Mi alzo ben prima dell’alba. Desidero vedere le stelle anche dalla cornice austera del santuario di Oropa. Confortata dal caldo abbraccio della maglia termica che ho prudentemente messo nello zaino guardo su in cerca delle costellazioni che conosco. Le vedo da una prospettiva per me nuova che mi apre infiniti orizzonti da esplorare. Entro quindi nella chiesa antica e, dopo aver preso parte alla recita delle Lodi Mattutine e della Santa Messa, sono pronta per camminare ancora. Desidero infatti percorrere l’impegnativo sentiero Giovanni Paolo II.
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▶️ Percorso 3D
Avendo già effettuato il check-out presso l’accoglienza ho sulle spalle lo zaino da cammino di più giorni. Ma ci sono abituata.
Zaino in spalla, incamminiamoci!
Sentiero Giovanni Paolo II: dolce salita nella faggeta
I tre giorni trascorsi lungo il Cammino di Oropa della Serra si rivelano a questo punto un ottimo allenamento per salire sempre più su, dai 1180 metri di altitudine del santuario, fin quasi ai duemila metri del Poggio Frassati. Fisicamente mi sento in forma e, valutate le caratteristiche del tracciato, lo interpreto come una tappa aggiuntiva del mio pellegrinaggio.
Giovanni Paolo II, il papa che ho conosciuto per più tempo, visitò Oropa il 16 luglio 1989. Qui si iscrisse come persona, come sacerdote, come vescovo, come Papa nella lunga fila dei pellegrini che ogni anno rendono omaggio alla Madonna Nera.
Nel 2007, per ricordare questa visita da lui tanto desiderata, fu inaugurato il sentiero che porta il suo nome. Lungo il tracciato trovi cinque targhe che riportano alcuni dei suoi pensieri più belli.
L’escursione inizia dolcemente sul sentiero sterrato della Via Crucis ma se ne stacca dopo poche centinaia di metri proseguendo lungo i tornanti nella faggeta. Uscita dal bosco mi rendo conto che la nebbia, frequente in questa zona, sta lentamente salendo precludendomi la vista degli ampi panorami su Biella, sulla pianura e anche sul santuario.
Seguendo fedelmente la traccia sul Garmin e le indicazioni lungo il sentiero proseguo fiduciosa la salita. La visibilità mi consente di proseguire in sicurezza.
Sentiero Giovanni Paolo II: tra gli immensi pascoli montani
È montagna vera, quella dei verdi pascoli estivi e delle immense distese di rododendri. Chissà che spettacolo a giugno quando sono nel pieno della loro fioritura!
Ho camminato più volte nella nebbia ma su sentieri che già conoscevo. È la prima volta che lo faccio lontano da casa e, a ogni passo, mi assicuro di sapere esattamente dove sto andando cercando i segni tracciati a terra o sui massi. La nebbia che mi avvolge si porta via la nebbia che ho nel cuore.
La salita è ripida ma i numerosi tornanti la rendono meno faticosa. Culmina nella conca in cui c’è il laghetto della Mora circondando dai rododendri. Lo costeggio e proseguo oltre. Poco dopo passo accanto a un piccolo stagno in cui a luglio fioriscono i piumini, graziosi ciuffetti sericei tanto belli da guardare.
Con una breve salita raggiungo quindi l’Alpe Mora e ho l’approccio visivo col Poggio Frassati, il punto in cui si conclude l’itinerario che sto seguendo.
Il silenzio degli spazi sconfinati
La salita finale è ripida e il peso dello zaino da cammino di più giorni la rende ancora più faticosa. Un ragazzo sale di corsa, lo lascio passare. Alcuni minuti dopo sopraggiunge anche una ragazza, sempre di corsa. Ammiro la loro tenacia nel mettersi alla prova su tracciati così ripidi ma panoramicamente molto appaganti.
Affronto lentamente le ultime centinaia di metri che mi separano dal punto più alto del mio itinerario. Contemporaneamente la coppia che mi precede di corsa raggiunge il Poggio Frassati e torna indietro lungo la cresta proseguendo poi per l’Alpe Bose.
Sui monti tace il frastuono caotico della città, e domina il silenzio degli spazi sconfinati: un silenzio in cui all’uomo è dato di udire più distintamente l’eco interiore della voce di Dio.
Giovanni Paolo II
Arrivo anch’io all’insellatura del colle del Deiro Rosso e, ripercorrendo le loro recenti orme, raggiungo dapprima il cippo dedicato a Giovanni Paolo II e, dopo una brevissima discesa, il cippo Frassati sull’omonimo poggio.
La perseveranza che ho posto nel mio incedere in salita viene premiata da uno spettacolare panorama al di sopra delle nuvole. La vista sulla pianura mi è preclusa ma sono circondata dalle vette che mi sorridono.
Sosto sul Poggio Frassati per una meritata pausa ristoratrice grata per le meraviglie che mi circondano. Il ritorno avviene sugli stessi passi dell’andata ma in piacevole, seppur ripida, discesa. In un tratto potrei azzardare una scorciatoia ma, non conoscendo il territorio ed essendo circondata dalla nebbia, preferisco camminare sul sicuro sentiero che ho già percorso.
📝 Consigli avventurosi
Il sentiero Giovanni Paolo II a Oropa inizia presso la fermata dell’autobus collocata nelle immediate vicinanze del piazzale della Chiesa Nuova. Tra andata e ritorno ha uno sviluppo di 9,78 chilometri e un dislivello positivo di 890 metri. Camminando a passo veloce e fermandomi di tanto in tanto per contemplare il paesaggio che veniva gradualmente avvolto dalla nebbia mi ha impegnata per tre ore e quarantacinque minuti.