di stabilirsi in questo Pais senço temp.

Babaciu a San Pietro di Monterosso Grana
Babaciu a San Pietro di Monterosso Grana

L’Ecomuseo Terra del Castelmagno

I Babaciu sono nati nel 2003 da un’idea di Graziella Menardo e oggi sono più di 120. Occupano balconi, portici, stalle e ogni locale che possa offrire loro un riparo dalle intemperie. Da qui prende origine l’Ecomuseo Terra del Castelmagno.

Grazie ai Babaciu San Pietro di Monterosso è diventata in breve un museo a cielo aperto che racconta ai visitatori come era un tempo la vita in montagna.

Che si raggiunga a piedi o in auto, San Pietro di Monterosso regala emozioni sorprendentemente uniche come quella di affacciarsi nell’aula della classe 1882 o vedere all’opera il cavatore di ardesia.

Babaciu a San Pietro di Monterosso Grana
Babaciu a San Pietro di Monterosso Grana

📝 Consigli avventurosi

Il sentiero dei Sarvanot è un itinerario ad anello di circa cinque chilometri percorribile in un’ora e mezza ma puoi comunque rientrare in paese in diversi punti.

La frazione San Pietro ospita una curiosa collezione di Babaciu che formano un museo a cielo aperto in cui scoprire com’era un tempo la vita in montagna. Puoi raggiungerla in auto.

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7 thoughts on “Tra Sarvanot e Babaciu”

  1. Bellissima passeggiata. Adatta a tutte le età; tra serenità pace aria buona. Un percorso dove si può fantasticare, credere a questi racconti come se si vivesse in un antica fiaba. Davvero una bella pensata aver fatto questo percorso.

    1. Questa passeggiata è stata anche per me una piacevole sorpresa. È positivo che vengano valorizzati percorsi come questo adatti a tutte le età.

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