Dicono che abbracciare gli alberi faccia bene al corpo e alla mente. Credo sia vero perché quando cammino o corro nei boschi mi rinvigorisco. Probabilmente il ragionamento funziona ancora meglio con gli esemplari più grandi. Quindi, per prepararmi all’autunno, andrò a trovare l’Arbou ‘d la Moutta ovvero il castagno monumentale di Valloriate, in provincia di Cuneo.
La carta topografica presenta un intrigante labirinto di sentieri su cui costruire il mio trekking di fine estate. Tra le borgate e le baite sparse tra i boschi della valle Stura ci sono i luoghi in cui si rifugiarono i partigiani durante la Resistenza. In alcuni di questi posti sono già stata durante l’escursione all’Alpe di Rittana.
Con la traccia GPS che ho scaricato sul Garmin posso approfondire ulteriormente questa pagina di storia. Prendi lo zaino e seguimi!
In questo articolo
▶️ Percorso 3D
Castagno monumentale di Valloriate: primi passi nel bosco
L’itinerario inizia davanti alla cappella di Sant’Antonio. Imbocco la stradina asfaltata in leggera salita e la seguo fino in fondo. Qui svolto a destra su sterrato, faccio una curva e sbuco sull’asfalto. Sono comunque in mezzo al bosco. Il silenzio che mi circonda è rilassante.
Camminando sempre in leggera salita incontro finalmente la palina segnavia che, tramite il sentiero numero 1, mi porta al castagno monumentale di Valloriate. Mi avvicino timidamente all’Arbou ‘d la Moutta. È giunto il momento di abbracciare questo gigante che abita il bosco da ben cinque secoli.
È un maestoso castagno domestico di varietà Gentile alto 24 metri, con una circonferenza di 7 metri e 18 metri di chioma. Nel corso della sua lunga vita è stato testimone silenzioso dei fatti che sono avvenuti tutt’intorno. Grazie all’app Storie in Cammino e alla palina interattiva inquadrabile con lo smartphone puoi ascoltare il suo racconto!
Ti consiglio di scaricare l’app prima d’iniziare la camminata. Oltre a questa troverai infatti altre tappe da approfondire grazie alla realtà aumentata.
Dal castagno monumentale di Valloriate alla borgata Cavagna
Salutato il castagno monumentale di Valloriate riprendo il cammino. La strada da percorrere è ancora tanta e anche le curiosità da scoprire leggendo gli esaustivi pannelli esplicativi posizionati in prossimità di borgate e altri edifici.
Tra il 1600 e il 1800 furono costruite ben sette cappelle per agevolare la partecipazione alla vita religiosa da parte della popolazione che viveva nelle borgate più lontane dalla chiesa parrocchiale situata all’ingresso della valle. Una di queste è la cappella della Mutta (o di Sant’Anna). Parte dell’edificio era adibita a scuola elementare.
Dopo alcune curve raggiungo quindi la borgata Chiotti, situata al limite superiore della coltivazione dei castagni. Sorse alla fine del Seicento grazie alla ripresa demografica seguita alla peste del 1630. Nei terreni fittamente terrazzati si coltivavano cereali e patate. Grazie al fieno raccolto sui pendii del vicino monte Tajaré si sviluppò anche l’allevamento di ovini e bovini.
Il sentiero nel bosco, sempre ben segnalato, mi conduce quindi nella borgata partigiana Cavagna. Di fatto è una manciata di baite diroccate che fu sede di un piccolo distaccamento tra marzo e aprile 1944.
Il colle della Gorgia
Gli escursionisti hanno la precedenza ma ti consiglio comunque di prestare attenzione all’eventuale sopraggiungere di mountain bike. Qui si snodano infatti vari percorsi.
Raggiungo un incrocio che già conosco. Camminare per un tratto su un terreno noto è rassicurante. Mi dirigo quindi verso il colle dell’Ortiga. Da qui potrei raggiungere Rocca Stella e poi l’Alpe di Rittana rendendo l’anello decisamente più impegnativo.
Punto invece verso il colle della Gorgia seguendo una traccia immaginaria che avevo già adocchiato in una precedente avventura. Di fatto è il punto più alto dell’itinerario e anche il più panoramico. Delle vacche e una baita più a valle sono i riferimenti su cui indirizzare la mia discesa. Cammino nell’erba alla ricerca dell’ennesima traccia immaginaria.
Una volta capito dove fare il primo passo il resto vien da sé.
Dal colle della Gorgia a Valloriate
Un sentierino appena nascosto dall’erba si srotola magicamente davanti a me. Man mano che scendo la mandria si sposta verso il bosco. Più in basso svolto in un sentiero che scorre parallelo a quello delle vacche. Sono quasi sicura che non c’incontreremo.
Il bosco mi circonda ma ora la sterrata è ampia. La seguo serenamente per parecchi minuti fino a sbucare sull’asfalto. Raggiungo quindi la borgata San Marcellino Soprano con una fresca fontana a cui rifornirmi d’acqua. Più giù segue la deliziosa borgata San Marcellino Sottano.
Al bivio successivo ignoro l’indicazione per il castagno monumentale di Valloriate e proseguo la discesa fino a raggiungere le abitazioni della borgata Molino. Il mio itinerario si conclude cento metri dopo.
Hai già abbracciato un albero monumentale?
📝 Consigli avventurosi
L’Arbou ‘d la Moutta è il castagno monumentale di Valloriate. È alto 24 metri, ha una circonferenza di 7 metri e 18 metri di chioma. La sua età è di circa 500 anni.
L’itinerario ad anello comprensivo del castagno monumentale di Valloriate e del colle della Gorgia ha uno sviluppo di 15,1 chilometri e un dislivello positivo di 1180 metri.
Scarica l’app Storie in Cammino per inquadrare con lo smartphone le paline interattive che, lungo il percorso, ti offriranno esclusivi contenuti multimediali sulla storia dei luoghi che stai attraversando.
Alla scoperta di altre avventure #CuneoAkm0!