stemma e motto della famiglia Cavassa
Cuneo a km 0

Avanti a qualunque costo

Qualche giorno fa sono stata a Casa Cavassa, uno degli edifici-simbolo del Rinascimento a Saluzzo, in provincia di Cuneo, che fu la dimora della famiglia Cavassa, originaria di Carmagnola. Ho partecipato a una visita guidata di un’ora durante la quale ho potuto ammirare le splendide opere d’arte e gli arredi che decorano le sale.

Ero già stata in questo posto tanti anni fa, in gita scolastica, ma ho scoperto tanti nuovi dettagli e curiosità che desidero condividere con te.

Che ne dici di entrare?

il marchese Emanuele Tapparelli d’Azeglio riportò Casa Cavassa all'antico splendore e la donò al Comune di Saluzzo col vincolo di farne un museo
marchese Emanuele Tapparelli d’Azeglio

Casa Cavassa: un po’ di storia

Casa Cavassa fu la residenza dell’omonima famiglia a cominciare da Galeazzo, un importante funzionario della corte dei marchesi di Saluzzo. L’edificio era stato costruito nel XV secolo e fu ampliato nel XVI secolo, quando fu rinnovato in stile rinascimentale dal figlio Francesco, raggiungendo quindi il suo momento di massimo splendore.

Nei secoli seguenti il palazzo attraversò un progressivo declino che fu interrotto dal marchese Emanuele Tapparelli d’Azeglio che lo fece restaurare per donarlo alla città come sede di un museo. I lavori, commissionati all’ingegnere torinese Melchiorre Pulciano e al pittore Vittorio Avondo, si basarono sul principio del completamento in stile, ovvero su un recupero dell’aspetto medievale e rinascimentale del palazzo eliminando tutto ciò che era stato costruito successivamente.

Furono inoltre aggiunti elementi architettonici ritenuti caratteristici dell’epoca come il bel muro merlato sulla terrazza panoramica. Poiché Casa Cavassa era stata spogliata di tutti i suoi arredi, il marchese Tapparelli acquistò sul mercato antiquario tutto ciò che potesse ricreare il fasto della casa all’inizio del 1500. Di quell’epoca resta comunque l’imponente portale marmoreo con portone ligneo dello scultore lombardo Matteo Sanmicheli. Inoltre, su una delle pareti del loggiato al primo piano, puoi osservare degli affreschi a grisaille raffiguranti sette delle fatiche di Ercole. Sono opera di Hans Clemer, artista fiammingo che abbiamo conosciuto durante le visite guidate a Costigliole Saluzzo, un borgo qua vicino.

stemma e motto della famiglia Cavassa
stemma e motto della famiglia Cavassa

Casa Cavassa: il percorso museale

Il museo si sviluppa su due piani e può essere visitato in autonomia. Tuttavia ho preferito affidarmi a una visita guidata per conoscere meglio la storia e la cultura della città di Saluzzo e del suo territorio. Abbiamo trascorso un’ora in compagnia di Donatella che, nel percorso che attraversa le quindici sale, ci ha incuriositi con aneddoti circa le usanze rinascimentali a palazzo.

La visita al museo è durata un’ora e mi ha fatto riscoprire aspetti della storia e dell’arte del Piemonte che erano chiusi a chiave in un cassetto ben nascosto della mia memoria. Insomma mi ha risvegliato uno scrigno di ricordi non indifferente!

La sala della Giustizia è l’unica col soffitto affrescato, tutte le altre hanno invece soffitti a cassettoni. Se hai già visitato il Palazzo Ducale di Mantova, probabilmente noterai un forte richiamo alla Camera degli Sposi affrescata da Andrea Mantegna, capolavoro del Rinascimento. Tra i personaggi che si affacciano dal balcone spiccano i padroni di casa, Galeazzo e Francesco Cavassa. Nelle lunette sono invece rappresentati le nove Muse e gli Uomini Illustri.

letto rinascimentale a Casa Cavassa
letto rinascimentale

Tracce di quotidianità

Le sale che mi hanno affascinata di più sono quelle legate alla quotidianità. Nella sala da pranzo ho provato a immaginare i sontuosi banchetti con cui i Cavassa intrattenevano gli intellettuali e i personaggi di corte che andavano a trovarli. Ho anche potuto osservare da vicino un lavello dell’epoca.

Ogni stanza aveva un camino per riscaldarla. Il letto a baldacchino, oltre ad assicurare riservatezza al padrone di casa, serviva anche a proteggerlo dal freddo. I cuscini sono disposti alla maniera in cui dormivano a quei tempi.

Come avevamo già appreso al castello della Manta, ad appena cinque chilometri da qui, nel Cinquecento era consuetudine dormire in posizione leggermente rialzata. Un po’ per favorire la digestione visto che avevano un’alimentazione piuttosto pesante e un po’ per scaramanzia. Era convinzione comune che, nel caso in cui si fosse presentata la Morte, ci sarebbe stato il tempo per scappare via.

Accanto alle finestre ci sono le cosiddette sedute. Qui le dame si accomodavano per leggere, cucire e, in generale, trascorrere il tempo.

Madonna della Misericordia di Hans Clemer a Casa Cavassa
Madonna della Misericordia di Hans Clemer

Le opere di Hans Clemer a Casa Cavassa

Aspettando che tutti i partecipanti alla visita guidata di Casa Cavassa sopraggiungessero ho avuto il primo approccio visivo con una delle opere dell’artista fiammingo Hans Clemer, gli affreschi a grisaille che decorano il loggiato del primo piano. Ricordi piuttosto nebulosi della gita scolastica di tanti anni fa hanno iniziato a riemergere nella mia memoria.

Gli affreschi raffigurano sette delle fatiche di Ercole e furono realizzati tra il 1506 e il 1511. Grazie alla tecnica utilizzata, visti dal basso, sembrano dei bassorilievi. Passandoci accanto ti accorgi invece che la superficie su cui si trovano è completamente lineare. Li puoi infine apprezzare dall’alto da una finestrella aperta al secondo piano.

Casa Cavassa ospita anche una pala d’altare raffigurante la Madonna della Misericordia dipinta da Hans Clemer nel 1499 che, originariamente, si trovava nella cappella marchionale del castello di Revello. La Madonna allarga le braccia per proteggere i suoi committenti: il marchese Ludovico e la moglie Margherita De Foix col primogenito Michele Antonio. Ai lati della Vergine ci sono i santi Pietro e Paolo mentre nella cimasa ci sono sei riquadri con altrettanti santi.

Nel dipinto il Maestro d’Elva ha anche lasciato la sua firma ritraendo sé stesso. Guarda con attenzione, è l’unico personaggio maschile che guarda verso il cielo.

La sacralità della sala viene esaltata dalla presenza del pregevole coro ligneo tardogotico anch’esso proveniente dal castello di Revello.

lavello rinascimentale a Casa Cavassa
lavello rinascimentale

Una visita guidata davvero istruttiva

Per tutta la casa, affrescato oppure scolpito nella pietra, si ripete lo stemma dei Cavassa. È un cavedano, pesce d’acqua dolce che risale la corrente. È spesso accompagnato dal motto di famiglia droit quoi quil soit che ha due significati: avanti a qualunque costo oppure, essendo i Cavassi dottori della legge, giustizia quale che sia.

Tra le opere d’arte esposte ti segnalo il polittico di Jacobino Longo raffigurante L’adorazione dei Magi. Questo episodio biblico è rappresentato al centro dell’opera. Ai lati, invece, sono raffigurati Gioacchino e Anna da una parte e la Visitazione dall’altra. Nella cimasa è infine dipinta l’Annunciazione.

Sono inoltre presenti vari ritratti a olio su tela della prima metà del XVII secolo. Tra questi spiccano il Duca Carlo Emanuele I di Savoia Caterina I d’Austria dipinti da Giovanni Caracca, pittore della corte sabauda. All’epoca i matrimoni erano perlopiù frutto di strategie politiche ma, nel loro caso, si trattò anche di un’intensa storia d’amore con tanto di fitto scambio epistolare nei lunghi periodi in cui il Duca era impegnato al fronte.

L'adorazione dei Magi, polittico di Jacobino Longo
L’adorazione dei Magi, polittico di Jacobino Longo

Durante la visita guidata con Donatella mi sono divertita molto e ho imparato tante curiosità. Ti consiglio di visitare Casa Cavassa se ti trovi a Saluzzo o nelle vicinanze.

Hai già avuto l’occasione di andarci?

📝 Consigli avventurosi

Casa Cavassa, dal 1 marzo al 31 ottobre, è aperta con i seguenti orari:

  • martedì, giovedì, venerdì e sabato dalle 10 alle 13 e poi dalle 14 alle 18
  • domenica e festivi dalle 10 alle 13 e poi dalle 14 alle 18

Dal 1 novembre al 6 gennaio, invece, è aperta la domenica e i festivi dalle 10 alle 13 e poi dalle 14 alle 18.

Il biglietto d’ingresso intero costa cinque euro. È gratuito per i possessori dell’Abbonamento Musei Piemonte. Per la visita guidata devi aggiungere cinque euro. Ma ne vale davvero la pena.

Per ulteriori informazioni circa le attività proposte durante le aperture puoi seguire il profilo ufficiale Musei Saluzzo.

Alla scoperta delle avventure #CuneoAkm0!

📌 Salva questo articolo su Pinterest

Mi piace se mi condividi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *